
Le province meridionali di Bassora, Najaf e Diwaniyah risultano tra le più colpite dalla violenta tempesta di sabbia che ha investito l’Iraq il 14 aprile. Ospedali e centri di emergenza sono stati attivati per fornire ossigeno, trattamenti per l’asma e cure d’urgenza, mentre la scarsa visibilità ha costretto alla sospensione dei voli in diversi aeroporti
Lunedì 14 aprile una violenta tempesta di sabbia ha colpito le regioni meridionali dell’Iraq, causando oltre 3.700 casi di soffocamento. Lo hanno reso noto le autorità sanitarie locali. Tra le aree più colpite figurano le province di Najaf e Bassora, dove le autorità aeroportuali sono state costrette a sospendere temporaneamente i voli a causa di una fitta nube di polvere che ha ridotto drasticamente la visibilità.
Centinaia di ricoveri: Bassora la provincia più colpita
Secondo quanto riportato dal sito di informazione curdo-iracheno Rudaw, il numero più elevato di casi è stato registrato nella provincia meridionale di Bassora, dove 749 persone hanno dovuto ricevere assistenza medica. Seguono Diwaniyah con 350 casi e Najaf, che ha contato oltre 250 pazienti affetti da sintomi respiratori. La direzione sanitaria di Bassora ha confermato che "un numero crescente di persone colpite dalla tempesta di sabbia sta affluendo nelle strutture sanitarie", sottolineando come i casi di difficoltà respiratorie siano in aumento.
L’appello delle autorità sanitarie
Le autorità sanitarie locali hanno invitato i cittadini a prendere precauzioni per evitare complicazioni dovute all'inalazione della polvere. Intanto, ospedali e centri di emergenza nelle aree colpite sono stati attivati per fornire ossigeno, trattamenti per l’asma e cure d’urgenza.
L’impatto crescente del cambiamento climatico
Le tempeste di sabbia non sono un fenomeno nuovo per l’Iraq, ma negli ultimi anni sono diventate più frequenti e violente, complice la prolungata siccità, la desertificazione e il costante aumento delle temperature. Secondo il ministero dell'Ambiente iracheno, il Paese ha registrato in media 272 giorni di tempeste di sabbia all'anno negli ultimi vent'anni. Si stima che questo numero raggiungerà le 300 giornate entro il 2050. Tra le cause principali del fenomeno, anche la gestione inadeguata delle risorse idriche e la costruzione di dighe nei Paesi a monte, che hanno ridotto in modo drastico il flusso dei fiumi Tigri ed Eufrate. Le Nazioni Unite hanno sollecitato interventi tempestivi per l'adozione urgente di misure volte a contrastare il degrado ambientale e mitigare la crisi climatica che si aggrava nel Paese.
