Bielorussia, liberati 123 detenuti: tra loro anche il premio Nobel per la pace Bialiatski

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Tra i nomi, anche una delle leader dell'opposizione Maria Kolesnikova e il premio Nobel per la Pace Ales Bialiatski. Come ha riferito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, tra i detenuti liberati ci sarebbero anche cinque cittadini ucraini. Il leader di Kiev ha lodato gli "sforzi congiunti con gli Stati Uniti"

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Il regime bielorusso ha liberato 123 prigionieri. La notizia, confermata anche da anche da gruppi di attivisti per i diritti umani, è arrivata a seguito della decisione del presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko di concedere la grazia ai detenuti. 

Tra i nomi, anche una delle leader dell'opposizione Maria Kolesnikova e il premio Nobel per la Pace Ales Bialiatski. Come ha riferito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, tra i detenuti liberati ci sarebbero anche cinque cittadini ucraini.

La maggior parte dei prigionieri politici è stata trasferita in Ucraina. Secondo il quartier generale per il coordinamento sulle questioni relative ai prigionieri di guerra, la Bielorussia ha consegnato all'Ucraina 114 dei 123 detenuti rilasciati.

Liberati anche Kolesnikova e Bialiatsky

Una delle figure più importanti del movimento di protesta del 2020 contro la rielezioni Aleksandr Lukahenko, Kolesnikova, 43 anni, era stata condannata nel 2021 a 11 anni di carcere. Aveva lavorato con la leader dell'opposizione - ora all'estero - Sviatlana Tsikhanouskaya, per la sua campagna elettorale ed era stata arrestata nel mese di settembre del 2020, nel quadro della violenta repressione delle proteste contro le frodi alle elezioni. Kolesnikova aveva rifiutato di lasciare la Bielorussia e di andare in esilio. Aveva gettato il passaporto alla frontiera con l'Ucraina ma era infine stata arrestata per violazione della sicurezza nazionale e per cospirazione per assumere il potere. 

Premio Nobel per la pace nel 2022, Bialiatsky, 63 anni, è invece il fondatore dell'ong per la difesa dei diritti umani Viasna ed era stato condannato per aver finanziato attività in violazione dell'ordine pubblico.

Bialiatski: "La lotta continua"

Dopo il rilascio, Bialiatski ha dichiarato di voler continuare la sua "lotta" per i diritti umani in Bielorussia. "Il Premio Nobel è stato un riconoscimento certo delle nostre attività, delle nostre aspirazioni che non sono ancora state realizzate. E quindi la lotta continua", ha detto.

Il rilascio dei detenuti

Tra i rilasciati anche l'oppositore Viktor Babariko, ex banchiere che si era opposto al presidente Aleksandr Lukashenko ed era stato condannato a 14 anni di carcere per frode e riciclaggio. A oggi rimangono in Bielorussia 1224 detenuti politici, scrive Viasna, precisando che oltre a Bialiatsky è stato rilasciato anche un altro esponente dell'organizzazione, l'avvocato ed ex vice presidente della Federazione internazionale per i diritti umani, Uladzimir Labkovich. Entrambi sono stati costretti a lasciare il Paese per la Lituania. 

Liberati anche 5 ucraini

"Grazie al ruolo attivo degli Stati Uniti e alla collaborazione delle nostre agenzie di intelligence, circa un centinaio di persone vengono ora rilasciate, tra cui cinque ucraini", ha ribadito Zelensky su Telegram, citato da alcuni media ucraini. Allo stesso tempo, il presidente ucraino ha incaricato i servizi di massimizzare gli sforzi sul fronte russo, in modo che il rilascio dei prigionieri di guerra ucraini potesse avvenire entro il nuovo anno. Il leader di Kiev ha poi lodato gli "sforzi congiunti con gli Stati Uniti". In precedenza un inviato statunitense aveva dichiarato che Washington avrebbe revocato le sanzioni sul potassio bielorusso. 

Comitato Nobel: "Liberare tutti i prigionieri politici"

Il Comitato norvegese per il Nobel si è detto "sollevato" dal rilascio di Bialiatski e ha chiesto il rilascio di tutti gli altri prigionieri politici nel Paese. Il Comitato ha espresso "profondo sollievo e sincera gioia" per la notizia, ha dichiarato Jorgen Watne Frydnes. "Il suo rilascio è un momento profondamente gradito e atteso da tempo", ha aggiunto, ricordando che "più di 1.200 prigionieri politici rimangono dietro le sbarre in Bielorussia e la loro detenzione è un esempio lampante della repressione sistemica in corso nel Paese". Il Comitato "chiede alle autorità bielorusse di rilasciare tutti i prigionieri politici", ha concluso Frydnes.

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