Nel dibattito a Strasburgo sulla mozione di sfiducia presentata dall’eurodeputato del gruppo dei Conservatori e riformisti, Gheorghe Piperea (rumeno di Aur), la presidente della Commissione si descrive come vittima di un assedio delle forze anti-europee. Giovedì il voto. "La sfiducia non passerà" dichiara il presidente del Ppe Manfred Weber. "Questa mozione non è altro che una trovata pubblicitaria dell'estrema destra per riconquistare credibilità agli occhi dei propri elettori" aggiunge il co-presidente
L’eurodeputato del gruppo dei Conservatori e riformisti, Gheorghe Piperea (rumeno di Aur), ha presentato una mozione di sfiducia contro von der Leyen sul caso Pfizer. 72 firme in appoggio. Ieri a Strasburgo, in una Plenaria affollata, la presidente della Commissione ha sferrato un attacco diretto a chi ha firmato la mozione per sfiduciarla. "Il testo è stato firmato dagli amici di Putin. Sono movimenti alimentati da cospirazioni e complottismi, che vogliono polarizzare le nostre società inondandole di disinformazione", ha dichiarato von der Leyen rievocando il triste ricordo delle bare che sfilavano a Bergamo durante le prime settimane del Covid e puntualizzando che la corsa ai vaccini di Bruxelles fu messa in atto "in tandem" con le 27 capitali Ue.
Von der Leyen: “E’ in corso una caccia alle streghe”
La mozione di sfiducia, firmata da Gheorghe Piperea, europarlamentare dell'estrema destra di Aur che siede tra i banchi dei Conservatori, è partita proprio dallo Pfizergate, per poi allargarsi e trasformarsi in un generale j'accuse. E neanche la risposta della presidente della Commissione si è limitata al caso dei messaggi che si sarebbe scambiata con il ceo di Pfizer nei convulsi giorni dell'approvvigionamento dei vaccini. "Quello che ha detto l'onorevole Piperea è eclatante, segue il manuale degli estremisti. C'è in corso una caccia alle streghe, ma non cederemo e lavoreremo sempre per l'unità europea", ha sottolineato von der Leyen che, al suo fianco, aveva la stragrande maggioranza dei commissari.
Fratelli d’Italia non ha ancora comunicato cosa farà
"Lei, presidente, ha agito da sola, fuori dal quadro democratico. L'Europa è governata all'oscuro dei popoli", ha replicato Fabrice Leggeri a nome dei Patrioti. Il gruppo in cui milita la Lega voterà in blocco la sfiducia alla presidente della Commissione. Ma sarà il solo. Il voto che si terrà giovedì segnerà invece una plastica spaccatura tra i Conservatori. Le delegazioni romena e polacca - ovvero Aur e il Pis di Mateusz Morawiecki - voteranno la sfiducia. Le restanti delegazioni, inclusa quella di Fratelli d'Italia, non hanno ancora comunicato ufficialmente cosa faranno. Il co-presidente Nicola Procaccini, tuttavia, ha sottolineato in Aula che non sosterrà la sfiducia. Ha parlato a titolo personale ma, di fatto, ha anticipato la posizione degli eurodeputati italiani.
Weber (Ppe): “Giovedì la sfiducia non passerà”
Il presidente del Ppe Manfred Weber, che sulla spaccatura di Ecr conta da tempo, non a caso è intervenuto a gamba tesa in Aula: "So che l'AfD tedesca e l'Aur rumena sono burattini di Putin. Ma perché il PiS polacco si unisce ora a questa alleanza filo-russa?". Giovedì la sfiducia non passerà. Neanche la Sinistra, ad eccezione del M5s, voterà a favore. "Non siamo né con con von der Leyen né con l'estrema destra", hanno spiegato da The Left. Verdi, Renew e Socialisti non si uniranno, chiaramente, all'iniziativa dei sovranisti. Ma per tutti e tre i gruppi la Plenaria di luglio deve essere uno spartiacque dove von der Leyen è chiamata comunicare "un cambio di passo" su dossier come la Coesione o le politiche sociali. Fonti socialisti hanno spiegato di valutare l'astensione. "Il nostro sostegno non è garantito, ci aspettiamo segnali nelle prossime 48 ore", hanno sottolineato. Nel mirino c'è anche Weber. "Quanto sta accadendo segna il fallimento della linea ambigua del Ppe, che strizza l'occhio di continuo alla destra", ha detto il capodelegazione del Pd Nicola Zingaretti.
Erc: Rifiutiamo sia il modello sovietico, sia quello russo
"La mozione di censura è uno strumento costituzionale volto a consolidare la democrazia. None' un problema. E' l'inizio di una soluzione. La mozione odierna parla di fatti gravi, di principi violati, di mancanza di trasparenza, di mancanza di rispetto per la giustizia, comprovati dalla sentenza della Corte di Giustizia europea nel caso Pfizer, una sentenza che la Commissione europea ha scelto di non applicare". Lo ha dichiarato l'eurodeputato romeno di Aur (Ecr), Gheorghe Piperea, promotore della mozione di sfiducia per la Commissione, nel suo intervento in plenaria a Strasburgo. "La mozione odierna, cari colleghi, invita il popolo europeo ad avviare un processo di riflessione. Provengo da un Paese che ha vissuto cinque anni di totalitarismo. Vi assicuro che nessun cittadino dell'Europa orientale vuole rivivere quei tempi. Rifiutiamo sia il modello sovietico, sia quello russo, sia quello cinese. Nonostante i problemi, la voce del popolo è stata ascoltata. Siamo qui, nella casa dei 450 milioni di cittadini dell'Unione europea. Ci chiedono di ripulire questa casa, come disse Churchill: questo è l'inizio di una fine", ha aggiunto.
Sinistra Ue: La maggioranza del gruppo non parteciperà al voto
“Molti dei nostri partiti e membri del gruppo hanno regole interne che non sostengono mai le mozioni presentate dall'estrema destra. Per questo motivo la stragrande maggioranza del mio gruppo non parteciperà al voto. Nessun voto per Ursula von der Leyen e nessun voto per le agitazioni di destra". Lo scrive in una nota il co-presidente del gruppo della Sinistra Ue, il tedesco Martin Schirdewan. "Questa mozione di censura non è altro che una trovata pubblicitaria dell'estrema destra per riconquistare credibilità agli occhi dei propri elettori, mentre l'Ecr partecipa a questa Commissione con Rafaele Fitto. Ci sono mille ragioni per censurare von der Leyen, che sostiene un ritorno all'austerità, è complice del genocidio a Gaza, sta promuovendo accordi di libero scambio, incluso l'accordo con il Mercosur, e sta distruggendo il Green Deal. Ma non sorprende che nessuna di queste ragioni sia menzionata in questa farsa di mozione di censura", aggiunge la copresidente della Sinistra Ue, la francese Manon Aubry.