Elezioni in Groenlandia, dai candidati alle mire di Trump. Cosa sapere sull’isola al voto
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Perchè Trump vuole la Groenlandia
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Introduzione
Martedì 11 marzo si vota nell’isola più grande del mondo, controllata dalla Danimarca, per il rinnovo del Parlamento locale, l’Inatsisartut. Ecco chi sono i partiti in corsa e cosa sapere sul territorio al centro dell’attenzione dopo l’interesse manifestato dal presidente americano Donald Trump. "Non siamo in vendita e il nostro futuro sarà deciso da noi in Groenlandia", ha dichiarato il premier groenlandese Múte Bourup Egede
Quello che devi sapere
Un territorio autonomo
- Nonostante le attenzioni statunitensi, la Groenlandia rimane vincolata a Copenaghen, che prende per l’isola decisioni strategiche come gli affari esteri, la politica monetaria e la difesa, anche se dal 1979 l’isola ha un suo primo ministro. Il problema maggiore della Groenlandia è che l'80% dell’isola è permanentemente coperto dai ghiacci: in questo modo l’isola è difatti inabitabile e ad abitarci sono 57 mila persone, perlopiù concentrate nella capitale Nuuk
Per approfondire: La Groenlandia al voto, tra sogni d’indipendenza e lo spettro di Trump
L’importanza della Groenlandia
- La Groenlandia è vitale per il mondo per diverse ragioni. Gli Stati Uniti e altre potenze globali ambiscono alla sua posizione strategica nell'Artico, ai suoi preziosi minerali di terre rare intrappolati sotto il ghiaccio e necessari per le telecomunicazioni, ai suoi miliardi di barili di petrolio non sfruttati. C'è anche un potenziale per la navigazione e le rotte commerciali, dato che i ghiacci che ricoprono la maggior parte della Groenlandia continuano a ritirarsi a causa dei cambiamenti climatici. Lo scioglimento di questi ghiacci porterebbe alla modifica delle coste in tutto il mondo
Per approfondire: Groenlandia, ipotesi referendum su indipendenza dalla Danimarca
Fattore indipendenza
- Da anni ormai si discute in Groenlandia dell’opportunità di svincolarsi dalla Danimarca, che però continua a versare ogni anno circa 580 milioni di euro di sussidi per l’isola. Inuit Ataqatigiit, partito di governo di sinistra, parla della legislatura che si concluderà nel 2029 come orizzonte temporale per attendere la fine del lavoro biennale, iniziato in autunno, della commissione incaricata dal parlamento groenlandese di definire le condizioni dell’indipendenza. I suoi alleati di Siumut sono spaccati tra una corrente che è d’accordo e una più radicale, che ha però perso due parlamentari in favore di Naleraq, partito secessionista che propaganda la secessione unilaterale. La Danimarca, infatti, è stata accusata nel corso degli anni dai groenlandesi di aver commesso abusi contro gli Inuit, tra cui l’allontanamento dei bambini dalle famiglie e l’applicazione di dispositivi contraccettivi intrauterini alle donne per controllare il numero delle nascite
Come funziona il parlamento groenlandese e i sondaggi
- Il parlamento ha 31 deputati, che saranno scelti da sei partiti politici, due dei quali fanno parte della coalizione di governo. Poiché sull'isola artica si svolgono pochi sondaggi d'opinione, il possibile risultato è un po' meno chiaro. Un sondaggio condotto da Verian a gennaio sulle intenzioni di voto di 497 groenlandesi ha fatto emergere il primato del partito di sinistra Inuit Ataqatigiit, che potrebbe ottenere circa il 31% e battere il partito di governo Siumut di circa il 9%. Il partito Inuit Ataqatigiit e il partito Simiut potrebbero così continuare a governare in coalizione, come fanno ora. Il primo ministro proviene dal partito con il maggior numero di seggi, che attualmente è Múte Egede del partito Inuit Ataqatigiit
Fattore influencer
- Da non sottovalutare il partito secessionista Naleraq, accreditato del 17% dei voti, che è quello che mostra la crescita maggiore in termini di popolarità, grazie alla sua politica a favore dell'indipendenza e a un’apparente disponibilità a collaborare con gli Stati Uniti. La carta decisiva per risalire i sondaggi si chiama Qupanuk Olsen, che è l'influencer più popolare della Groenlandia, candidatasi per Naleraq e con oltre 500mila follower su TikTok e 300mila su Instagram. I social potrebbero essere proprio l'arma decisiva di questa campagna
Come funziona la campagna elettorale
- La campagna elettorale in Groenlandia funziona in modo un po’ diverso rispetto al resto del continente europeo. La durata è minima, i manifesti vengono esposti solo negli ultimi giorni all’esterno (per evitare danni) e praticamente tutti gli eventi sono realizzati al chiuso. I leader principali cercano di raggiungere le località più importanti ma, negli insediamenti più piccoli, è responsabilità degli esponenti locali cercare di raccogliere voti. Spostarsi, infatti, è un’operazione costosissima (ci sono fondi appositi per i partiti) e c’è il rischio di restare bloccati più giorni in un posto per via delle condizioni meteo proibitive. Una regola valida soprattutto per la costa est, più povera e spesso anche più esposta alle tempeste. Per questa ragione i social sono un importante mezzo di campagna elettorale, soprattutto Facebook, con il rischio però di un aumento anche della disinformazione online
Le parole di Donald Trump sulla Groenlandia
- Da quando si è insediato, sei settimane fa, il presidente americano Donald Trump ha ripetutamente espresso il suo interesse per la Groenlandia, ricca di minerali e situata lungo le rotte marittime strategiche dell'Atlantico settentrionale. "Sosteniamo con forza il vostro diritto di determinare il vostro futuro e, se lo scegliete, vi diamo il benvenuto negli Stati Uniti d'America", ha dichiarato il tycoon. "Vi terremo al sicuro. Vi faremo diventare ricchi. E insieme porteremo la Groenlandia ad altezze che non avete mai pensato possibili prima", ha aggiunto
La risposta del primo ministro
- Non è ovviamente mancata la risposta del primo ministro. Poche ore dopo che Trump ha dichiarato nel suo discorso al Congresso in occasione dello Stato dell'Unione che intende ottenere il controllo dell'isola "in un modo o nell'altro", il primo ministro della Groenlandia Múte Bourup Egede ha scritto su Facebook: "Kalaallit Nunaat è nostra", usando il nome groenlandese del suo Paese. "Non vogliamo essere americani, né danesi; siamo Kalaallit. Gli americani e il loro leader devono capirlo. Non siamo in vendita e non possiamo essere semplicemente presi. Il nostro futuro sarà deciso da noi in Groenlandia", ha dichiarato. Il post si è concluso con un'emoji del pugno chiuso e una bandiera groenlandese
Per approfondire: Groenlandia e Canale di Panama agli Usa, le prossime mosse di Donald Trump