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Guerra Ucraina Russia, Trump: "Telefonata con Zelensky di un'ora, siamo su buona strada"

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Trump parla con Putin, stop attacchi su centrali ucraine
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Trump parla con Putin, stop attacchi su centrali ucraine
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Il presidente Usa ha avuto un colloquio telefonico con il leader ucraino. Trump: "Chiamata di un'ora, siamo sulla buona strada". La Russia ha lanciato un attacco con droni sul sistema elettrico delle ferrovie regionali, poche ore dopo l’impegno di Putin a sospendere gli attacchi alle infrastrutture energetiche ucraine per 30 giorni, a seguito della telefonata con Trump. Dobbiamo "prepararci alla guerra", dice von der Leyen. Domenica i colloqui proseguiranno a Gedda

Media: "Gli Usa sospendono il contrasto al sabotaggio russo"

Diverse agenzie di sicurezza nazionale degli Stati Uniti hanno interrotto i lavori su uno sforzo coordinato per contrastare il sabotaggio, la disinformazione e gli attacchi informatici russi, allentando la pressione su Mosca mentre l'amministrazione Trump spinge la Russia a porre fine alla sua guerra in Ucraina: lo riporta in esclusiva la Reuters. L'anno scorso, ricorda l'agenzia di stampa, l'allora presidente Joe Biden aveva ordinato al suo team di sicurezza nazionale di istituire gruppi di lavoro per monitorare la questione, dopo gli avvertimenti dell'intelligence Usa secondo cui la Russia stava intensificando una guerra ombra contro le nazioni occidentali. Il piano era guidato dal National Security Council (NSC) del presidente e coinvolgeva almeno sette agenzie di sicurezza nazionale che hanno collaborato con gli alleati europei per sventare i complotti che avevano come obiettivo Europa e Stati Uniti, hanno detto alla Reuters sette ex funzionari che hanno partecipato ai gruppi di lavoro. Prima dell'insediamento del presidente Donald Trump, la sua amministrazione entrante è stata informata dai funzionari di Biden sugli sforzi e sollecitata a continuare a monitorare la campagna di guerra ibrida della Russia, hanno affermato gli ex funzionari statunitensi. Tuttavia, da quando Trump è entrato in carica il 20 gennaio scorso, gran parte del lavoro si è bloccato, secondo 11 attuali ed ex funzionari. Secondo queste fonti, gli incontri regolari tra il Consiglio per la sicurezza nazionale e i funzionari della sicurezza nazionale europei non sono stati programmati e l'NSC ha smesso di coordinare formalmente gli sforzi tra le agenzie statunitensi, tra cui l'FBI, il Dipartimento per la sicurezza interna e il Dipartimento di Stato.

Mounk: "Per Trump il mondo diviso in sfere di influenza"

"Sono mesi che la situazione sembra volgere in questa direzione. L'Ucraina che sarà costretta ad accettare una perdita del suo territorio sovrano. È ormai evidente da tempo che non è in grado di respingere l'esercito russo dal suo territorio e che quindi, in qualche maniera, una qualche forma di cessazione delle ostilità sia necessaria". Lo ha detto alla Stampa il politologo Yascha Mounk. "La paura in questo momento non è il cessate il fuoco - aggiunge - ma che si arrivi ad accettare che parte del territorio ucraino rimarrà sotto il controllo della Russia e che alla Russia non sarà chiesto nulla in cambio. Queste due cose insieme se anche portano alla pace, non portano a una pace stabile, se consideriamo le mire espansionistiche di Putin". "Trump vede il mondo diviso secondo sfere di influenza - spiega - Crede che l'Ucraina faccia parte della sfera di influenza naturale della Russia, che Taiwan faccia parte della sfera di influenza naturale della Cina e che la Groenlandia o Panama debbano fare parte della sfera di influenza naturale degli Stati Uniti. Il tutto condito da un'ottica opportunista per cui l'obiettivo è trarre il massimo da quelle zone che sono appunto sotto la diretta influenza degli Usa e abbandonare il resto a Russia o Cina, con completo menefreghismo di quello che era l'ordine mondiale prestabilito". Per Trump, dice Mounk, l'Europa "è un alleato ma conta poco o molto a seconda di quanto serve agli interessi americani. L'Europa dell'Est va bene che stia sotto l'influenza della Russia e dunque non viene difesa, quella dell'Ovest è bene che rimanga nella sfera di influenza degli Stati Uniti, deve continuare a essere orientata verso Washington, ma in termini molto meno favorevoli rispetto al passato. In questo nuovo contesto mondiale l'Europa deve decidere cosa fare. Se vuole prendersi in mano il proprio futuro, allora deve cambiare parecchio, non solo spendere più soldi sul militare, ma anche ridiventare una vera forza economica nel mondo il che significa produrre aerei moderni, avere veicoli elettronici competitivi, essere all'avanguardia nella ricerca sull'intelligenza artificiale".

Kallas: "Eurobond per la difesa non sono fuori dal tavolo"

"Gli eurobond per la difesa non sono fuori dal tavolo". Lo ha detto l'alto rappresentante Ue Kaja Kallas parlando ad un gruppo di agenzie internazionali. "È ovvio che dobbiamo fare di più e nulla è fuori discussione. Ciò che vedete è quello che poteva essere concordato al momento. Ma è del tutto fuori discussione? Non credo, perché si tratta di progetti comuni e abbiamo anche bisogno di finanziamenti comuni", ha aggiunto. "Credo - ha precisato rispondendo ad una domanda sulla clausola del made in Europe chiesta ad alta voce dalla Francia - che l'opportunità di sviluppare l'industria europea della difesa sia davvero presente in questo momento. Significa che siamo in grado di farlo completamente da soli? No, al momento no. Ma sicuramente rafforzare l'industria europea della difesa è importante: se ci affidiamo ai nostri alleati che poi pongono delle condizioni su come possiamo usare le armi, poi nei momenti di crisi avremmo difficoltà con queste limitazioni". Il punto di caduta sembra dunque essere una quota del 65% di componentistica europea nelle catene del valore e Parigi, secondo Kallas, si dice d'accordo. "Il punto principale - nota - è che al momento non siamo in grado di fare tutto in Europa. Inoltre, è un po' come l'uovo e la gallina o un circolo vizioso: se diciamo che l'industria americana è fuori, cosa che al momento non è possibile, l'America dirà: 'Perché partecipiamo allora alla vostra difesa?' Così li allontaniamo anche dalla sicurezza europea, cosa che non vogliamo. Bisogna avere un approccio calibrato".

Trump: "Con Putin non discusso di aiuti militari a Kiev"

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che nella chiamata di ieri con il presidente russo Vladimir Putin non è stata discussa la questione degli aiuti militari all'Ucraina, nonostante il Cremlino abbia affermato che il leader russo aveva chiesto la fine dell'assistenza militare a Kiev."Non abbiamo parlato di aiuti, non ne abbiamo parlato affatto", ha detto Trump in un'intervista serale al programma "The Ingraham Angle" della Fox News. "Abbiamo parlato di tante cose, ma non si è mai parlato di aiuti", ha aggiunto come riporta Reuters sul sito.

Hill: "Ha vinto il russo, Trump sbaglia tattica"

"Il capo del Cremlino ha ottenuto quello che voleva. Il sistema di sicurezza nato dalla Prima e dalla Seconda Guerra Mondiale è finito. Gli europei sono minacciati insieme da Russia, Usa e Cina: se non capiscono che è arrivato il momento di costruire le loro difese, le conseguenze saranno molto tetre". Così a Repubblica Fiona Hill, ex direttrice per l'Europa nel Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca nel primo mandato di Trump. La telefonata tra i leader "a giudicare dai due comunicati, non è stata molto soddisfacente per la Casa Bianca. Putin ripete le sue posizioni massimalistiche, come la fine degli aiuti militari e di intelligence a Zelensky. Considerando che Trump aveva già in mano l'accordo sulla tregua con l'Ucraina, probabilmente si aspettava di convincerlo. Ma non si capisce usando quale leva, a parte cedere Kiev. Quello in corso sembra più che altro un negoziato personale tra loro due, per definire le relazioni bilaterali, sulla testa degli ucraini e degli europei". "È una guerra europea e in gioco c'è la sicurezza del continente, ma gli europei sono esclusi - prosegue - Stiamo tornando a scenari da Prima guerra mondiale, tanto per le modalità del conflitto in trincea, quanto per la volontà di rilanciare i rapporti di forza tra grandi potenze". A Trump suggerirebbe "che questa strategia non è nell'interesse suo e degli Stati Uniti. Capisco e condivido la sua volontà di migliorare le relazioni con la Russia e prevenire i conflitti nucleari. Ma il modo di riuscirci non è questo. Però lui non lo capisce, e non ha nessuno vicino disposto a dirglielo". Come dovrebbero reagire gli europei? "Sull'Ucraina, sono l'unica possibile resistenza alla svendita di Kiev e dell'intero continente. Devono rialzare la testa, come Unione, come singoli Paesi, come costellazione di tutto ciò che gravita intorno all'Europa. La premier italiana Meloni può svolgere un ruolo cruciale".

Kallas: "Resistenze a piano,domani proposta da 5 miliardi"

"Ci stiamo lavorando, su scala ridotta, ascoltando le preoccupazioni dei diversi Paesi". Lo ha detto l'alto rappresentante Ue Kaja Kallas parlando ad un gruppo di agenzie, tra cui l'ANSA, a proposito del suo piano da 40 miliardi di aiuti militari a Kiev. L'obiettivo, per questo vertice Ue, è concordare almeno la parte sui due milioni di munizioni chiesti da Volodymyr Zelensky - vale 5 miliardi di euro - salvaguardando il principio di proporzionalità dei contributi. Le resistenze vengono "da Paesi che sono lontani e che forse non vedono la minaccia in modo così forte. Ma la minaccia c'è, oggi più che mai".

Kallas: "Da Mosca resoconto diverso, non ci si può fidare"

"Se si leggono i due resoconti della telefonata, è chiaro che la Russia non vuole fare concessioni. Mi risulta che la Russia abbia detto che ci sono stati colloqui sugli aiuti militari all'Ucraina, mentre Trump dice di no, che questo non è stato discusso". Lo ha detto l'alto rappresentante Ue Kaja Kallas parlando ad un gruppo di agenzie internazionali. "Ciò dimostra anche che della Russia non ci si può fidare, forse ora lo vedono anche gli americani. Ora è lecito chiedersi cosa succederà", ha aggiunto.

Kallas: "Non possiamo accettare lo stop alle armi a Kiev"

L'Europa "non può accettare" che il flusso di armi all'Ucraina perché la Russia vuole che Kiev "abbassi la guardia". Lo ha detto l'alto rappresentante Ue Kaja Kallas parlando ad un gruppo di agenzie internazionali tra cui l'ANSA. "Abbiamo visto quel che è successo con Minsk 1 e 2: se Mosca ottiene il divieto di fornire aiuti militari all'Ucraina sarà libera di continuare perché gli ucraini non potranno difendersi da soli, quindi è chiaro che non può funzionare, non può essere l'accordo", spiega. "La garanzia di sicurezza più forte è un esercito ucraino forte, anche questo è molto chiaro".

Fabbri: "Trump vuole patto su terre rare,Kiev cederà territori"

"Siamo a una fase interlocutoria. Di fatto non è stato deciso nulla di concreto, ma il confronto diretto tra i due leader offre spunti molto interessanti". E' il quadro dell'analista Dario Fabbri, direttore del mensile Domino, intervistato da QN. L'obiettivo principale di Trump, afferma, è duplice: "Primo, stabilire un rapporto diretto con la Russia separandola dall'abbraccio con la Cina, in accordo con gli apparati americani. Secondo, arrivare in fretta ad un accordo con l'Ucraina per lo sfruttamento delle terre rare, di cui si parla da settimane. Trump ha ottenuto di preservare le centrali in vista appunto della possibilità di estrazione delle terre rare in Ucraina, attività per la quale è importante avere a disposizione strutture energetiche in attività e non danneggiate". Sui territori occupati "l'Ucraina sarà costretta fare molti passi indietro. E certamente la Russia manterrà una grossa parte delle aree attualmente occupate con la forza. Ma tutto ciò dovrà far parte di una trattativa non ancora iniziata e quindi oggettivamente in alto mare". Sulle truppe in Ucraina per vigilare sulla futura pace "forse la soluzione possibile è coinvolgere anche Paesi non europei come l'Australia, l'India, la stessa Cina. In questo scenario si sta profilando "non proprio un nuovo ordine mondiale, ma certamente una triangolazione tattica tra le superpotenze diversa rispetto allo schema a cui siamo stati abituati dopo la fine della seconda guerra mondiale. Gli Stati Uniti si avvicinano alla Russia in funzione anti-cinese. A Trump interessa soprattutto questo". Che gli Usa fossero il bene contro il male "è sempre stata la percezione degli europei, in parte anche corretta. In realtà le potenze pensano a consolidare la propria potenza e l'economia diventa uno strumento per raggiungere l'obiettivo".

Mosca: "Respinte 5 offensive ucraine verso regione Belgorod"

Il ministero della Difesa russo nella tarda serata di ieri ha affermato di aver respinto "cinque offensive tentate" dalle forze ucraine verso la regione russa di Belgorod sostenendo che l'ultima sia avvenuta tra le 17.30 e le 18.45 ora locale (quindi tra le 15.30 e le 16.45 italiane) e ha accusato Kiev di voler creare "uno sfondo negativo attorno ai colloqui" telefonici di ieri tra Putin e Trump. Lo riportano le agenzie di stampa russe. Le dichiarazioni di Mosca non sono verificabili in modo indipendente.

Kiev: "Droni russi sul sito elettrico ferrovie regionali"

La Russia ha lanciato un attacco con droni sul sistema elettrico che alimenta le ferrovie nella regione ucraina di Dnipropetrovsk (centro), ha annunciato la compagnia ferroviaria statale Ukrzaliznytsya, come riporta la Bbc. Parti della ferrovia sono rimaste senza elettricità, ma il traffico non è stato interrotto. Dopo l'arrivo dei soccorritori, Mosca ha lanciato un altro attacco, noto come "doppio tocco", afferma Ukrzaliznytsya, aggiungendo che non ci sono vittime. L'attacco giunge poche ore dopo che il presidente russo Vladimir Putin si è impegnato a sospendere gli attacchi alle infrastrutture energetiche ucraine per 30 giorni.

Suslov: "Kiev coinvolta alla fine, soluzione sarà bilaterale"

"La cosa più importante è che entrambe le parti rimangono impegnate a risolvere il conflitto ucraino bilateralmente, questa è la parola chiave". E' quanto ha dichiarato, intervistato dal Corriere della Sera, Dmitri Suslov, docente tra i più ascoltati consiglieri di politica estera del Cremlino. "C'è la chiara volontà politica di Trump e Putin - aggiunge - di portare avanti la cooperazione russo-americana non solo sull'Ucraina ma anche sull'agenda complessiva dei nostri rapporti". Lo stop agli attacchi alle infrastrutture energetiche "è un gesto di buona volontà del presidente russo verso Trump, per consentirgli di giustificare il suo approccio che la cooperazione con Mosca paga. Oggettivamente l'Ucraina ha sofferto di più gli attacchi a questo tipo di strutture e la tregua parziale ha senso, anche per dimostrare che c'è un progresso". Non si è aderito al cessate il fuoco completo "perché una tregua generale non può e non dev'essere usata per la rimilitarizzazione dell'Ucraina. Putin lo ha detto chiaramente durante la telefonata: un cessate il fuoco generale è possibile solo se c'è simultaneamente la cessazione di ogni tipo di assistenza militare americana e occidentale a Kiev". Che succede adesso? "Primo, vedremo come reagirà l'Ucraina, ma penso che la natura delle relazioni tra gli americani e gli ucraini non consenta a Zelensky di dire di no. Secondo, gli esperti russi e americani inizieranno a incontrarsi, probabilmente in Medio Oriente, non solo per regolare il conflitto ucraino, ma anche per affrontare il quadro generale. Discuteranno anche di temi come l'Iran e il suo programma nucleare e non ultimo la stabilità strategica". Gli ucraini verranno coinvolti "solo nella discussione sull'accordo finale, una volta che tutti i nodi saranno stati sciolti".

Stefanini: "Si è aperta tra Usa e Russia la porta diplomatica"

"La guerra continua, però in parallelo si può negoziare. E se poi si arriverà a un negoziato diretto ucraino-russo, il progresso sarà notevole". Lo ha detto intervistato dal Messaggero l'ambasciatore Stefano Stefanini, già rappresentante dell'Italia presso la Nato. La telefonata Trump-Putin, afferma, "apre alla diplomazia una porta che finora era chiusa. Il risultato è molto inferiore alle aspettative, non solo del pubblico italiano ma quelle dei due leader. Però è un risultato concreto. Inoltre, riprende la collaborazione internazionale tra Russia e Usa su altri scacchieri, come l'Iran". Si è parlato anche di affari: "Tutti i Paesi con illimitate estensioni territoriali scoprono adesso terre e minerali rari. Parlare del loro sfruttamento, per Trump e Putin, è un modo per solidificare un rapporto e aggirare la mancanza di intesa sulle questioni fondamentali". Dopo questa telefonata cambia "poco sul terreno. Gli aiuti americani a Kiev continueranno, a Trump basterà lasciare che arrivino quelli già allocati da Biden. Inizia un percorso di tregua a pezzi: oggi la tregua dei bombardamenti sulle centrali e scambi di prigionieri, poi di altri prigionieri, poi forse dei bambini deportati, o un accordo sui porti Fino alla discussione sui territori". L'Europa "tira un sospiro di sollievo nel non vedere l'Ucraina abbandonata dagli Stati Uniti. E conferma le ragioni dell'appoggio a Kiev. Una Europa che lasciasse fare agli Usa continuerebbe a non avere peso nella crisi".

Ue, Draghi propone “catena di comando” militare e riarmo centralizzato. Come funziona ora?

Per l’ex premier Mario Draghi è tempo di agire: la sicurezza europea è minacciata e “messa in dubbio” dalla nuova amministrazione Usa di Donald Trump, proprio adesso che la Russia di Putin "ha dimostrato di essere una minaccia concreta", ha detto in Senato. Sarà dunque "inevitabile" dotarsi di una difesa comune e superare il meccanismo dell'unanimità fra Paesi Ue. LEGGI L’ARTICOLO

Kiev: "Nella notte Mosca ha lanciato 6 missili e 145 droni"

Le forze russe hanno attaccato l'Ucraina la notte scorsa con due missili balistici Iskander-M, quattro missili antiaerei S-300 e 145 droni di vario tipo, inclusi gli Shahed kamikaze: lo ha reso noto l'Aeronautica militare di Kiev. Le difese aeree ucraine hanno abbattuto 72 droni d'attacco, mentre 56 droni-esca sono caduti in zone aperte, ha aggiunto l'Aeronautica. I velivoli senza pilota distrutti sono stati intercettati nelle regioni di Kharkiv, Poltava, Sumy, Chernihiv, Cherkasy, Kiev, Zhytomyr, Vinnytsia, Kirovohrad, Dnipropetrovsk, Zaporizhzhia e Odessa. Gli attacchi russi hanno colpito le regioni di Sumy, Odessa, Poltava, Dnipropetrovsk, Kiev e Cernigov.

Cina: "Sforzi positivi su Ucraina dopo telefonata Putin-Trump"

La Cina accoglie con favore tutti gli sforzi verso il cessate il fuoco all'indomani del colloquio telefonico intercorso tra i presidenti di Usa e Russia, Donald Trump e Vladimir Putin. "La parte cinese ha sostenuto la risoluzione della crisi attraverso il dialogo e la negoziazione fin dall'inizio. Accogliamo con favore tutti gli sforzi verso un cessate il fuoco e lo consideriamo un passo necessario per raggiungere la pace", ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, parlando nel corso del briefing quotidiano.

Berlino denuncia il "gioco di Putin" dopo nuovi raid in Ucraina

Berlino ha accusato oggi il presidente russo Vladimir Putin di "giocare", dopo che Kiev ha segnalato attacchi russi alle infrastrutture civili ucraine poche ore dopo che Mosca aveva accettato di sospendere temporaneamente i raid aerei alle strutture energetiche del Paese. "Abbiamo visto che gli attacchi alle infrastrutture civili non si sono affatto attenuati nella prima notte dopo questa telefonata presumibilmente rivoluzionaria e grandiosa" tra Putin e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha affermato il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, in un'intervista tv.

Attacco droni Kiev in russa Krasnodar, a fuoco deposito greggio

Le autorità russe hanno riferito stamattina che è scoppiato un incendio in un deposito di petrolio nella regione di Krasnodar, a est del confine con l'Ucraina, in seguito a un attacco con droni da parte di Kiev. "Un incendio è scoppiato nei pressi del villaggio dopo la caduta di detriti" dai droni abbattuti dalle difese antiaeree, ha affermato l'ufficio di coordinamento dei servizi di emergenza russo aggiungendo che sono stati dispiegati 105 soccorritori e che al momento non sono state segnalate vittime.

Usa: "Tregua in Ucraina riguarda tutte le infrastrutture"

Il cessate il fuoco di 30 giorni tra Russia e Ucraina, concordato dal presidente americano Donald Trump e da quello russo Vladimir Putin ma non ancora accettato da Kiev, riguarderebbe l'energia e "le infrastrutture in generale". Lo ha affermato l'inviato statunitense Steve Witkoff, rispondendo a una domanda specifica su Fox News in merito al fatto se la tregua riguardasse solo l'energia o una questione più ampia. Witkoff ha detto: "No, riguarda l'energia e le infrastrutture in generale".

Usa: "Colloqui sulla tregua in Ucraina domenica a Gedda"

I colloqui per un cessate il fuoco nella guerra della Russia con l'Ucraina continueranno domenica nella città saudita di Gedda: lo ha detto l'inviato speciale del presidente americano Donald Trump, Steve Witkoff. In un'intervista con Fox News poche ore dopo che Trump ha avuto una lunga telefonata con il presidente russo Vladimir Putin, Witkoff ha parlato in particolare della tregua sulle infrastrutture energetiche e sugli obiettivi nel Mar Nero: "Penso che entrambi siano ora concordati dai russi. Sono certamente fiducioso che gli ucraini saranno d'accordo", ha detto.

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