
Migliaia di manifestanti hanno partecipato a una protesta contro il governo, bloccando l'ingresso principale di Gerusalemme. È di oltre 400 morti e quasi 600 feriti il bilancio dei raid sulla Striscia di Gaza, dopo che Israele ha messo fine alla tregua. Netanyahu: "È solo l'inizio, i negoziati saranno sotto il fuoco". "Hamas non ha chiuso la porta ai negoziati”, ha ribadito all’Afp un leader del movimento. Libano, casco blu Unifil ferito nell'esplosione di una mina nel sud
Madrid: "Rottura della tregua a Gaza un dramma inaccettabile"
La rottura della tregua a Gaza da parte di Israele "è un dramma inaccettabile" che ha provocato ieri la morte di oltre 400 civili, e "sia in Medio Oriente come in Ucraina è molto evidente chi vuole continuare la guerra". E' quanto ha rilevato il ministro spagnolo degli Esteri, José Manuel Albares, in un'intervista radiofonica a Rne "Continueremo a lavorare in vista della conferenza delle Nazioni Unite di giugno, per sostenere la soluzione dei due stati" in Medio Oriente", ha detto Albares, per il quale "dalla querra, dai bombardamenti indiscriminati non può uscire nulla di buono". Il capo della diplomazia spagnola ha ribadito che "tutti gli ostaggi devono essere liberati, ma il popolo palestinese ha il diritto alla pace, alla speranza e a uno stato". Quanto alla tregua di 30 giorni negli attacchi alle infrastrutture energetiche concordata dai presidenti di Stati Uniti e Russia in Ucraina, Albares l'ha definita "positiva". "Ma dista molto da un cessate il fuoco ed dalla pace che auspicano la Spagna e l'Unione Europea", ha segnalato. E ha ribadite che Madrid continuerà a sostenere "il presidente Volodymyr Zelensky nella difesa della libertà del popolo ucraino per tutto il tempo che sarà necessario". Per il ministro degli Esteri, "sia a Gaza che in Ucraina è molto evidente chi vuole andare avanti con la guerra, ritenendola un modo di risolvere differenze fra gli Stati e fra i popoli, invece di utilizzare la democrazia".
Berlino: "Raid israeliani a Gaza distruggono le speranze di pace"
I raid di Israele a Gaza "stanno distruggendo le tangibili speranze di così tanti israeliani e palestinesi di porre fine alle sofferenze tra tutte le parti" coinvolte: lo ha detto oggi la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock. Parlando prima di partire per il Libano, la ministra ha invitato "tutte le parti" del conflitto a "mostrare moderazione, rispettare il diritto umanitario e tornare ai colloqui", dopo che centinaia di persone sono state uccise dagli attacchi israeliani a Gaza.
Volantini dell'Idf a Nablus: "Non date rifugio ai terroristi"
L'Idf ha distribuito volantini nel campo profughi di Al-Ain a Nablus, in Cisgiordania, in cui si legge che "gli abitanti del campo, così come quelli di Jenin, Tulkarem e Nur Shams, hanno pagato un prezzo pesante per aver permesso ai terroristi di operare nelle loro aree". L'esercito avverte inoltre che "ogni luogo che darà rifugio ai terroristi pagherà un prezzo elevato" e che "le forze di sicurezza israeliane li elimineranno con la forza e con tutti i mezzi disponibili". Lo riferiscono i media locali.
Ministro Giordania: "Un attacco contro l'umanità, va fermato"
"Stiamo monitorando attentamente il brutale e aggressivo bombardamento israeliano sulla Striscia di Gaza. È in corso un attacco contro l'umanità che va immediatamente fermato". Così al Sole 24 Ore il ministro dell'Informazione della Giordania Mohammad al-Momani, portavoce del governo. "La Giordania - aggiunge - continua a essere impegnata nel suo sforzo diplomatico. Non c'è alternativa alla soluzione dei due Stati. Se non si concede ai palestinesi il diritto all'autodeterminazione questo conflitto è destinato a durare". "Le nostre relazioni strategiche con gli Stati Uniti sono forti e permettono un confronto franco e amichevole - aggiunge - Abbiamo ricevuto segnali dagli americani sulla ripresa dell'assistenza per il nostro settore idrico. È un segnale positivo. Voglio però sottolineare che noi abbiamo un piano arabo per la Striscia di Gaza: il piano egiziano. Rappresenta il punto di partenza e il quadro di riferimento per affrontare la situazione a Gaza. Continuiamo a sostenere con forza i negoziati, perché la soluzione ad una pace duratura è una soltanto: la creazione di uno Stato palestinese". Per la guerra a Gaza "l'Europa può fare molto di più. Non solo per la vicinanza geografica, ma anche per i legami storici con questa parte del Medio Oriente. Ma serve un impegno concreto, non solo dichiarazioni di principio. Anche nell'interesse della sua stabilità".
Kallas: "Gaza inaccettabile, domenica vedrò arabi in Egitto"
"Ieri ho parlato con il ministro israeliano Gideon Saar e gli ho detto che ciò che sta accadendo a Gaza è inaccettabile". Lo ha detto l'alto rappresentante Ue Kaja Kallas parlando ad un gruppo di agenzie internazionali. "Il valico ci Rafah, dove c'è la missione Ue, è chiuso. Perché? Abbiamo davvero bisogno di fare pressioni perciò domenica andrò in Egitto per incontrare il quintetto arabo, per discutere", ha annunciato. "E poi voglio dire una cosa: l'Ue forse non si vede ma siamo costantemente in contatto con le parti e siamo noi che stiamo tenendo viva la soluzione dei due Stati".
Israele: "Trasferito denaro all'ex portavoce di Netanyahu"
L'emittente pubblica israeliana Kan ha pubblicato la registrazione in cui l'uomo d'affari israeliano Gil Birge, che lavora con i Paesi del Golfo, afferma di aver trasferito denaro da un lobbista statunitense con interessi in Qatar a un importante collaboratore del primo ministro Benyamin Netanyahu. Il servizio riguarda il cosiddetto caso Qatargate israeliano su cui indaga lo Shin Bet (la sicurezza interna) e che coinvolge alcuni stretti collaboratori del primo ministro. Tre giorni fa Netanyahu ha annunciato il licenziamento del direttore dello Shin Bet, Ronen Bar, che avrebbe dovuto essere votato ieri dal governo. La seduta è stata poi rinviata per la ripresa della guerra a Gaza e Ronen Bar ha coordinato l'attacco insieme con il capo di stato maggiore. Ieri sera 40mila persone sono scese in piazza per protestare contro il licenziamento che viene legato proprio all'inchiesta sui collaboratori del premier. Nella registrazione, l'imprenditore Gil Birger afferma di essere stato contattato dal lobbista Jay Footlik per consegnare il denaro a Eli Feldstein, stretto collaboratore di Netanyahu, affermando che gli era stato chiesto di effettuare il pagamento per motivi fiscali. "Mi ha chiesto di aiutarlo per problemi di Iva", dice Birger, affermando che il lavoro era correlato agli ostaggi. Le registrazioni sono state pubblicate nonostante un tribunale abbia emesso un'ordinanza di silenzio sul caso. L'indagine è stata avviata in seguito alle rivelazioni secondo cui l'ex portavoce di Netanyahu, Feldstein, accusato di aver danneggiato la sicurezza nazionale in un caso riguardante il furto e la fuga di notizie di documenti classificati delle Idf, lavorava per il Qatar tramite una società internazionale incaricata da Doha di fornire ai giornalisti israeliani storie pro-Qatar, mentre era impiegato presso l'Ufficio del primo ministro.
Media: "Idf non ha colpito alti comandanti, potrebbero avere i rapiti"
Nell'attacco a Gaza di martedì, l'aeronautica militare ha colpito 80 obiettivi di Hamas e della Jihad islamica in circa 10 minuti. Sono stati presi di mira i comandanti di medio livello di Hamas e Jihad islamica palestinese e alcuni alti funzionari politici ma non sono stati colpiti gli alti comandanti come Mohammed Sinwar, che potrebbero avere ostaggi. Lo riferiscono i media israeliani. Finora l'Idf ha evitato di colpire zone del centro della Striscia poiché in diversi momenti della guerra, ci sono state segnalazioni di rapiti tenuti prigionieri in quelle aree.
Iran: "Stop rapporti con Missione accertamento fatti dell'Onu"
L'Iran non interagirà con la Missione di accertamento dei fatti delle Nazioni Unite in alcuna circostanza e, se il rapporto della missione sull'Iran verrà approvato, Teheran riconsidererà la sua cooperazione e interazione con i meccanismi per i diritti umani delle Nazioni Unite: lo ha detto ieri sera il rappresentante permanente del Paese presso l'ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, Ali Bahreini. La Missione di accertamento dei fatti del Consiglio per i diritti umani sull'Iran, nella sua riunione di martedì, ha sottolineato gravi violazioni dei diritti fondamentali in Iran e una severa repressione dei manifestanti durante il movimento del 2022. Secondo l'Irna, Bahreini ha accusato i Paesi occidentali di "cercare di politicizzare i diritti umani contro l'Iran ignorando le questioni fondamentali sui diritti umani, inclusa la crisi palestinese".
Idf: "Nella notte colpito sito militare di Hamas nel nord di Gaza"
La notte scorsa l'esercito israeliano (Idf) "ha colpito un sito militare di Hamas nel nord di Gaza, dove si stavano preparando a lanciare proiettili contro il territorio israeliano", riferisce su Telegram l'Idf. "Inoltre, la Marina israeliana ha colpito diverse imbarcazioni nella zona costiera della Striscia di Gaza - prosegue il messaggio -. Queste imbarcazioni erano destinate a essere utilizzate per attività terroristiche da Hamas e dalla Jihad islamica. L'Idf continua a colpire obiettivi terroristici nella Striscia di Gaza per rimuovere qualsiasi minaccia ai civili israeliani e alle truppe dell'Idf".
Hamas ribadisce: "Non abbiamo chiuso la porta ai negoziati"
Hamas "non ha chiuso la porta ai negoziati": lo ha ribadito oggi all'agenzia di stampa Afp un leader del movimento, Taher al-Nounou, dopo i massicci bombardamenti effettuati ieri da Israele sulla Striscia di Gaza e le minacce di escalation del governo israeliano. "Hamas non ha chiuso la porta ai negoziati, ma insistiamo sul fatto che non c'è bisogno di nuovi accordi", ha affermato Nounou, contattato telefonicamente dal Cairo. "Non abbiamo precondizioni, ma chiediamo che (Israele) sia costretto a cessare immediatamente (le ostilità) e ad avviare la seconda fase dei negoziati" previsti dall'accordo di tregua entrato in vigore il 19 gennaio, ha aggiunto. Già ieri, il portavoce del movimento - Abdel-Latif al-Qanoua - aveva affermato che Hamas "continuerà a trattare in modo flessibile e positivo con i mediatori per respingere l'aggressione".
Proteste anti-Israele a Tunisi, vandalizzata sede Maersk
L'edificio che ospita la sede di Tunisi del gruppo danese di trasporti marittimi Maersk è stato vandalizzato ieri in segno di protesta contro la presunta collaborazione della società con Israele: lo riferiscono il portale Business News e altri media locali. Membri del Coordinamento Azione Congiunta per la Palestina hanno imbrattato l'ingresso della sede con spray rosso ed hanno gridato slogan denunciando il ruolo della Maersk nel trasporto di merci che - a loro avviso - favorirebbe le politiche israeliane. Le autorità hanno avviato un'indagine per identificare i responsabili, mentre la Maersk - che era stata oggetto nei mesi scorsi a Tunisi di azioni simili - ha presentato denuncia alle autorità per atti vandalici.
Hamas: "Si faccia pressione su Usa per fermare raid Israele"
Hamas chiede di "fare pressione" sugli Stati Uniti, il principale sostenitore di Israele, affinché quest'ultimo cessi gli attacchi sulla Striscia di Gaza che, secondo le autorità israeliane, mirano a costringere Hamas ad ulteriori rilasci di ostaggi. "Invitiamo i paesi amici che sostengono la giusta causa palestinese a fare pressione sul governo degli Stati Uniti affinché ponga fine a questa aggressione e a questa guerra genocida contro civili indifesi", ha scritto in una dichiarazione il movimento islamista palestinese.
Gaza: "14 morti in raid israeliani su Khan Yunis e Rafah"
L'emittende araba Al Jazeera afferma che almeno 14 persone sono morte in attacchi israeliani che hanno colpito stamattina Khan Yunis e Rafah, nel sud della Striscia di Gaza.
Gaza, Tunisia: "Raid Israele violano accordo di cessate il fuoco"
La Tunisia ha condannato fermamente l'"aggressione sionista" condotta ieri dall'esercito israeliano in diverse zone della Striscia di Gaza. Il ministero degli Esteri di Tunisi, che ha definito l'attacco "barbarico", ha parlato di una "flagrante violazione" dell'accordo di cessate il fuoco e un "totale rifiuto" dei principi del diritto umanitario internazionale. "Queste azioni - si legge in un comunicato -, rappresentano un tentativo di sabotare gli sforzi per la de-escalation e un intento deliberato di destabilizzare la regione". "La persistenza dell'entità sionista nella sua 'guerra di sterminio' contro il popolo palestinese, sotto gli occhi della comunità internazionale, dimostra la sua incapacità di annientare il diritto palestinese all'autodeterminazione", prosegue la nota: "Più i massacri si moltiplicano, più si intensifica la determinazione del popolo palestinese a resistere e liberare la propria terra". Pur riaffermando il suo impegno per l'attuazione della legittimità internazionale, la Tunisia chiede una mobilitazione globale per porre fine a questi "orribili massacri" e "ribadisce il suo sostegno al popolo palestinese nella sua lotta per stabilire uno Stato indipendente in tutto il territorio palestinese, con al-Quds come capitale".
Hamas: "13 morti in raid israeliani su Gaza nella notte"
La Protezione Civile della Striscia di Gaza, gestita da Hamas, ha reso noto che la notte scorsa 13 persone sono state uccise in seguito ai nuovi attacchi dell'esercito israeliano. Israele "ha effettuato diversi attacchi aerei...]che hanno causato la morte di 13 persone e decine di feriti, tra cui donne e bambini, a Khan Younis (sud, ndr) e nella città di Gaza", ha detto all'agenzia di stampa Afp il portavoce del servizio di soccorso, Mahmoud Bassal. In precedenza, l'emittende araba Al Jazeera aveva riferito di almeno 14 vittime.