
Lo stop arriva all'indomani della maxi operazione che ha portato a numerose perquisizioni e fermi tra i lobbisti del colosso cinese di telecomunicazioni. A titolo precauzionale, anche il Parlamento Ue ha sospeso l'accesso ai locali ai rappresentanti di Huawei fino alla conclusione delle indagini
La Commissione europea ha bloccato contatti e incontri con Huawei. La decisione arriva all’indomani della maxi-operazione che ha fatto emergere un nuovo caso di corruzione all’interno dell'Europarlamento legato alle attività di lobbying del colosso cinese delle telecomunicazioni. Un portavoce dell'esecutivo europeo ha fatto sapere che i team dei commissari Ue e tutti i dipartimenti della Commissione europea "saranno istruiti a sospendere immediatamente i contatti e gli incontri con Huawei fino a nuovo ordine". A titolo precauzionale, anche il Parlamento Ue ha sospeso l'accesso ai rappresentanti di Huawei fino alla conclusione delle indagini ai locali di Bruxelles, Strasburgo, Lussemburgo e agli uffici di collegamento dell'istituzione nei Ventisette.
Il blitz tra Belgio e Portogallo
All’alba di ieri, giovedì 13 marzo, un centinaio di investigatori belgi hanno passato al setaccio 21 abitazioni tra Bruxelles, la Vallonia e le Fiandre, fermando 7 lobbisti legati a Huawei e sospettati di aver corrotto con tangenti e regali ex e attuali eurodeputati. Le operazioni di sono poi estese fino al Portogallo, dove le autorità locali hanno compiuto altre perquisizioni. Nella giornata di ieri è arrivata anche la notifica al Parlamento europeo e l'irruzione nei suoi locali di Bruxelles, dove gli agenti hanno apposto i sigilli agli uffici di due assistenti parlamentari legati a Forza Italia e ai liberali di Democratic Bulgaria.

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I principali sospettati
Uno dei principali sospettati nell'inchiesta è Valerio Ottati, 41enne italo-belga. Originario del comune di Woluwe-Saint-Pierre, nella regione di Bruxelles-Capitale, Ottati è entrato a far parte del colosso Huawei nel 2019. Prima di entrare in Huawei lavorava come assistente di due eurodeputati italiani, uno del Ppe e uno dei Socialisti e democratici, occupandosi tra le altre cose anche delle relazioni tra Ue e Cina. Poi il salto di carriera diventando direttore degli affari pubblici europei per Huawei. Ottati avrebbe quindi sfruttato i contatti creati nel decennio di lavoro nell’ambiente dell’Europarlamento per portare avanti gli interessi dell’azienda. Un altro fermo è arrivato in Francia: un consulente portoghese è stato rintracciato ieri e risulta associato con uno studio legale di Lisbona. La residenza in Portogallo del consulente è stata perquisita insieme ad altri due indirizzi a lui riconducibili. Il lobbista, con un passato anche come consigliere politico per il Medio Oriente al Parlamento europeo, dovrà ora essere estradato in Belgio per essere interrogato dal giudice istruttore alla guida dell'inchiesta.

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Le indagini
Già ieri, nel corso delle perquisizioni che hanno portato anche al fermo di alcuni lobbisti, sono stati sequestrati documenti e dispositivi elettronici, tra cui computer, che ora verranno sottoposti a un'analisi approfondita. Questa mattina sono invece iniziati gli interrogatori da parte della procura belga alle persone fermate con l’accusa di aver corrotto ex e attuali eurodeputati. La procura federale del Belgio comunicherà soltanto lunedì la decisione sulla convalida dei fermi per i lobbisti.