Chi era George H. W. Bush, eroe della seconda guerra mondiale e 41esimo presidente Usa

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Nato il 12 giugno 1924, ha guidato la Casa Bianca per un mandato, dal 1989 al 1993, ha vissuto il suo momento più alto di popolarità con la Guerra del Golfo del 1991. Sconfitto da Clinton, si è reinventato "nonno a tempo pieno". Si è spento il 30 novembre 2018

George Herbert Walker Bush, "Poppy" come lo chiamavano in famiglia, è stato un eroe della seconda guerra mondiale e il 41esimo presidente degli Stati Uniti d'America. Ha guidato la Casa Bianca per un mandato, dal 1989 al 1993, nel periodo della fine della Guerra fredda. Malato del morbo di Parkinson e costretto da anni su una sedia a rotelle, si è spento nel Maine a 94 anni il 30 novembre 2018 (otto mesi dopo la moglie, l'ex first lady Barbara Bush).

Chi era

Bush senior, figlio di un ricco banchiere di Wall Street e senatore del Connecticut, è nato il 12 giugno 1924 a Milton, nel Massachusetts. Da piccolo andava a scuola con limousine e autista in livrea. Pur allevato nella bambagia, ha mostrato stoffa da patriota quando nel 1941, dopo Pearl Harbour, si è arruolato come pilota della Navy ed è stato abbattuto dai giapponesi. Dopo la smobilitazione, ha sposato Barbara - che aveva conosciuto a un party di Natale a Greenwich - ed è partito per il Texas a fare i soldi con il petrolio. Cinque figli: George W (43esimo presidente degli Usa), Jeb, Neil, Doro e poi Robin, morta bambina di leucemia.

Prima della Casa Bianca

Deputato dal 1966 al 1970, Bush non è mai diventato senatore. Apprezzandolo "non per il cervello ma per la fedeltà", Richard Nixon lo ha nominato nel 1971 ambasciatore all'Onu. Due anni dopo, in pieno Watergate, gli ha offerto la scomoda direzione del partito repubblicano. "Poppy" è sopravvissuto allo scandalo e nell'ottobre del 1974 - con Gerald Ford - si è riciclato come primo ambasciatore in Cina, carica che ha lasciato l'anno dopo per diventare capo della Cia. Nel 1980 - senza base di potere nel partito ma da tutti considerato "molto amabile" - ha fatto il colpo della vita: Ronald Reagan, a cui aveva cercato di tagliare la strada, lo cooptò a vice. Otto anni dopo, contro Michael Dukakis nel 1988, è stata una gara senza storia anche per via dei colpi bassi escogitati dal suo stratega Lee Atwater.

Il mandato di Bush padre dal 1989 al 1993

Alla Casa Bianca, Bush padre ha fatto soprattutto politica estera: da "Giusta Causa" a Panama a "Riporta Speranza" in Somalia, passando per la prima invasione dell'Iraq sullo sfondo del crollo del Muro di Berlino, arrivando a raccogliere oltre il 90% dei consensi in anni di cambiamenti epocali che al politologo Francis Fukuyama avevano fatto parlare di "fine della storia". Ha vissuto il suo momento più alto di popolarità con la Guerra del Golfo del 1991, quando gli Usa hanno sconfitto l'Iraq dopo l'invasione del Kuwait. Popolarità che è stata poi travolta dalla crisi economica di quegli anni. A far fuori il "SuperBush", vincitore a metà su Saddam Hussein, è stata l'economia e la promessa elettorale mancata sulle tasse: "Read my lips: no new taxes".

Dopo la Casa Bianca

La crisi economica ha condannato Bush senior a essere presidente di un solo mandato. Alle elezioni del 1992 ha incassato la peggior sconfitta elettorale in 80 anni: contro Bill Clinton ha ottenuto il 37% dei voti. Ma, ha detto, è stato contento di lasciare Washington. Quel giorno "41" ha chiuso con la politica attiva. "Nonno a tempo pieno", si è definito. È tornato alla ribalta solo un paio di volte, in coppia con Clinton, cooptato a Kennebunkport come "pecora nera della famiglia Bush": nel 2004 per le vittime dello tsunami in Asia, l'anno dopo per gli sfollati di Katrina. Negli ultimi anni Bush padre è stato ricoverato più volte, ma fino al novemembre 2018 era sempre riuscito a riprendersi. In diverse occasioni non ha nascosto la sua avversità verso le posizioni dell'attuale presidente Donald Trump, che alle primarie del 2016 ha sconfitto l'altro suo figlio, Jeb Bush, e ha radicalmente cambiato il modo di essere repubblicani incarnato dalla sua famiglia.

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