British Council verso la bancarotta, valuta vendita opere d'arte e sedi chiuse in 35 Paesi

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L'organizzazione culturale britannica si trova in una grave crisi finanziaria. A lanciare l'allarme il direttore generale Scott McDonald, nel corso di un'audizione davanti alla commissione per gli Affari Esteri della Camera dei Comuni 

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Il British Council, organizzazione culturale britannica con sedi in tutto il mondo, si trova in una grave crisi finanziaria e sta vendendo tutto il possibile per sopravvivere. È l'allarme lanciato dal direttore generale Scott McDonald, che guida l'organismo dal 2021, nel corso di un'audizione davanti alla commissione per gli Affari Esteri della Camera dei Comuni.

 

Verso la chiusura delle sedi in 35 Paesi

L'istituzione prevede di tagliare posti di lavoro e di vendere i propri asset, inclusi immobili per un valore di circa 90 milioni di sterline. Inoltre, si prepara a chiudere le attività in 35 Paesi e sta considerando l’idea di cedere la propria collezione di opere d’arte. Ma questo potrebbe non bastare se non interverrà in aiuto il governo laburista del premier KeirStarmer. Secondo Scott, se l'esecutivo attribuisce importanza al "soft power", rappresentato dalle attività di promozione culturale del British Council, allora deve finanziarlo.

 

Opere d'arte per ripagare un prestito

A pesare sui conti dell'organizzazione culturale del Regno è soprattutto il pagamento di un prestito da 200 milioni di sterline - erogato dal precedente governo conservatore durante la pandemia per aiutare l'ente a rimanere a galla - che minaccia la sua stessa esistenza. Scott ha affermato che la proposta di trasferire al governo la collezione d'arte del British Council, composta da 9.000 opere, per un valore di circa 200 milioni di sterline, sarebbe "una buona soluzione", ma i ministri non hanno mostrato interesse in merito.

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