Il popolo di Francesco

“Il mio ricordo più bello risale a quando si affacciò a San Pietro e dissero che si sarebbe chiamato Francesco, come il santo vicino ai più poveri, come il modo di vivere la fede dei francescani da cui ho vissuto molti anni in un momento di difficoltà” racconta Tolomeo, ottant’anni, arrivato dal Cilento per fare visita alla tomba di Papa Francesco, nel terzo giorno dopo i funerali. Si presenta davanti alla Basilica di Santa Maria Maggiore con al collo un cartello con la scritta “Il mondo piange Papa Francesco, anche il Cilento piange”. Sventola una bandiera dell’Italia e, nella sua intima e personale processione, porta con sé un ramoscello di ulivo, una conchiglia intrecciata a reti da pesca e un campanaccio. “Era un Papa vicino a chi non aveva niente. Per questo ho portato queste cose, sono i simboli delle origini umili della mia famiglia. Volevo rendere l’omaggio mio e dei cittadini di Pollica, lo stesso paese del Cilento in cui è nato il cardinale Antonio Quarracino che consacrò Bergoglio molto prima che diventasse Pontefice”, racconta mentre si aggiunge alla lunga fila che circonda le mura della Basilica. Il caldo attanaglia la piazza e le macchine procedono lente, facendo attenzione alle persone che attraversano in ogni punto della strada per avvicinarsi. Su via Carlo Alberto, parallela a via Merulana, diversi autobus si fermano in doppia fila. Da questi scendono folti gruppi di pellegrini con cappellini colorati, foulard con simboli religiosi, scarpe da trekking. Qualcuno si protegge dal sole dell’ora di pranzo con un ombrello, altri usano lo zaino o una giacca. Divisi dalle transenne, tra i più preparati muniti di prenotazione e chi ha deciso all’ultimo di non farsi sfuggire l’occasione di partecipare al grande evento collettivo, i visitatori sono disposti a sostenere anche quaranta minuti di fila e qualcuno ha portato con sé persino uno sgabello per sedersi nell’attesa. “Sono arrivate tra le 11 mila e le 15 mila persone al giorno”, afferma un carabiniere ai controlli di sicurezza dell’ingresso. “Io sono molto attaccata a Papa Francesco, me lo sento già santo” dice una donna accompagnata dal marito e dalla figlia. “Ricordo bene tutte le frasi che ha detto rivolte alla famiglia, agli anziani, ai giovani. Essenzialità, accoglienza e semplicità, questa è la fede cristiana e queste sono le cose che più hanno contraddistinto il suo papato, spero che anche il prossimo porti avanti il suo lavoro”. In pochi minuti, alla coda si aggiungono oltre mille pellegrini arrivati dall’Olanda, sotto la bandiera dello Stato del Vaticano, un gruppo di pellegrine è quasi alla fine dell’attesa e sta per accedere alla Basilica. “Papa Francesco era prima di tutto un uomo buono. Era diverso da tutti gli altri Papi, sono felice di essere qui oggi”, afferma una di loro. Nel gruppo ci sono dai bambini alle persone anziane, anche con più di ottant’anni. “Il mio ricordo più prezioso del Papa è quando si affacciò per la prima volta a San Pietro e fu subito chiaro che avrebbe avuto un approccio diverso al pontificato” afferma Arjen Bultsma, vicario della diocesi di Groninga-Leeuwarden, nel nord dei Paesi Bassi. “Il suo successore? Credo che i cardinali che lo sceglieranno dovranno pensare molto a quello che sta succedendo nel mondo, tra guerre e crisi di vario genere. Non sarei sorpreso se scegliessero figure in grado di instaurare un dialogo internazionale tra diversi Paesi, anche a livello politico. In questo senso, i cardinali Parolin e Zuppi, ma anche Tagle potrebbero essere una buona scelta”. Il popolo di Francesco però non è composto solo di pellegrini e fedeli. “Non siamo credenti ma eravamo qui in vacanza e non volevamo farci sfuggire l’occasione di essere presenti in un momento così importante”, dice una coppia di giovani francesi. Poco più avanti nella fila c’è anche Anastasìa insieme al suo fidanzato. Vengono dall’Ucraina ma lei vive a Roma da diversi anni. “Avevo visto il Papa una sola volta qualche anno fa durante un’omelia. Non sono particolarmente credente ma volevo essere qui per partecipare a un pezzo di storia. Il prossimo Papa? Spero sarà qualcuno in grado di mettere fine alle guerre”.

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