Perché Connolly e la sinistra radicale irlandese spaventano Bruxelles

Secondo la Costituzione Irlandese, il presidente della Repubblica ha un ruolo prettamente cerimoniale, di rappresentanza del Paese e di custode della Costituzione, oltre che di capo formale delle forze armate. Una figura, per certi aspetti, simile a quella del nostro capo dello Stato. Ma con una differenza fondamentale: viene eletto non dal parlamento ma dai cittadini. Per questo, anche se le elezioni per la presidenza della Repubblica in corso oggi nel Paese non avranno conseguenze sull’assetto parlamentare e di governo sono osservate con attenzione: a meno di un anno dalle ultime legislative, ci diranno se e come sono cambiati gli umori degli elettori irlandesi. A giudicare dai sondaggi, sembra che lo abbiano fatto molto, spostandosi decisamente a sinistra. Secondo le rilevazioni, infatti, a vincere senza fatica e con un distacco di più di dieci punti sull’altra candidata di punta, dovrebbe essere Catherine Connolly, una indipendente sostenuta dai partiti di sinistra e soprattutto dal più grande e importante tra questi: Sinn Fein. Seconda, stando ai sondaggi, dovrebbe arrivare Heather Humphreys, una protestante, esponente del Partito di centrodestra Fine Gael. Secondo le previsioni, la sfida tra queste due donne, così diverse tra loro, è già scritta, perché la presa di Connolly è salda e ampia, e perché, in questi mesi di campagna elettorale, i pianeti sembrano essersi allineati a suo favore. Connolly, che ha 68 anni e una lunga storia politica iniziata nel 1999 nel consiglio comunale di Galway , ha sorpreso molti, dimostrando un carisma elettorale e una propensione ad intercettare il voto dei giovani su cui in pochi avrebbero scommesso. Questa sua capacità di parlare con i più giovani e di intercettare il voto radicale le è valso il paragone con altri canuti leader della sinistra degli ultimi anni, come Jeremy Corbyn o Bernie Sanders. In realtà, alla prova delle urne Sanders e Corbyn, non hanno avuto grandi risultati. Ma Connolly potrebbe avere almeno un paio di carte in più. In primo luogo, ha una storia personale di grande difficoltà che la rende inevitabilmente credibile; poi, inutile nasconderlo, in questa elezione ha goduto di non pochi colpi di fortuna. Il primo, in ordine di tempo, è stato il ritiro per motivi di salute della candidata di punta del partito di centrodestra Fine Gael, Mairead McGuinness. La candidata che l’ha sostituita, Heather Humphreys, ha dimostrato molte difficoltà, penalizzata, oltre che da una carenza di carisma, anche dal fatto di essere protestante e soprattutto di non parlare irlandese . Ma non è tutto. Ad aiutare la corsa di Connolly c’è stato anche un altro, clamoroso, ritiro: quello di Jim Gavin il candidato dei centristi di Fianna Fail. Esordiente, ex allenatore di calcio gaelico, stava riscuotendo un buon successo nei sondaggi, fino a quando una specie di scandalo per una questione di affitto lo ha costretto a ritirarsi. Così, a poche ore dalla chiusura delle urne, tutti danno per scontata la vittoria di Connolly, anche se il suo risultato potrebbe essere in qualche modo falsato dall’astensione che, almeno secondo le previsioni, sarà molto alta. In ogni caso, se davvero Connolly dovesse vincere, per l’Irlanda potrebbe aprirsi un periodo complicato: perché la nuova presidente non sarebbe solo di sinistra, ma espressione della sinistra più radicale, infastidita dalla NATO, molto scettica nei confronti della guerra in Ucraina, benvolente nei confronti di Hamas, che ha definito ‘parte del tessuto sociale palestinese’ e soprattutto, stando a un vecchio video, convinta che l’UE non sia una gran cosa e che anzi, l’Irlanda avrebbe molto da imparare da Brexit. La sua probabile vittoria, dunque, pone molti interrogativi per il futuro del Paese. In primo luogo, non è chiaro come il suo ruolo, per quanto cerimoniale, si concilierà con le attività del parlamento e dell’esecutivo, in mano a centro destra e liberali. In secondo, non è chiaro come le sue posizioni anti UE e anti NATO si concilieranno con i suoi incarichi di rappresentanza all’estero. Non da ultimo non è chiaro come la sua vittoria potrebbe influire su una questione prettamente irlandese, quella dell’unificazione, causa di cui Connolly è accesa sostenitrice, tanto da aver voluto fare parte della sua campagna a Belfast.

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Luciana Grosso