L'obiettivo di Pechino è quello di ridurre la sua dipendenza tecnologica dalle big tech statunitensi. Questo è il motivo per cui l'Autorità di regolamentazione cinese di Internet ha ordinato alle aziende tech del Paese di interrompere gli acquisti dei chip di intelligenza artificiale da Nvidia, azienda californiana leader nel settore dei semiconduttori
La Cyberspace Administration of China (Cac), secondo quanto riporta il Financial Times, avrebbe chiesto a una serie di aziende, tra cui la ByteDance e Alibaba, di interrompere i test e gli ordini relativi all'RTX Pro 6000D di Nvidia, superando quindi l'indicazione che fino a questo momento riguardava il modello H20 utilizzato in Cina per l'IA.
Le ragioni che si celano dietro lo stop all'acquisto dei chip
Pochi giorni fa la Cina ha accusato Nvidia di aver violato la sua legge anti-concorrenza, ultimo focolaio della guerra commerciale con Washington. Da quest'ultima decisione appare chiaro che Pechino vuole rilanciare l'industria interna dell'IA per renderla competitiva anche a livello internazionale. In Occidente invece, proprio in queste ore si discute di nuovi accordi tra Londra e Washington. Nei prossimi anni, l'obiettivo dei due Paesi è rafforzare, tra gli altri, anche il settore dell'IA. Nell'ambito della visita di Stato del Presidente americano Donald Trump infatti, Regno Unito e Stati Uniti hanno annunciato un accordo in ambito tecnologico, denominato "Tech Prosperity Deal", che prevede investimenti per miliardi di dollari "nello sviluppo delle tecnologie in più rapida crescita come l'intelligenza artificiale, la tecnologia quantistica e nucleare". Si tratta del "primo accordo tecnologico tra Regno Unito e Stati Uniti", ha sottolineato Downing Street in una nota. "Questo accordo arriva mentre le principali aziende americane di tecnologia e intelligenza artificiale - come Microsoft, NVIDIA, Google, OpenAI e CoreWeave - impegnano complessivamente 42 miliardi di dollari per potenziare l'infrastruttura di intelligenza artificiale e le tecnologie all'avanguardia del Regno Unito.