La cavalletta contesa, all’asta a Londra un oggetto forse legato a Tutankhamon
MondoUna cavalletta intagliata in avorio e legno, descritta come contenitore per cosmetici, sarà battuta all’asta ad agosto. La sua origine divide esperti e istituzioni: sospetti di collegamenti con la tomba di Tutankhamon, ma nessuna prova documentata
Un piccolo capolavoro dell'artigianato dell'antico Egitto, una cavalletta intagliata in avorio e legno e forse proveniente dalla leggendaria tomba di Tutankhamon, sarà messo all'asta il prossimo mese di agosto a Londra dalla casa Apollo Art Auctions. Stimato tra 300.000 e 500.000 sterline (circa 352.000 - 586.000 euro), l'oggetto è al centro di un acceso dibattito internazionale.
Il sospetto legame con Howard Carter
Secondo il New York Times, alcuni storici dell’arte sospettano che il manufatto – un contenitore per cosmetici risalente all'epoca del giovane faraone – sia stato trafugato dal celebre archeologo britannico Howard Carter durante le sue esplorazioni nella Valle dei Re. Il pezzo, chiamato "Guennol Grasshopper" dall'asta londinese, presenta un corpo segmentato, ali superiori in avorio dipinto con motivi a scacchiera, ali inferiori in legno e occhi neri incastonati. Le ali sono apribili e rivelano una piccola cavità ovale, presumibilmente usata per contenere kohl o profumo. Secondo i materiali promozionali dell'asta, l'oggetto passò tra le mani di noti collezionisti del Novecento, tra cui Joseph Brummer e la prestigiosa Guennol Collection, prima di essere acquisito nel 2007 dalla Merrin Gallery di New York, con tanto di fattura originale. Il prezzo precedente di vendita sarebbe stato di 1,2 milioni di dollari (circa 1,1 milioni di euro). È stato esposto al Brooklyn Museum tra il 1948 e il 2002, e brevemente al Metropolitan Museum of Art nel 1969.
Nessuna prova documentata, dice la casa d’aste
La casa d'aste britannica ha dichiarato al New York Times che "non esistono prove documentate" che colleghino il contenitore alla tomba del giovane faraone, sottolineando che l'oggetto non figura negli inventari ufficiali degli scavi. Inoltre, l'oggetto è stato verificato con successo tramite il database dell’Art Loss Register, che ha rilasciato un documento ufficiale certificando la sua "non provenienza da furto". Eppure, la questione resta delicata. Lo stesso Metropolitan Museum of Art, nel 2010, restituì all’Egitto 19 piccoli oggetti dopo aver stabilito con certezza che provenivano dalla tomba di Tutankhamon. Nel libro "Tutankhamun: The Untold Story" del 1978, l’ex direttore del Met, Thomas Hoving, ipotizzava un legame diretto tra il cavalletta e il celebre ritrovamento di Carter. Hoving – morto nel 1939 – lasciò nei suoi effetti personali alcuni oggetti recanti il nome del faraone, in seguito restituiti al Cairo dalla sua famiglia.
Una “zona ambigua”
James Ratcliffe, direttore dell’Art Loss Register, ha ammesso che l’oggetto si trova in una “zona ambigua”, dal momento che l’Egitto non ne ha mai richiesto formalmente la restituzione né l’ha mai segnalato come trafugato.
Tuttavia, molti esperti non hanno dubbi: la provenienza è sospetta e l’asta, se dovesse andare a buon fine, rappresenterebbe un nuovo caso di mancato rispetto per il patrimonio culturale egiziano. La vendita resta confermata e il destino del piccolo cavalletta si giocherà al miglior offerente – a meno che non intervenga un'azione diplomatica dell'ultimo minuto.