Francia, 250 donne accusano ex funzionario Christian Nègre: "Diuretico ai colloqui"

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Molte di loro lamentano di aver lottato con il bisogno di andare in bagno e di essersi sentite sempre più a disagio o di avere sofferto fisicamente. Alcune, in preda alla disperazione, raccontano di aver urinato in pubblico o di non aver raggiunto il bagno in tempo, bagnandosi i vestiti

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Scandalo a Parigi. A quasi 250 donne sarebbero state somministrate sostanze stupefacenti o diuretici durante un colloquio di lavoro al ministero della Cultura con un alto funzionario pubblico, Christian Nègre che avrebbe offerto loro caffè o tè mescolati con un potente diuretico illegale, che sapeva avrebbe fatto loro venire voglia di urinare. Un caso che ha dell'incredibile adesso al centro di un'inchiesta penale, racconta il Guardian, riprendendo alcune dichiarazioni delle protagoniste di questa vicenda.

Una testimonianza sul quotidiano The Guardian 

Quando Sylvie Delezenne, esperta di marketing di Lille, era in cerca di lavoro nel 2015, fu felicissima di essere contattata su LinkedIn da un responsabile delle risorse umane del Ministero della Cultura francese, che la invitò a Parigi per un colloquio. "Era il mio sogno lavorare al Ministero della Cultura", ha detto. Ma invece di trovare un lavoro, Delezenne, 45 anni, è ora una delle oltre 240 donne al centro di un'indagine penale sulla presunta somministrazione di droghe a loro insaputa in un luogo che non si sarebbero mai aspettate di essere prese di mira: un colloquio di lavoro. Un giudice istruttore sta esaminando le accuse secondo cui, nell'arco di nove anni, a decine di donne intervistate da un alto funzionario pubblico, Christian Nègre, sarebbero stati offerti caffè o tè mescolati con un potente diuretico illegale, che sapeva avrebbe fatto loro venire voglia di urinare. 

Raccontano di aver lottato con il bisogno di andare al bagno

Nègre suggeriva spesso di continuare le interviste all'aperto, durante lunghe passeggiate lontano dai servizi igienici, raccontano le donne. Molte di loro ricordano di aver lottato con il bisogno di andare in bagno e di essersi sentite sempre più a disagio o a soffrire fisicamente. Alcune, in preda alla disperazione, raccontano di aver urinato in pubblico o di non aver raggiunto il bagno in tempo, bagnandosi i vestiti. Alcune hanno provato un senso di vergogna e fallimento che ha avuto un impatto sulla loro vita successiva, hanno raccontato. «Non sapevo nemmeno che potesse esistere questo tipo di violenza», spiega Delazenne.

I primi casi scoperti nel 2018 a seguito di un'altra inchiesta

Le presunte aggressioni sono venute alla luce nel 2018, dopo che una collega ha denunciato che Nègre avrebbe tentato di fotografare le gambe di un alto funzionario, spingendo la polizia ad aprire un'indagine. Gli agenti hanno trovato un foglio di calcolo intitolato "Esperimenti", dove avrebbe annotato gli orari delle somministrazioni di farmaci e le reazioni delle donne. Nel 2019, rimosso dal ministero e dal servizio civile, Nègre è stato sottoposto a un'indagine formale con diverse accuse che vanno dalla somministrazione di sostanze stupefacenti alla violenza sessuale. Ma in attesa di processo, Nègre ha continuato a lavorare nel settore privato. Il processo non è stato ancora celebrato.

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