
La denuncia di Environmental Justice Foundation: equipaggi ceduti da Pyongyang in cambio di risorse. Mantengono lo status di invisibili grazie al cambio di barca in mare aperto per sfuggire ai controlli
I lavoratori nordcoreani sono costretti ai lavori forzati a bordo dei pescherecci cinesi con palangari per tonno che operano nell'Oceano Indiano allo scopo di generare risorse finanziarie per le casse del regime di Kim Jong-un, in violazione delle risoluzioni dell'Onu. Il rapporto diffuso ieri dalla ong Environmental Justice Foundation (Ejf), basata a Londra, ha denunciato che gli equipaggi ceduti da Pyongyang in cambio di risorse non mettono piede a terra per anni e non hanno possibilità di comunicare con le rispettive famiglie, mantenendo lo status di invisibili grazie al cambio di barca in mare aperto per sfuggire ai controlli.
Impediti anche i contatti con le famiglie
La ricostruzione si basa su interviste e testimonianze di indonesiani e filippini a bordo di pescherecci cinesi. L'equipaggio nordcoreano, in un caso, "era stato nascosto alle autorità portuali trasferendolo in mare tra imbarcazioni prima di entrare in porto alle Mauritius" e, presumibilmente, non gli era consentito di mettere piede a terra per tutto il tempo. Per questo motivo, con ogni probabilità, nel 2022 le autorità mauriziane avrebbero arrestato sei lavoratori nordcoreani quando un peschereccio cinese ha attraccato a Port Louis. In più, ai cittadini del Nord non era consentito di portare con sé telefoni cellulari, impedendo qualsiasi contatto con le famiglie. "Non hanno mai comunicato con le loro mogli o con altre persone in mare, perché non era loro permesso di portare con un telefono cellulare". Un'altra testimonianza ha menzionato nordcoreani che "non avevano mai messo piede sulla terraferma per otto anni", parti di sforzi concertati per nascondere la loro presenza.

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Non solo pescherecci, abusi anche nel settori delle costruzione
Alcuni marinai del Nord sono rimasti intrappolati in mare fino a dieci anni con il sistema del cambio di pescherecci. La condotta "costituirebbe un'ampia casistica di lavori forzati che supera di gran lunga quella a cui si assiste nell'industria ittica mondiale già costellata di abusi", ha rimarcato la ong. Le pratiche dello Stero eremita riguardano non solo l'industria della pesca: la manodopera in cambio di valuta straniera è spesso segnalata nel settore delle costruzioni nel caso della Russia oppure delle industrie di vario tipo lungo il confine con la Cina.
