La guerra di Kennedy e Trump a Gavi e ai vaccini

Il governo statunitense sospenderà i fondi a Gavi, l’ente di cooperazione internazionale tra soggetti pubblici e privati che promuove le campagne di vaccinazione contro le principali malattie infettive a livello internazionale. Mentre il 25 giugno Gavi, assieme all'Unione Europea, alla Fondazione Bill and Melinda Gates e a Global Citizen, organizzava a Bruxelles il vertice "Salute e prosperità attraverso l'immunizzazione", ottenendo dai leader 9 miliardi di dollari equamente divisi tra fondi pubblici e privati per la campagna di immunizzazione 2026-2030, da Washington Robert Kennedy Jr., Segretario Usa alla Salute, attaccava l’organizzazione definendola “ostile alla scienza” e annunciava la fine delle sovvenzioni degli Stati Uniti al programma, che da inizio secolo ha garantito a Gavi 8 miliardi di dollari. Kennedy, noto per le sue controverse posizioni sui vaccini e per le posizioni negazioniste sull’utilità della campagna d’immunizzazione contro il Covid-19, ha schierato l’amministrazione di Donald Trump contro il programma internazionale di Gavi rivolto principalmente ai Paesi in via di sviluppo e in un videomessaggio ha attaccato l’associazione, definendo “discutibili” ed “eccessivamente legate a vecchi paradigmi” le sue posizioni. “Kennedy”, ha spiegato la Abc, “ha affermato che lui e il presidente Trump erano preoccupati per il modo in cui Gavi e l'Organizzazione mondiale della sanità avevano collaborato durante la pandemia di COVID-19 per lavorare con le aziende di social media in un momento in cui molte persone avevano dubbi sulla sicurezza dei vaccini”. Il nipote di John Fitzgerald Kennedy ed ex candidato presidenziale ha detto che Gavi ha lavorato "per mettere a tacere opinioni dissenzienti, soffocare la libertà di parola e le domande legittime" durante la pandemia e ha attaccato chi, come Bill Gates, è ritenuto eccessivamente influente al suo interno. Le critiche a Gavi e l'assalto no-vax agli Usa Secondo Kennedy, sono almeno tre le campagne di Gavi meritevoli di critica: prima tra tutte, ovviamente, la citata posizione sul Covid-19. Seguono, poi, gli inviti alla vaccinazione contro la difterite, il tetano e la pertosse rivolte soprattutto alle donne dei Paesi in via di sviluppo e, infine, l’attenzione di Gavi sulle vaccinazioni giovanili. Per anni prima di ascendere a posizioni di governo l’ex avvocato ambientalista ha perorato la teoria della correlazione tra la vaccinazione dei giovani e l’insorgenza di sindromi come l’autismo. Sebbene di questa correlazione non esista alcuna prova concreta nella letteratura scientifica, la credenza, dominante nel mondo no-vax, è talmente radicata da aver inficiato anche l’agenda pubblica degli Usa in materia di vaccinazioni. Kennedy ha azzerato il consiglio direttivo dell’Advisory Committee on Immunization Practices, il comitato che collabora con il Dipartimento della Salute sulle pratiche vaccinali, sostituendolo con sette figure di sua nomina che hanno di recente rimosso tanto l’invito alla vaccinazione contro diverse malattie per i bambini quanto quello alle donne incinte dalle linee guida federali. Il capo delle politiche sanitarie del Trump 2.0 rivendica un’alterità rispetto a Gavi e di rappresentare un’agenda sanitaria più adatta ai bisogni dei cittadini. Nel videomessaggio del 25 giugno Kennedy ha detto che “"quando GAVI si è trovata ad affrontare questioni relative alla sicurezza dei vaccini, non le ha trattate come un problema di salute per i pazienti, ma come una questione politica e di pubbliche relazioni, mirando a preservare la sua influenza”. Dichiarazioni rispedite al mittente da Gavi, che ha risposto dichiarando che “qualsiasi decisione compiuta è in linea con le raccomandazioni del Gruppo consultivo strategico di esperti sull'immunizzazione dell'OMS". Perché Kennedy e Trump fanno la guerra a Gavi La battaglia di Kennedy e dell’amministrazione Trump contro Gavi serve a saldare tre linee politiche chiare della galassia populista e di destra del movimento Maga: in primo luogo, l’accarezzamento di temi no-vax va di pari passo con una retorica libertaria che indica in qualsiasi prerogativa sociale o di salute pubblica un potenziale vincolo ai diritti dei cittadini. Le campagne vaccinali sono viste come un simbolo di un’autorità politica oppressiva e da rifuggire. In secondo luogo, Gavi è vista al pari di Usaid, ovvero come un’organizzazione in cui i contribuenti americani spendono risorse destinate a programmi privi di ricadute sul suolo statunitense. Poco importa che la salute pubblica sia, a tutti gli effetti, una questione globale e che la prevenzione delle malattie infettive all’estero faccia anche l’interesse sanitario di un Paese ad alto tasso di mobilità e immigrazione come gli Usa: per Kennedy Gavi è l’altra faccia della medaglia dell’Oms, da cui Trump ha ritirato gli Stati Uniti nel primo giorno del suo secondo mandato, il 20 gennaio scorso. Infine, le figure simbolo di Gavi, a partire da Bill Gates, sono da tempo nel mirino del movimento Maga e dei suoi portavoce, a partire da Kennedy. Andare in loro contrasto è visto dall’amministrazione Trump come un modo facile per ottenere consensi nella propria base. Tutti questi motivi concorrono a definire una nuova politica sanitaria isolazionista degli Usa, con buona pace delle lezioni del Covid-19 e di anni di cooperazione sanitaria internazionale da cui Washington si sta, inesorabilmente, ritirando.

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