Londra respira meglio. E ne beneficiano le aree più povere

Nel 2016, due milioni di persone a Londra, tra cui 400mila bambini, vivevano in aree che superavano i limiti legali di inquinamento atmosferico. È in questo contesto che lo stesso anno Sadiq Khan, appena eletto sindaco, ha individuato nell’inquinamento uno dei nodi più urgenti da sciogliere per il futuro della città. A otto anni di distanza, due report pubblicati a inizio marzo dal suo ufficio riassumono tutti i risultati che Khan ha ottenuto negli ultimi due mandati in termini di miglioramento della qualità dell’aria. Nonostante le proteste, negli ultimi otto anni Londra ha anticipato di quasi due secoli il raggiungimento degli standard legali di qualità dell’aria. Merito, soprattutto, di misure coraggiose come l’introduzione di una zona a emissioni ultra-basse , che ha ridotto del 27% il diossido di azoto e del 31% le polveri sottili nell’aria, con benefici particolarmente significativi nelle aree più svantaggiate. L’area a emissioni ridotte più grande al mondo La prima Ultra Low Emission Zone riguardava solo il centro di Londra ed è entrata in vigore nel 2019. Da allora la misura è stata progressivamente estesa fino a raggiungere nel 2023, a tutti i 1.500 km² della capitale e i suoi dintorni, coprendo circa nove milioni di residenti. Attiva 24 ore su 24, 365 giorni l’anno , l’attuale ULEZ è la più grande del suo genere al mondo. Al suo interno, i veicoli che non rispettano gli standard europei sulle emissioni devono pagare una tariffa giornaliera: 12,50 sterline per auto, moto e furgoni, fino a 100 sterline per mezzi pesanti, autobus e pullman. Ma questa misura non è pensata per essere solo un deterrente: i fondi raccolti sono stati reinvestiti nel sistema di trasporto pubblico e in ulteriori misure per migliorare la qualità dell’aria. E con l’aumento dei veicoli conformi, anche gli incassi sono calati, segnale che l’intervento sta raggiungendo il suo scopo. Dal 2019 a oggi, si stima che la ULEZ abbia evitato l’emissione di circa 800mila tonnellate di CO2 dai veicoli in circolazione a Londra. “Quando sono stato eletto, le proiezioni indicavano che ci sarebbero voluti quasi 193 anni per riportare l’inquinamento a Londra entro i limiti legali”, ha dichiarato Sadiq Khan. “Oggi siamo vicinissimi a quel traguardo.” L’ultima espansione della ULEZ del 2023 aveva suscitato numerose proteste nelle zone più periferiche della città, dove i cittadini dipendono maggiormente dall’auto e le risorse economiche sono spesso più limitate. Eppure, proprio quei quartieri sono oggi i più protetti: i dati mostrano una riduzione fino all’80% dell’esposizione a livelli di inquinamento oltre i limiti legali, in aree storicamente penalizzate dalla vicinanza a grandi arterie di traffico. Nonostante le proteste, una campagna elettorale ostile e una causa giudiziaria da oltre un milione di euro intentata da cinque borough contrari all’estensione, Khan ha ottenuto una storica riconferma nel maggio 2024. Il verdetto dell’Alta Corte inglese? La misura è stata ritenuta pienamente legittima e proporzionata. Ora anche i dati raccolti negli ultimi otto anni confermano la validità della misura. Non solo: iniziano ad emergere effetti collaterali positivi in ambiti che vanno oltre la qualità dell’aria. Secondo uno studio recente, a un anno dall’introduzione della ULEZ, due studenti su cinque nelle aree interessate hanno abbandonato modalità di trasporto “passive” — come essere accompagnati in auto — in favore di spostamenti “attivi”: a piedi, in bicicletta, in monopattino o con i mezzi pubblici. Altri provvedimenti L'estensione della zona a emissioni ultra-basse non è stata l’unica leva attraverso cui l’amministrazione di Khan ha cercato di ridisegnare la mobilità e la qualità dell’aria nella capitale. In parallelo, Londra ha accelerato la transizione del proprio sistema di trasporto pubblico, puntando su una rete di autobus sempre più pulita: oltre 1.300 bus elettrici sono già in circolazione, rendendo la flotta londinese la più grande a zero emissioni dell’Europa occidentale. Anche il settore dei taxi e dei veicoli a noleggio ha seguito la stessa direzione, grazie anche a una rete di oltre 18.600 punti di ricarica, di cui più di 1.000 rapidi o ultra-rapidi, A ciò si aggiunge l’ampliamento della rete ciclabile, quadruplicata dal 2016, e l'aumento delle corse in bicicletta, passate da 1,06 a 1,26 milioni al giorno. Infine, iniziative come il sistema di allerta per l’inquinamento atmosferico e la rete di sensori iper-locali “Breathe London” hanno inoltre rafforzato la consapevolezza e la capacità di reazione dei cittadini. Ma i cambiamenti non finiscono qui, perché il sindaco ha fissato obiettivi ambiziosi per il futuro: entro il 2041, l’80% degli spostamenti a Londra dovrà avvenire a piedi, in bici o con i mezzi pubblici e tutti gli autobus dovranno essere a zero emissioni entro il 2034.

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