Yifat Tomer Yerushalmi è stata arrestata con l’accusa di aver diffuso un filmato segreto che mostra abusi su detenuti palestinesi nel centro di Sde Teiman. Le immagini, trasmesse da Channel 12, avevano già sollevato forti polemiche in Israele. La donna sostiene di aver agito per difendere la trasparenza e l’integrità dell’avvocatura militare. Il governo Netanyahu parla invece di un danno d’immagine per lo Stato ebraico. Il caso divide opinione pubblica, politica e magistratura
a cura di Mirea D'Alessandro
Il 29 ottobre le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno fatto sapere di aver aperto un’indagine penale a carico del maggiore Yifat Tomer Yerushalmi - avvocato generale dell’esercito israeliano che, tra i suoi incarichi, dovrebbe occuparsi anche di indagare su eventuali violazioni commesse dagli stessi soldati – perché accusata di aver fatto trapelare un video di sorveglianza del centro di detenzione di Sde Teiman che risale a luglio del 2024, mandato in onda per la prima volta dal canale ebraico Channel 12 News.
L’arresto dell’ex avvocato dell’esercito israeliano
Le accuse formali mosse nei riguardi del maggiore sono: frode, abuso d’ufficio e ostruzione alla giustizia. La scorsa settimana – ovvero poco dopo che le autorità israeliane avevano fatto sapere di aver individuato il responsabile della fuga di notizie - Yifat Tomer ha chiesto un congedo, approvato dal tenente Eyal Zamir, per poi decidere di consegnare le sue dimissioni. Poco dopo ha lasciato un biglietto alla sua famiglia e si è allontanata abbandonando l'auto vicino ad una spiaggia, da dove gli investigatori sospettano abbia lanciato il cellulare in mare. Domenica 2 novembre Tomer è stata ritrovata e arrestata: da quel momento si trova al centro di un caso giudiziario e mediatico che continua a scuotere il Paese, soprattutto dopo l’ammissione di colpa. “Le prove degli abusi – sono state diffuse - per contrastare l'idea che l'esercito stesse prendendo di mira ingiustamente i propri soldati", ha scritto nella lettera di dimissioni. Per capire questa affermazione però, occorre fare un passo indietro. L'accusa mossa nei confronti dei soldati dell’IDF che si vedono nel video è di lesioni gravi e aggressione in circostanze aggravate, e non di sodomia aggravata, che invece gli investigatori della polizia militare sospettavano.
Il video di Sde Teiman trapelato nell’estate del 2024
Il video delle telecamere a circuito chiuso in questione risale al 5 luglio del 2024 ed è trapelato alcune settimane dopo rispetto a quando si è verificato il fatto nella prigione di Sde Teiman, base militare israeliana diventata centro di detenzione dopo il 7 ottobre per "rinchiudere migliaia di palestinesi accusati di terrorismo" dallo stato ebraico. Trasmesse ad agosto dal canale israeliano Channel 12 e poi riprese da diversi media internazionali, tra cui CNN, Associated Press e The Guardian, le immagini mostrano diversi soldati israeliani sollevare per le braccia un detenuto palestinese steso a terra con il capo rivolto verso il pavimento in un cortile assieme ad altri detenuti. Lo conducono verso una delle reti laterali, mentre alcuni militari coprono la scena dalle telecamere con degli scudi. Poco dopo, secondo quanto riportato dal dottore Yoel Donchin in servizio all’ospedale da campo allestito vicino alla base che ha rilasciato un’intervista alla giornalista de La Repubblica Gabriella Colarusso, l’uomo vittima dell'episodio è stato ricoverato lì e i medici in turno hanno riscontrato segni di tortura: costole rotte, gravi traumi all’addome e lesioni nella zona rettale. Un membro dello staff medico dell’ospedale a conoscenza del caso che ha parlato in condizione di anonimato ad Associated Press “ha affermato che l'uomo è stato sottoposto a un intervento chirurgico per una perforazione del retto ed è stato rilasciato a Sde Teiman pochi giorni dopo”. Il detenuto palestinese vittima dell’abuso, secondo i documenti dell'ufficio del procuratore militare ottenuti dall'AP, è stato infatti rilasciato e riportato a Gaza il 13 ottobre 2024, nel quadro di un accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas.
L’indagine del generale Tomer-Yerushalmi
Sull'episodio, il maggiore generale Yifat Tomer Yerushalmi ha aperto un’indagine e il 29 luglio 2024 ha dato ordine alla polizia militare di entrare nel centro di detenzione per arrestare nove soldati dell’Unità 100 – poi diventati cinque – sospettati di aver commesso le violenze. La notizia ha diviso l’opinione pubblica israeliana ma, il punto di vista dell’estrema destra che l’ha accusata di essere una traditrice, ha prevalso soprattutto nei primi giorni. Per impedire l’arresto, infatti, molti manifestanti e attivisti vicini ad esponenti più intransigenti ed estremisti di governo – come Itmar Ben Gvir – hanno bloccato l’ingresso della prigione e, in segno di protesta, hanno poi assaltato anche il tribunale militare di Beit Lid dove i sospettati si sono presentati per l’inizio del processo. Da qui, l’idea del generale di far trapelare il video delle violenze - come ha ammesso lei stessa all’inizio della settimana - nonostante rientrasse nel materiale d’indagine. Il video era infatti coperto da segreto di stato: consegnandolo ai media Yifat Tomer ha commesso un reato, secondo le autorità israeliane.
La posizione del governo israeliano sulle accuse mosse ai soldati
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha commentato la notizia dell’arresto sostenendo che la diffusione di quel video ha rappresentato per lo Stato ebraico “una pessima pubblicità”, perché ha contribuito ad “alimentare le campagne di propaganda che continuano a diffamare Tel Aviv” a livello internazionale. Nessun commento su quanto, invece, si vede nel video che è trapelato. Nel corso dei mesi, neppure la pubblicazione delle immagini - postuma rispetto all’apertura dell’indagine - ha fermato il vortice mediatico e politico che si è scatenato per screditare il lavoro del generale Yifat Tomer, che ha agito “secondo le sue funzioni per tutelare” Israele e per “difendere la credibilità dell’avvocatura militare israeliana”. Questo perché “anche durante un conflitto esistono delle regole”, si legge nella lettera di dimissione. Sono diversi gli analisti che ritengono che questo caso possa contribuire a mettere in pericolo l’indipendenza della magistratura israeliana. Da sottolineare c'è però che, nonostante la sua posizione attuale, in verità la stessa Tomer-Yerushalm per anni “si è astenuta dall’indagare su diversi episodi che avrebbero potuto costituire violazioni del diritto internazionale o addirittura crimini di guerra” ha scritto su Haaretz il giornalista israeliano Yaniv Kubovich.
La benedizione dei soldati coinvolti del Rabbino Meir Mazuz
A commentare le accuse mosse nei confronti dei soldati, ci ha pensato il rabbino Meir Mazuz, scomparso alcuni mesi fa e figura religiosa molto stimata e vicina al governo Netanyahu. In un video pubblicato da TRT World a settembre del 2024 lo si vede mentre benedice in ebraico alcuni degli accusati, di cui non si conoscono ancora oggi le generalità e che continuano a mostrarsi solo con il volto coperto per paura di essere riconosciuti dalla Corte penale internazionale. Nel video lo si vede mentre domanda ad uno degli avvocati dei soldati mentre si discuteva dei capi d’accusa mossi nei loro riguardi: “e anche se fosse che abbiano compiuto quanto dici? Che male c’è? Non ne hanno forse il diritto?”.