Una luce in Congo: Zakia Seddiki dà forma al sogno di Luca Attanasio

Speranza. È la parola che torna più spesso nel corso della nostra chiacchierata con Zakia Seddiki Attanasio. Zakia è la moglie di Luca Attanasio, diplomatico e Ambasciatore italiano ucciso in un agguato in Congo il 22 febbraio 2021 mentre era in viaggio su un convoglio del World Food Programme per una missione umanitaria, con lui morirono il carabiniere scelto Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo. Zakia accetta di raccontarci come è riuscita a trasformare il dolore in speranza e a portare avanti i valori di pace e fratellanza. Oggi è alla guida di Mama Sofia fondata con suo marito per aiutare chi ha più bisogno. La sua storia personale è una storia di rinascita, Zakia incarna forza e dolcezza, madre di tre bambine, lavora senza sosta per mettere in campo azioni concrete. Un nuovo progetto con Fondazione Milan La incontriamo a Milano in occasione di un nuovo progetto nato dalla collaborazione con Fondazione Milan che prevede l’ampliamento di una scuola nel villaggio di Biabu nel cuore del Congo centrale, per 100 ragazze a ragazzi tra i 12 e i 19 anni, con laboratori multidisciplinari, spazi ricreativi. La volontà è quella di promuovere sport, educazione e benessere. “Il primo passo è stato costruire la scuola, la richiesta è arrivata direttamente dai genitori e dai bambini in una zona dove non esistono scuole secondarie e non è garantito il diritto allo studio. Costruire una scuola vuol dire dare la possibilità ai bambini di continuare a studiare. Siamo davvero fieri di questo progetto con Fondazione Milan che ci consente di offrire una opportunità a ragazzi ‘dimenticati’. Il percorso prevede due anni e la possibilità di altri quattro, gli studenti riceveranno anche una formazione sul campo, avranno la possibilità di imparare un mestiere”. Educare anche con lo sport L’obiettivo a lungo termine è quello di generare un impatto duraturo, di contribuire a formare adulti indipendenti e consapevoli. “Noi come fondazione Mama Sofia crediamo fortemente che l’arte e lo sport siano importanti per dare voce e chi troppo spesso resta invisibile. Con fondazione Milan condividiamo il sogno di costruire un ponte fatto di educazione, sport, cure per offrire un futuro più dignitoso a tanti giovani congolesi. L’arrivo del Milan e della Fondazione Milan in un luogo dove i bambini e le bambine sono dimenticati, dove manca l’istruzione di base, dove è negato il diritto allo studio, permetterà di trasmettere anche un messaggio di speranza che tramite lo sport possiamo anche fare altro.” “La scuola è solo il primo passo. Con Fondazione Milan abbiamo in progetto di realizzare anche un centro per bambini malnutriti. Allestiremo un centro per fare gratuitamente esami e analisi e fornire cure adeguate. Faremo anche formazione alle mamme. In futuro pensiamo anche ad un progetto per ragazze madri e donne in difficoltà. Questo è il sogno e la visione che condividiamo con fondazione Milan.” "Mama Sofia": ridisegnare il mondo Dopo la scomparsa di Luca Attanasio Zakia ha trasformato l’associazione Mama Sofia in una fondazione per onorare la memoria di suo marito e portare avanti i suoi valori: “Per portare avanti l’eredità di Luca e continuare a offrire ai ragazzi un’opportunità di vita migliore attraverso l’istruzione. Luca era un sognatore ed è proprio per questo che aveva deciso di intraprendere la carriera diplomatica. La fondazione Mama Sofia è il frutto della convinzione mia e di Luca che il cambiamento debba partire dalle radici, dai più piccoli che sono il futuro del mondo. Il messaggio che voglio trasmettere, in primis alle mie figlie, è che tutti dobbiamo essere buoni ospiti del mondo. Con un piccolo gesto di tutti i giorni possiamo ridisegnare i confini e realizzare un mondo più democratico. Luca ha saputo fare questo con grande responsabilità, sapeva di avere un ruolo importante e voleva metterlo a disposizione del popolo congolese. Noi abbiamo amato subito i congolesi, questo ci ha permesso di essere vicini alle loro esigenze, di sapere ascoltare e dialogare, di conoscere i loro problemi e i loro bisogni. Torno sempre sulla parola speranza perché non abbiamo alternative se non sperare un futuro migliore soprattutto per le nuove generazioni. Il nostro ruolo, il nostro dovere, è provare a lasciare un mondo più giusto, il sogno che condividevo con Luca è questo e oggi con questa collaborazione proviamo a ridisegnare il mondo”. Il sogno di pace Il motto di Zakia è “Sognare una realtà più bella. Insieme è possibile” e il logo scelto per la fondazione raffigura un bambino che attinge ai colori più vivaci della tavolozza per dipingere uno stormo di uccelli che volano liberi nel cielo. “Sogno un mondo di pace. Troppo spesso ci sono guerre dimenticate e ignorate dalla comunità internazionale. Parliamo di civili, di bambini, di donne, anziani, che muoiono ogni giorno senza avere colpe. Bambini vittime di violenze a cui viene negata l’infanzia. Noi della fondazione speriamo che le cose possano cambiare, anche in nome di Luca. C’è tanto lavoro da fare e tutti possiamo contribuire. Io e Luca abbiamo vissuto quattro anni in Congo, abbiamo vissuto quel Paese, siamo stati vicini al popolo congolese. Il messaggio che voglio trasmettere a tutti, in primis anche alle mie figlie, è di speranza, e del valore che ha essere concreti. Non abbiamo bisogno di parole. Il nostro messaggio è chiaro, facciamo quello che si può per onorare Luca e per quello che è riuscito a fare per la Repubblica democratica del Congo”.

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Alessandra Del Mondo