Elezioni in Polonia, i candidati alle presidenziali e lo scenario politico

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Introduzione

Elezioni presidenziali ad alta tensione quelle che si tengono in Polonia domenica 18 maggio, un Paese diviso tra progressisti filoeuropeisti e nazionalisti cattolici. Il capo dello Stato detiene il potere di veto sull'iter legislativo: per questo l'attuale premier Tusk, che si è più volte scontrato con il presidente conservatore Duda, tifa affinché vinca il suo candidato. Che peraltro, secondo gli ultimi sondaggi, è il favorito: si tratta di Trzaskowski, tallonato dal rivale Nawrocki. Per essere eletti serve la maggioranza assoluta dei voti (50%+1): perciò è molto probabile il ballotaggio, che si terrebbe, nel caso, domenica 1 giugno

Quello che devi sapere

Un Paese spaccato in due

  • La Polonia è geograficamente e politicamente spaccata in due: da una parte c’è l’Ovest progressista, dall’altra l’Est conservatore, molto attento ai fenomeni immigratori. Questo è lo scenario in cui Varsavia va al voto domenica 18 maggio per eleggere il presidente della Repubblica. Il ballottaggio, se necessario, si terrà domenica 1° giugno. Assente da questa tornata elettorale il capo dello Stato uscente Andrzej Duda, conservatore ed esponente del Partito Diritto e Giustizia (Pis): essendo già al secondo mandato (il primo nel 2015, il secondo nel 2020) non può per legge ripresentarsi.

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Come si elegge il capo dello Stato

  • Per potersi candidare alle elezioni presidenziali in Polonia, bisogna essere cittadino polacco, avere almeno 35 anni nel giorno del primo turno di votazione e aver raccolto almeno 100mila firme tra gli elettori. Il presidente della Repubblica viene scelto direttamente dal popolo ogni cinque anni. Come stabilito dalla Costituzione, il capo dello Stato viene eletto con maggioranza assoluta (50%+1) delle preferenze. Se nessun candidato riesce a superare questa soglia, si procede a un turno di ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti al primo turno. Come già accennato parlando dell’uscente Duda, il presidente può essere rieletto solamente una volta: ciò significa che, al termine dell’eventuale secondo mandato, non può più ricandidarsi

Perché è una scelta importante

  • Come sappiamo, la Polonia fa parte dell’Unione europea: già questo è un motivo valido per seguire con interesse le imminenti elezioni presidenziali, come già stanno facendo le istituzioni comunitarie. Ma la scelta del capo dello Stato ha anche risvolti interni importanti: si tratta, infatti, di una figura che può influenzare direttamente l’iter legislativo grazie al suo potere di veto, che tuttavia può essere annullato da un voto parlamentare con la maggioranza di tre quinti (alla presenza di almeno la metà dei deputati)

Le tensioni tra Tusk e Duda

  • La scelta del presidente della Repubblica diventa a maggior ragione cruciale nel caso in cui, come da due anni a questa parte, il governo polacco abbia un "colore politico" diverso dal capo dello Stato. Nel 2023, infatti, a Varsavia si è insediato Donald Tusk, primo ministro liberale e filoeuropeista (che guida una maggioranza risicata). Esponente di Piattaforma Civica (Po), di cui è cofondatore, l’attuale premier si è più volte scontrato col presidente Duda, nazionalista cattolico del Partito Diritto e Giustizia sconfitto alle urne nel 2023. Per questo motivo, l’attuale esecutivo filo-Bruxelles auspica che a succedere a Duda sia il proprio candidato e non un altro conservatore. Tusk, in sostanza, vorrebbe attuare il suo programma elettorale senza il pericolo di veti presidenziali

I favoriti all'elezione

  • Ci sono diversi candidati alla presidenza polacca, ma quelli da tenere d'occhio sono tre. Cominciamo da quest’ultimi. Stando agli ultimi sondaggi, il favorito sarebbe Rafal Trzaskowski, sindaco di Varsavia dal 2018 e uomo di Piattaforma Civica (il partito del premier Tusk). Trzaskowski è stato lo sfidante di Duda alle elezioni presidenziali del 2020: in quell’occasione, fu sconfitto di misura dal candidato di Diritto e Giustizia. Lato conservatore, l’avversario è senza dubbio Karol Nawrocki, sostenuto dal partito di Duda (nonostante non ne sia membro). Al terzo posto, sempre stando agli ultimi sondaggi, ci sarebbe Slawomir Mentzen del partito di destra Konfederacja. Secondo gli analisti, sarà comunque necessario il ballottaggio, dato che il favorito Trzaskowski dovrebbe ottenere preferenze intorno al 38%, ben lontano dal 50%+1 richiesto

Gli altri candidati

  • Oltre ai tre citati, alla carica di presidente della Repubblica aspirano anche l’attuale presidente del Parlamento Szymon Holownia (Terza Via), Magdalena Biejat (Nuova Sinistra), Marek Jakubiak (Wolni Republikanie), Marek Woch (Bezpartyjni Samorzadowcy), Romuald Starosielec (Ruch Naprawy Polski), Piotr Szumlewicz (Zwiazekkowa Alternatywa), Adrian Zandberg (Razem) e Katarzyna Cichos (Platforma Rozwoju Polski)

Le presunte "interferenze russe"

  • La Polonia è in fibrillazione già da tempo per le elezioni: basti pensare che un mese fa il ministero degli Affari digitali polacco ha allertato sul numero crescente di attacchi informatici russi in concomitanza con la preparazione al voto. Varsavia, fedele alleato della vicina Kiev, ha avvertito che Mosca potrebbe cercare di interferire con le elezioni del 18 maggio tramite attacchi informatici e campagne di disinformazione. "Oggi, 15 aprile 2025, abbiamo contato quasi 2.000 casi e la giornata non è ancora finita", aveva affermato Krzysztof Gawkowski, ministro degli Affari digitali, all'emittente televisiva Tvn24, aggiungendo che è dall’inizio dele 2025 che le segnalazioni di attacchi sono aumentate. "Ci sono 60.000-70.000 attacchi al mese" di varia portata, ha detto Gawkowski, ribadendo l'opinione che la Polonia sia "in guerra informatica con la Russia". Lo stesso premier Tusk, un mese e mezzo fa, aveva denunciato un "attacco cyber al sistema informatico" del suo partito: "Sono cominciate le interferenze straniere nelle elezioni. I servizi indicano una pista orientale"

Le preoccupazioni europee

  • Timori condivisi anche dalla delegazione dell’assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa inviata in Polonia in vista delle elezioni, che ha sollevato serie preoccupazioni sull’integrità e la sicurezza del processo elettorale. Dopo una serie di incontri con alti funzionari statali, rappresentanti della magistratura, dei partiti politici, delle autorità elettorali, della società civile e dei media indipendenti, il 16 aprile scorso la delegazione di Strasburgo ha manifestato riserve sulla composizione politicizzata degli organi di amministrazione elettorale e l'imparzialità delle istituzioni giudiziarie nel dirimere le controversie elettorali, ritenuti entrambi lasciti del precedente governo. I rappresentanti dell'assemblea del Consiglio d'Europa hanno inoltre espresso allarme per "l'intensa e divisiva retorica della campagna elettorale, l’inadeguata supervisione del finanziamento delle campagne elettorali e la possibilità che le emittenti pubbliche riferiscano i fatti in modo distorto". Una nuova missione di osservazione è in Polonia per monitorare lo svolgimento delle elezioni.

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