Il tennista tedesco, 21 anni, ha trionfato all’Atp Finals dopo aver sconfitto due mostri sacri come Federer e Djokovic. Ribattezzato “Alessandro il Grande”, per una definitiva consacrazione gli manca ancora la vittoria di uno Slam
Una vittoria che può aprire una nuova epoca. Quello di Aleksander Zverev alle Atp Finals di Londra è uno di quei successi considerati spartiacque per un intero sport. Il talento tedesco in finale ha battuto 6-4 6-3 il numero 1 del mondo Novak Djokovic. E dato anche il gap di età, in tanti sono pronti a scommettere che Zverev possa aprire un ciclo generazionale destinato a succedere all’era dei “Fab Four”, dominatori indiscussi degli ultimi tre lustri tennistici.
Il trionfo a Londra
Il prestigioso giornale francese L’Equipe ha reso omaggio a Zverev (attualmente numero 4 al mondo) ribattezzandolo "Alessandro il Grande”. La sua è stata una vittoria netta. Zverev a 21 anni diventa il più giovane vincitore dell'ultimo decennio delle ATP Finals, dopo aver sconfitto Novak Djokovic in finale e aver liquidato Roger Federer in semifinale. Il serbo non perdeva in modo così netto da almeno sei mesi e aveva vinto 35 degli ultimi 37 match. Zverev, che conquista il quarto titolo stagionale, diventa il primo tedesco a mettere le mani sull'ultimo torneo della stagione da oltre 20 anni (ultimo vincitore era stato Boris Becker nel 1995). Ha sorpreso per il livello di gioco, solido a fondo-campo, cinico nello sfruttare le sue occasioni, strappando il servizio al serbo quattro volte in 10 game. E si è portato a casa l’assegno da 2,5 milioni di dollari di premio.
Chi è Zverev
Aleksandr Aleksandrovič Zverev, germanizzato in Alexander, è nato ad Amburgo il 20 aprile 1997. Figlio di Alexander Mikhailovic senior e Irina Zvereva, due ex tennisti dell'Unione Sovietica, è cresciuto con il mito di Roger Federer. Da juniores ha vinto nel 2014 gli Australian Open dei giovani ma già dal 2011 ha iniziato a disputare incontri del circuito pro. Nel novembre 2012 ha raggiunto la prima finale da professionista al Bradenton Open. Nel 2014, a 17 anni, vince lo Sparkassen Open, torneo challenger. A livello ATP vince la sua prima partita ad Amburgo nel 2014. Poi nel 2016 partecipa alla sua prima finale ATP a Nizza e poi vince l’open di San Pietroburgo, aggiudicandosi il suo primo torneo in carriera. Nel 2017 si è ripetuto vincendo i tornei di Montpellier, il BMW Open di Monaco di Baviera e soprattutto gli Internazionali di Roma, successo che gli permette di entrare per la prima volta nella top ten ATP. Vince ancora a Washington e Montreal e si ritrova da new entry all’ATP Finals da numero 3 del mondo, suo best ranking finora in carriera. Nel 2018 ha vinto ancora i tornei di Madrid, Washington, Monaco di Baviera prima del successo a Londra.
L’episodio scomodo con il suo idolo
Proprio dopo la semifinale di Londra contro il suo idolo d’infanzia Roger Federer, Zverev è stato fischiato dal pubblico per un episodio dubbio. Durante il tie-break del secondo set, in uno scambio potenzialmente sfavorevole al tedesco, ha chiesto la ripetizione del punto perché disturbato da una pallina lasciata cadere da un raccattapalle alle spalle del tennista rivale. Il giudice di sedia ha accordato e Zverev ha vinto il punto. Poi si è scusato con lo svizzero e con il pubblico. Ma in conferenza stampa, lo stesso Federer ha chiarito che quanto successo rientra nelle dinamiche di gioco e che quindi non si doveva scusare di nulla.
Ora manca lo Slam
Per la definitiva consacrazione, ora Zverev dovrà ripetersi in uno Slam, dove fino a questo momento ha sempre steccato. Nei quattro tornei principali del tabellone, infatti, il tedesco vanta come miglior risultato un quarto di finale raggiunto al Roland Garros nel 2018. Ma in tanti sono certi sul futuro da predestinato del talento che abbina doti fisiche (198 cm di altezza) a una personalità molto ambiziosa. E per non farsi mancare nulla ha anche ingaggiato come coach una leggenda del tennis come Ivan Lendl. Una mossa che sembra già aver dato i primi frutti.