Sarkozy, dall'Eliseo al carcere: parabola dell'ex presidente francese

Entra nel carcere parigino della Santè sapendo che ne potrà uscire a breve. Perché l’ex Presidente francese Nicolas Sarkozy, dopo essere stato condannato a 5 anni di reclusione per finanziamento illecito della sua campagna presidenziale e in attesa dell’esito dell’appello, sa che avendo compiuto 70 anni può immediatamente chiedere i benefici di legge, come la libertà condizionata. Figura controversa della politica francese, il fare diretto di Nicolas Sarkozy - al limite dell'aggressivo - e la sua potente ambizione hanno sempre polarizzato l'opinione pubblica d’oltralpe. C'è chi, nonostante la condanna, lo considera un leader determinato, e chi lo vede come un politico arrogante e populista. A iniziare dalle sue scelte in campo economico e da riforme come quella relativa all'aumento dell'età pensionabile, che suscitò forti opposizioni da parte dei sindacati e della sinistra. Accuse di razzismo e classismo Nicolas Sarkozy ha dunque incarnato una destra conservatrice e profondamente divisiva della società francese. Siamo ancora nel 2005 quando, da ministro dell'interno, bolla i giovani delle banlieu con il termine recallie, feccia, scatenando pesanti critiche di razzismo e classismo. Mentre da Presidente, dopo la conquista dell'Eliseo nel 2007, le parole “vattene povero imbecille” le indirizza verso un agricoltore che lo critica per le sue politiche nel settore. Del resto il nomignolo “Sarkozy bling bling”, con il quale veniva indicato per la sua opinabile ostentazione di uno stile di vita sfarzoso, ancora non lo abbandona. Un distacco sancito invece dalla sua ex moglie Cècilia Attias, che lo lascia subito dopo la vittoria alle presidenziali per andare a New York con l'amante. L’ex Presidente francese è comunque pronto a rilanciare e si presenta poco dopo alla stampa accanto alla modella italiana Carla Bruni, con la quale fa ancora coppia fissa. La politica estera Sono gli anni nei quali è forte il legame diplomatico con la Germania di Angela Merkel, mentre quello con l’Italia di Silvio Berlusconi si ricorda per il siparietto della Cancelliera tedesca con lo stesso Sarkozy, quando, alla richiesta di un commento sull’ex premier italiano i due si guardano e si sorridono ironicamente, senza dare ulteriori risposte. Un profilo controverso Soprattutto, l'ex Repubblicaine è stato travolto da numerose inchieste giudiziarie, fino a quella che l'ha portato in carcere, per corruzione e finanziamento illecito da parte del regime di Muammar Gheddafi. Ed è proprio sulla Libia e la caduta del rais di Tripoli che l'eredità politica dell'ex presidente francese resta probabilmente la più discutibile. Tra i principali sostenitori dell'intervento militare nel paese, Sarkozy giustificò la sua decisione con la necessità di proteggere i civili libici dalle violenze del regime e di sostenere le aspirazioni democratiche del popolo. Intervento che ha invece determinato l'attuale destabilizzazione della regione, con diversi ambienti politici che suggeriscono interessi economici personali di Sarkozy tra i motivi della decisione. Gli ultimi anni all'Eliseo Nel 2012 tenta di ottenere il secondo mandato all’Eliseo in un contesto economico difficile, segnato dalla crisi finanziaria del 2008 e da un aumento della disoccupazione. Il suo stile, percepito da molti come autoritario e alcune riforme impopolari, segnano una campagna elettorale estremamente combattuta, con la vittoria del socialista Francois Hollande. Il mandato presidenziale di Sarkozy è stato perciò caratterizzato sia da fallimenti che da successi, come la gestione della crisi finanziaria del 2008. Facendone una figura altamente controversa e contestata nella storia politica francese recente. Una figura sulla quale è però prematuro pensare che non ci sia ancora molto da scrivere.

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Simona Vasta