L’accordo col Mercosur rischia di saltare proprio a un passo dalla sua entrata in vigore

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Ludovica Rossi

Ludovica Rossi

Dopo 25 anni di negoziati, l’accordo commerciale tra l’Ue e i Paesi del Mercosur vacilla, rischiando non solo di slittare, ma di saltare del tutto

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Proprio quando era arrivato a un passo dalla sua approvazione definitiva, l’accordo commerciale tra l’Unione europea e i Paesi del Mercosur, cioè Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay, rischia di saltare. Si tratta di un’intesa di cui si discute da venticinque anni e che, dopo i due punti di approdo segnati nel 2019 e nel 2024, necessitava adesso del via libera definitivo degli Stati membri. Un passaggio necessario per permettere alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, di recarsi in Brasile, dove era attesa sabato 20 dicembre, per la firma ufficiale con il presidente Luiz Inacio Lula da Silva, ma che, a causa dell’opposizione di alcuni Paesi, potrebbe slittare. A chiedere un rinvio del voto sull’accordo è stata la Francia, che, seguita dall’Irlanda e dall’Italia, alimenta le fila dei contrari, dove già siedono Paesi come la Polonia, l’Ungheria e l’Austria. Il commissario europeo per il commercio Maros Sefcovic ha dichiarato che un eventuale ritardo rischierebbe però di far naufragare l'accordo, minando la credibilità dell'Unione. 

 

Cosa prevede l’accordo col Mercosur

Il trattato economico-commerciale, che creerebbe la più grande area di libero scambio mai realizzata dall’Unione, mira a favorire il commercio tra gli Stati europei e i Paesi del Sud America. Le imprese europee avrebbero infatti accesso a un mercato di 270 milioni di persone e i dazi verrebbero abbattuti in una serie di settori chiave, come quello delle auto, dei macchinari, del tessile, del vino e degli alcolici. 

 

Il malcontento degli agricoltori e le clausole di salvaguardia

L’accordo non piace però agli agricoltori, preoccupati per la concorrenza sleale che potrebbe così crearsi, cui si sommano i timori per i tagli del 20% al bilancio per l’agricoltura europea e l’ipotesi di creare un fondo che nazionalizzi le politiche agricole mettendo a rischio lo sviluppo rurale. Per ovviare ai dubbi del settore agricolo, la plenaria del Parlamento europeo riunita a Strasburgo martedì 16 dicembre ha approvato una serie di clausole di salvaguardia con 431 voti favorevoli, 70 astenuti e 161 contrari.  

“Abbiamo approvato delle garanzie vere, che salvaguardino il rispetto della reciprocità delle regole di produzione, la tutela delle filiere di qualità degli standard europei, ma anche i controlli, affinché non ci siano svantaggi per gli agricoltori europei”, ha dichiarato l’eurodeputato del Partito Democratico Dario Nardella ospite a Generazione Europa su Sky TG24. 

Concorde con lui è Salvatore De Meo di Forza Italia, secondo cui le clausole di salvaguardia approvate sarebbero “uno strumento efficace per contenere i rischi legati al trattato, che rimane per l’Ue una grande opportunità. Per questo esprimiamo apprezzamento e apertura verso un accordo di libero scambio destinato a incidere notevolmente sulla nostra attività di export”. 

 

Le clausole votate dall’Eurocamera non sarebbero invece una garanzia sufficiente per Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento Ue, secondo cui “l’accordo col Mercosur rappresenta uno sbocco potenzialmente positivo in un momento di tensioni commerciali globali, ma la reciprocità deve essere piena. Serve ancora del tempo per rafforzare ulteriormente le garanzie: tenere alta l’asticella per i nostri produttori è un interesse europeo”. 

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