"Alberto deve tornare a casa", ribadisce la madre del cooperante detenuto da 13 mesi in Venezuela. Mi chiedo perché non si è colta l'occasione della stretta di mano tra il presidente della Repubblica Mattarella e la ministra dell'Istruzione venezuelana lo scorso ottobre". L'avvocato della famiglia: "La situazione non è ferma, si sta trattando"
"Non mi do pace. In questi 13 mesi di prigionia ad Alberto è stata negata la vita e io continuo a sollecitare un intervento incisivo per la sua liberazione e a protestare". Sono parole di Armanda Colusso Trentini, madre del cooperante detenuto in Venezuela dal novembre 2024, contenute in una lettera letta nel corso di un incontro a Mestre promosso da Fondazione Pellicani e Articolo 21. "Mi chiedo - prosegue il messaggio - perché non si è colta l'occasione della stretta di mano tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la ministra dell'Istruzione venezuelana lo scorso ottobre. Il governo svizzero si è recato a Caracas a riprendersi unsuo prigioniero e più di recente anche la Francia. Ora che si avvicina Natale ci viene spontanea questa riflessione: Alberto dovrà trascorrere un altro Natale in cella. Non dobbiamo arrenderci. Alberto deve tornare a casa", conclude la donna.
L'avvocato: "Chiedo ai Comuni di metter uno striscione per Alberto"
"La situazione non è ferma", ha spiegato l'avvocata Alessandra Ballerini, che assiste la famiglia Trentini, intervenendo in video. "Si sta trattando, ci sono dei movimenti, e ci sono persone e istituzioni che si stanno dando da fare". "Vorrei - ha aggiunto Ballerini - che si dessero molto più da fare le imprese italiane in Venezuela, che spendessero la loro voce per Alberto. Vorrei che davvero tutti scegliessero da che parte stare". L'appello è "a tutti i Comuni, e in primis a quello di Venezia, affinché mettano uno striscione. Chiedere la libertà di un cittadino italiano recluso ingiustamente da 13 mesi non è né di destra né di sinistra. È un atto di civiltà, è obbedire alla nostra Costituzione, sulla quale tutti i sindaci hanno giurato. Mettere uno striscione è doveroso", ha concluso.