Merz, un ombrello nucleare franco-britannico per garantire la Germania e l’Europa

Friedrich Merz punta sulla condivisione dell’ombrello nucleare francese e britannico con la Germania in nome della sicurezza europea, per bilanciare la possibilità di un disimpegno statunitense. Il cancelliere tedesco in pectore, intento in una negoziazione a tutto campo tra la sua Unione Cristiano Democratica e il Partito Socialdemocratico per la nascita del nuovo governo, ha aperto alla possibilità in un’intervista rilasciata nella giornata di domenica. Merz, parlando alla radio Deutschlandfunk, ha ripreso la proposta del presidente francese Emmanuel Macron, che in un discorso alla nazione di mercoledì scorso aveva aperto all’ipotesi della condivisione nucleare europea. ""Dobbiamo diventare più forti insieme nella deterrenza nucleare", ha dichiarato Merz, "perché la situazione di sicurezza globale cambiata ora richiede che noi europei discutiamo di questa questione insieme". Spazio al dialogo diretto con la Francia, che si è proposta di avviare la condivisione nucleare, e in prospettiva all'estensione delle discussioni a Londra. Merz non disconosce l'ombrello nucleare americano, e chiede di poterlo "integrare", ma le sue parole lasciano presagire il timore che il presidente americano Donald Trump possa accelerare il distacco dall'Europa, lasciando il Vecchio Continente solo nel preoccuparsi della sua sicurezza. Perché Merz guarda al deterrente atomico di Parigi e Londra La Germania non può costruire un suo deterrente atomico in quanto firmataria del Trattato di non Proliferazione Nucleare che Merz non ha alcuna intenzione di rinnegare, ma nel quadro del rilancio della sua forza militare il Paese europeo intende riflettere sul fatto che, in futuro, Trump possa decidere di ritirare le forze nucleari stanziate sul suo territorio e adibite alla deterrenza europea. Non a caso l’aspirante cancelliere ha lanciato, assieme alla Spd, un maxi-piano per spendere grandi quantità di risorse in Difesa e dal momento della vittoria elettorale nel voto del 23 febbraio spinge con forza sulla necessità dell'Europa di essere "militarmente indipendente". L’apertura di Macron e le richieste di Merz lasciano presagire che dopo l’insediamento del nuovo governo e il passaggio di consegne tra il socialdemocratico Olaf Scholz e il leader conservatore si possa iniziare una discussione a tutto campo tra Parigi e Berlino. In prospettiva, l’atteggiamento costruttivo mostrato dal primo ministro britannico Keir Starmer lascia pensare che anche una partnership più integrata sulla Difesa tra Regno Unito e Paesi europei sia possibile. Ma, chiaramente, passare dalle parole ai fatti non sarà facile. La Chatham House ha sottolineato in un'analisi a tutto campo il fatto che estendere la deterrenza di Parigi e Londra "significherebbe stabilire accordi formali in cui le forze nucleari francesi e britanniche si impegnano esplicitamente a scoraggiare le minacce contro gli alleati della Nato, coinvolgendo strutture decisionali congiunte e accordi di condivisione nucleare" sul modello di quelli conclusi dagli Usa. Questi ultimi detengono il controllo delle testate schierate nei Paesi con cui sono conclusi accordi di nuclear sharing, che sono però affidate alle forze armate degli Stati in questione con la possibilità di essere utilizzate, previa autorizzazione di Washington, in caso di conflitto. Ne sono un esempio le bombe atomiche statunitensi B61 schierate in Italia nelle basi aeree di Ghedi e Aviano. Londra e Parigi, prosegue l’analisi, “hanno arsenali nucleari diversi dagli Stati Uniti , rendendo impossibile sostituire le armi statunitensi in Europa con quelle francesi o britanniche”. Le prospettive della deterrenza anglo-francese Inoltre, se da un lato gli Usa hanno a disposizione l’intera triade nucleare , dall’altro Londra dispone solo di quella sottomarina e Parigi manca dei missili basati a terra. Una garanzia estesa di francesi e britannici all’Europa imporrebbe un consolidato cambio di paradigma e di dottrina per due Paesi che hanno inteso la deterrenza o come esclusiva assicurazione sulla vita sul proprio territorio nazionale o come complemento all’arsenale Usa . Sapranno, eventualmente, la Francia e il Regno Unito evolvere una dottrina d’impiego pluridecennale e aprire il fronte della condivisione nucleare con la Germania, Stato che è leader economico d’Europa ma con il quale i rapporti di forza sono bilanciati proprio dal maggiore peso militare di Londra e Parigi? E ancora, eventualmente una divisione del lavoro nella deterrenza contro rivali come la Russia potrà essere garantita dalle sole forze nucleari europee se Trump decidesse per il distacco? Sono temi importanti e all’ordine del giorno, che per Merz potrebbero essere tra le priorità di un’agenda di governo ambiziosa con cui la Germania si abitua a pensare l’impensabile per la propria sicurezza nazionale. Facendo della Difesa del Paese il volano per un grande cambio di paradigma per un’agenda storicamente fatta di scarsa assertività diplomatica, militare e geopolitica e consolidatasi per decenni.

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