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Musk pubblica su X gli esami tossicologici delle urine per dimostrare che non si droga

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Il multimiliardario è stato accusato dal New York Times di aver assunto ketamina e una serie di altre sostanze durante la campagna di Trump nel 2024. Oggi il Ceo di Tesla ha pubblicato sul proprio profilo X i risultati che smentiscono le accuse mosse dal giornale newyorkese

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In risposta alle recenti accuse mosse dal New York Times di aver fatto “uso intenso” di sostanze stupefacenti, Elon Musk ha diffuso sul proprio profilo X i risultati di un test antidroga, che smentisce tali assunzioni. Il mese scorso, infatti, la prima testata giornalistica americana aveva pubblicato un articolo in cui sosteneva che Musk, il più grande donatore di Trump durante la sua ultima campagna elettorale, assumeva ketamina, ecstasy e funghi allucinogeni, citando persone a conoscenza delle sue attività. Oggi, dopo più di due settimane dalla comparsa delle accuse, Musk ha pubblicato sul proprio social network, X, i presunti risultati (negativi) di un test di laboratorio condotto l'11 giugno scorso da "Fastest Labs of South Austin" in Texas, dopo il prelievo di un campione di urina. 

Le accuse del New York Times

Nel rapporto pubblicato dal giornale americano, Musk è stato accusato da alcune fonti di aver tenuto una scorta di narcotici in un portapillole giornaliero contenente circa 20 pasticche. Il suo consumo di ketamina è stato descritto come "cronico" e così intenso da causare problemi alla vescica. Musk aveva precedentemente respinto le accuse, affermando: "Ho provato la ketamina su prescrizione qualche anno fa e l'ho detto su X, quindi questa non è nemmeno una novità. Aiuta a uscire da buchi mentali oscuri, ma da allora non l'ho più presa". Ha poi accusato il giornale di "mentire".

Ambiguità nei test

Tuttavia, secondo l’Addiction Center, gli esiti di laboratorio mostrano che il fondatore di Tesla e Space X si è sottoposto solo a un esame delle urine, che può rilevare la presenza di droghe nell'organismo in un periodo di tempo più breve rispetto a un esame del follicolo pilifero, che in genere può rilevare la presenza di droghe nell'organismo fino a tre mesi. 

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