Le conseguenze del Signalgate: il Canada critica gli Usa, Londra cauta, l’Europa è muta

Il “Signalgate” che scuote la politica americana e le alte sfere della sicurezza nazionale di Washington causa reazioni contrastanti tra gli alleati degli Usa. Dopo che Jeffrey Goldberg, direttore di The Atlantic, ha scritto di esser stato aggiunto per errore in una chat su Signal dove i più alti funzionari dell’amministrazione Trump programmavano e organizzavano l’attacco contro le milizie Houthi in Yemen del 15 marzo scorso, le principali questioni emerse riguardano due dinamiche. Le lezioni del Signalgate La prima è la modalità con cui il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz, il vicepresidente J.D. Vance, il capo del Pentagono Pete Hegseth e altri alti esponenti dell’amministrazione avrebbero organizzato i raid, coordinandosi su una chat di una piattaforma di messaggistica istantanea invece che utilizzare canali cifrati per scambiare informazioni riservate inerenti alla sicurezza nazionale. La seconda concerne invece i contenuti delle discussioni, in cui gli account riconducibili ai maggiori funzionari del governo Usa non lesinano critiche agli alleati europei di Washington. Secondo quanto riportato da Goldberg, sarebbero stati in particolare Vance e Hegseth a criticare l’Europa. Il primo, sottolineando il fatto che gli Usa stavano “salvando nuovamente l’Europa” e la libertà di commercio colpendo gli Houthi per tenere aperto il Mar Rosso dove passa ben il 40% del traffico mercantile europeo e solo il 3% di quello americano. Il secondo, definendo “parassiti” gli europei. Il Canada e Carney a testa bassa I fatti in questione hanno suscitato reazioni diverse. La più ruvida è stata senz’altro quella del primo ministro canadese Mark Carney, che sta facendo della critica all’amministrazione di Donald Trump e del richiamo alla necessità di una maggiore autonomia di Ottawa dagli Stati Uniti i cavalli di battaglia per la campagna elettorale del Partito Liberale in vista del voto anticipato del 29 aprile. Carney, parlando in conferenza stampa a margine di una visita nell'isola di Terranova, nella giornata di lunedì ha definito "un problema serio" la falla informativa e d'intelligence emersa dal Signalgate, sottolineando che "bisognerà imparare tutte le lezioni che questo caso ci insegnerà, a partire dalla necessità per le nazioni alleate di guardare sempre più a sé stesse". Come nota il Guardian, “il Canada è uno dei membri della rete di condivisione di informazioni Five Eyes, insieme ad Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito” che rappresenta la più solida alleanza d’intelligence su scala globale. Il Signalgate, in quest’ottica, è osservato come un importante precedente perché “la fuga di informazioni riservate rischia di mettere ulteriormente a dura prova il gruppo, in quanto mette in luce la scarsa serietà con cui l'attuale amministrazione americana prende la gestione delle informazioni top secret”. Londra sprona l’Europa sostenendo la tesi degli Usa Il Regno Unito, alleato degli Usa e del Canada nella Nato e nel patto Five Eyes, ha invece colto con maggior attenzione la problematica connessa al ruolo dell’Europa nella sicurezza collettiva dell’Occidente, provando a bilanciare gli interessi di Washington e quelli del Vecchio Continente. Il Segretario alla Difesa britannico John Healey ha dichiarato, un po’ a sorpresa, che Hegseth “ha ragione” nel definire “patetici” gli sforzi dell’Europa per la sicurezza della libertà di navigazione nel Mar Rosso, escludendo Londra dal computo e sottolineando che queste parole “devono essere lette come una sfida e un invito a fare di più”. “Sulla spesa per la difesa, sulla sicurezza europea, sul nostro sostegno all'Ucraina, le nazioni europee possono e faranno di più e il Regno Unito sta aprendo la strada", ha dichiarato il capo della difesa britannica nel governo di Keir Starmer. Londra ha sostenuto Washington fin dall’inizio nei raid contro gli Houthi, iniziati nel gennaio 2024, e ritiene di poter prendere posizione per reclamare un ruolo di leadership nel Vecchio Continente. Il silenzio dell’Ue Sorprende, in queste ore, il silenzio europeo: nessun commento ufficiale è arrivato dalla Commissione Europea o dai governi comunitari sulle dichiarazioni emerse dalla chat rivelata da The Atlantic. Un diplomatico europeo, parlando anonimamente con Politico.eu, ha dichiarato che “la fiducia è tradita” e che gli Usa devono capire che “non c'è alleanza senza fiducia”. Ma l’assenza di una reazione ufficiale mostra il senso di spaesamento e abbandono oggi dominante in un’Europa che fatica a cogliere che il mondo è cambiato e lo sono anche i rapporti transatlantici, da non dare più per scontati.

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