Il presidente insiste: tassi troppo alti penalizzano gli Usa, ma la Fed ribadisce indipendenza
Donald Trump ha effettuato una visita storica alla sede della Federal Reserve a Washington — la prima di un inquilino della Casa Bianca in carica dal 2001 — per confrontarsi con il presidente Jerome Powell. L’incontro, fortemente voluto da Trump, è arrivato dopo mesi di pressioni pubbliche e private per un taglio dei tassi d’interesse.
Pressioni sul taglio dei tassi
Il presidente ha nuovamente affermato che il presidente della Banca Centrale sta commettendo un “grave errore” nel non abbassare i tassi, sostenendo che l’attuale livello — tra il 4,25% e il 4,50% — mette gli USA in svantaggio economico rispetto a competitor come la Cina. Ha addirittura dichiarato che una riduzione di 3 punti percentuali salverebbe al governo federale oltre mille miliardi di dollari ogni anno. Trump ha definito Powell un “numbskull” o “fool” per la sua riluttanza a tagliare i tassi.
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Durante la visita, Trump ha anche criticato il progetto da 2,5 miliardi di dollari di ristrutturazione della sede della Fed, sostenendo che i costi sarebbero saliti a 3,1 miliardi, inclusi lavori precedenti secondo lui impropriamente conteggiati. Powell ha prontamente smentito, spiegando che Trump includeva un edificio ristrutturato cinque anni fa. Nonostante le pressioni, il presidente ha affermato di non voler licenziare Powell — a patto che abbassi i tassi — ma ha lasciato aperta l’ipotesi qualora emergessero “frodi o inefficienze” nelle ristrutturazioni.