Israele, Corte Suprema blocca l'inchiesta sul 7 ottobre: "Servono indagini indipendenti”

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"Il governo non può indagare su sé stesso", la tesi di gran parte dell'opposizione, di attivisti per i diritti civili e anche di alcuni dei familiari delle vittime

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Il 2025 finisce con uno schiaffo a Benyamin Netanyahu: l'Alta Corte di Giustizia israeliana ha ordinato lo stop ai lavori della commissione che indaga sui fatti del 7 ottobre e sulle eventuali falle nella sicurezza che hanno portato al massacro. Una commissione fortemente voluta e varata dal premier israeliano (e affidata dal Controllore dello Stato Matanyahu Englman) e per questo accusata da molti di essere altamente politicizzata e del tutto imparziale: "Il governo non può indagare su sé stesso", la tesi di gran parte dell'opposizione, di attivisti per i diritti civili e anche di alcuni dei familiari delle vittime. L’ordinanza – riportano i media israeliani - impone a Englman di interrompere l’indagine e gli vieta sia di procedere con gli interrogatori che di pubblicare qualsiasi conclusione, anche parziale, del lavoro fin qui svolto. L'ordine si basa, secondo quanto hanno scritto i giudici, su un accordo tra il Controllore ed entità dello Stato, incluso l'Idf.

Violazione dei diritti e compromissione delle prove

“Un evento catastrofico di dimensioni eccezionali come il 7 ottobre richiede una inchiesta complessiva, indipendente e non di parte solo da parte di una commissione di inchiesta dello Stato” ha dichiarato il Movimento per la qualità del governo in Israele, una delle organizzazioni che avevano chiesto lo stop dell'inchiesta del Controllore, nominato fra l'altro dal governo del Premier Benjamin Netanyahu che respinge tutti gli sforzi per creare la commissione. L'inchiesta del Controllore, denunciavano i ricorrenti, compromette le prove, viola i diritti a un giusto processo e serve “per evitare l'istituzione di una commissione di inchiesta”.

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