Una donna alla guida degli 007 di sua maestà. E per la prima volta non è finzione

Per gli appassionati di storie di spionaggio in salsa britannica, le figure femminili di riferimento, nel mondo della fiction, sono state fin qui due: Judie Dench nel ruolo di M , direttrice dell’MI6 nella saga di James Bond dal 1995 al 2012 , e Kristin Scott Thomas nei panni di Diana Taverner, vice direttrice dell’MI5 nella serie televisiva "Slow Horses". In realtà il loro numero, su piccolo come su grande schermo, è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni. Tra gli ultimi esempi, una spietatissima Keira Knightley nel ruolo di Helen Webb: moglie di un alto funzionario del governo britannico, madre di due gemelli e agente segreto per l'organizzazione clandestina "Black Doves". La prima volta dell'MI6 Non tutti sanno però che, accanto al mondo della finzione, anche quello dell’intelligence reale si sta popolando di donne sempre più spesso in ruoli apicali. È già avvenuto al Security Service ben due volte, con Stella Rimington prima ed Eliza Manningham-Buller poi. Il GCHQ, ha attualmente una direttrice, Anne Keast-Butler, insediatasi nel 2023. Ora tocca al Secret Services, l’MI6, reso universalmente famoso dalla penna di Fleming. La favorita Per la prima volta a 116 anni dalla sua fondazione, sarà infatti sicuramente guidato una donna. In pole position per sostituire, a partire dall’autunno, Sir Richard Moore, è la diplomatica Dame Barbara Woodward, attuale ambasciatrice britannica presso le Nazioni Unite. E a dimostrazione che il mondo delle ombre si tinge di rosa, Il processo di selezione, avviato dal Cabinet Secretary Chris Wormald, ha visto come finaliste tre donne, tra cui due dirigenti interne all’MI6. Attualmente, infatti tre dei quattro diretti riporti di Sir Richard sono donne, rispettivamente a capo delle operazioni, della strategia e della tecnologia . Un po’ come nel caso della nostra Elisabetta Belloni , Woodard non ha fatto una carriera interna all’intelligence, bensì in seno alla diplomazia. In particolar modo è stata ambasciatrice in Cina dal 2015. E questo è un elemento considerato, a seconda dei punti di vista, un plus ma anche un aspetto critico. I sostenitori della Woodward ritengono che il suo profilo sia il più adatto ad affrontare le sfide geopolitiche attuali . Il suo curriculum diplomatico potrebbe contribuire ad avere una visione strategica globale. C’è però chi, come Sir Ian Duncan Smith, una delle figure più prominenti del partito conservatore, la accusa di essere stata in passato troppo indulgente con Pechino, al punto da meritarsi il non lusinghiero soprannome di Beijing Barbara. I candidati possono provenire dal Civil Service , dal corpo diplomatico, dalle forze armate, dalla polizia e, ovviamente, dalle stesse agenzie di intelligence. Il processo di selezione La rosa di candidati verrà ascoltata da una commissione ad hoc che poi farà una raccomandazione al segretario agli Esteri, David Lammy. Quest’ultimo procederà alla nomina, che sarà poi avallata dal Primo Ministro, Keir Starmer. La firma sull’atto di nomina è attesa in estate e sarà la prima di peso del governo laburista nel settore della sicurezza. A Londra si dice che Sir Richard abbia una favorita, che ne stia caldeggiando il nome al governo. Dovesse la scelta ricadere su una delle sue vice, parte del merito sarà da ricondurre proprio a lui, che nei suoi anni alla guida del Six si è molto battuto affinché il personale del servizio riflettesse la società e i suoi cambiamenti. Moore in passato aveva promesso che si sarebbe assicurato di essere stato l’ultimo C scelto da una lista di soli uomini. Secondo quanto riporta il Times, uno dei compiti principali del nuovo C sarà quello di rafforzare la cooperazione tra le agenzie di spionaggio britanniche e il ministero della Difesa per affrontare le crescenti minacce. Una delle principali eredità di Sir Richard, tra le pochissime note, è la scelta di essere presente nel dibattito pubblico, con interviste, discorsi e perfino post sui social .

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