Usa, proteste e 98 arresti alla Trump Tower. La "Columbia" espelle studenti pro-Palestina

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A New York quasi un centinaio di persone sono state fermate durante un sit in di protesta nella lobby del grattacielo del presidente Usa per chiedere il rilascio dell'attivista Mahmoud Khalil, lo studente palestinese della Columbia, leader delle proteste contro la guerra a Gaza. La Columbia University ha invece espulso o sospeso diversi universitari che avevano partecipato alle proteste dello scorso anno a favore della Palestina

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La polizia di New York ha arrestato 98 persone durante un sit in di protesta alla Trump Tower per chiedere il rilascio di Mahmoud Khalil, lo studente palestinese della Columbia, leader delle proteste contro la guerra a Gaza, arrestato dagli agenti dell'immigrazione dopo che gli è stata sospesa la green card. 

Intanto proprio la Columbia University ha espulso o sospeso alcuni degli studenti che hanno partecipato alle proteste pro-palestinesi dello scorso anno, inclusi quelli che hanno occupato la Hamilton House. Lo ha annunciato l'ateneo, sottolineando che ad alcuni studenti è stato revocato il titolo di studio. Una decisione che segue l'arresto proprio di Khalil.

Le manifestazioni degli scorsi giorni a New York per chiedere la liberazione di Khalil - ©Ansa

Proteste alla Trump Tower

Jewish Voice for Peace, associazione pacifista di ebrei americani, ha trasmesso il sit-in in livestreaming, mostrando centinaia di persone che protestavano nella lobby del grattacielo del tycoon, chiedendo la liberazione di Mahmoud e della Palestina, con cartelli come "non potete deportare un movimento". Il riferimento è alle dichiarazione di Trump che ha detto dopo Khalil, che l'amministrazione accusa di essere un simpatizzante di Hamas, verrano privati del visto altri studenti stranieri che hanno partecipato alle proteste pro Gaza in decine di università. 

Jewish Voice for Peace afferma che la "detenzione di Mahmoud è un'ulteriore prova che siamo sull'orlo dell'avvio di una regime repressivo e autoritario". Khalil è detenuto in un centro per migranti in Louisiana e un giudice federale ha temporaneamente bloccato il suo rimpatrio forzato in attesa di una decisione del ricorso contro il suo arresto

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