
Introduzione
Non c’è ancora un accordo sull’ipotetico invio di truppe di pace europee in Ucraina. Nei giorni scorsi Emmanuel Macron ha portato alla Casa Bianca il piano concordato con Keir Starmer (a capo del Regno Unito), che prevede 30.000 peacekeeper europei dispiegati nel Paese a garanzia della sicurezza. È emersa però una spaccatura fra i leader riuniti a Parigi.
Per quanto riguarda l’Italia, il ministro degli Esteri Tajani ha chiarito: "Non si è mai parlato di truppe e non credo sia utile inviare truppe europee o della Nato in Ucraina. Se si deve fare una zona cuscinetto bisogna mandare delle truppe sotto la bandiera delle Nazioni Unite, e nel caso ci può essere anche una disponibilità italiana, come c'è per la Palestina, ma sempre con la corresponsabilità di tutti".
Quello che devi sapere
Fazzolari: "Non una misura efficace"
- Quella di inviare truppe europee per un cordone militare in Ucraina "è un'ipotesi che la Francia sostiene da tempo. L'Italia non la reputa la soluzione più efficace. Che io ricordi, non c'è mai stata una forza di interposizione internazionale tra due eserciti di questa portata. Da entrambi i lati ci sono più di un milione di soldati armati e non vedo bene quale sia la forza di interposizione tra questi due eserciti". Lo ha dichiarato Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario per l'Attuazione del programma di governo, a margine della conferenza stampa sulla medaglia del Poligrafico "Due anni di resistenza ucraina". "Altro discorso è quello di una missione internazionale con cappello Onu in un contesto di pace - ha aggiunto -. Missioni di pace di questo genere l'Italia le ha fatte più volte, semmai se ne parlerà, e se ne parlerà anche con l'Italia. Ma non è a oggi, all'ordine del giorno"
Per approfondire: Ucraina, incontro Trump-Macron, presidente Usa: “Guerra potrebbe finire entro settimane”
Meloni e Lega
- La premier Giorgia Meloni, che era presente alla riunione di Parigi, aveva anche detto che l'opzione di inviare truppe europee di deterrenza in Ucraina sarebbe "la più complessa e la meno efficace", soprattutto senza adeguate "garanzie di sicurezza" per Kiev. Meloni avrebbe quindi esortato a "esplorare altre strade" e soprattutto a coinvolgere e farsi coinvolgere da Washington, perché "è nel contesto euro-atlantico che si fonda la sicurezza comune". “Nessun soldato italiano in Ucraina”, è stata la specifica netta della Lega
La posizione di Tajani
- "Non si è mai parlato di truppe e non credo sia utile inviare truppe europee o della Nato in Ucraina. Se si deve fare una zona cuscinetto bisogna mandare delle truppe sotto la bandiera delle Nazioni Unite, e nel caso ci può essere anche una disponibilità italiana, come c'è per la Palestina, ma sempre con la corresponsabilità di tutti. Se la Lega sarà d'accordo? Parlate con la Lega, io dico ciò che penso io", ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. "Se deve essere una forza di interposizione deve essere delle Nazioni Unite in modo che sia neutrale", ha aggiunto.
Salvini: "Su soldati italiani con Onu sarei molto cauto"
- E a stretto giro è arrivato anche il commento del leader leghista Matteo Salvini: "Il governo non sta discutendo di soldati italiani in Ucraina, nessuno ci ha chiesto neanche un soldato. Quando ce lo chiederanno ne parleremo. Noi abbiamo già migliaia di soldati italiani in giro per il mondo, prima di mandarne altri sarei molto cauto".
Non c'è accordo fra i leader europei
- C'è spaccatura, invece, in Europa. I principali leader del Continente hanno lasciato l'Eliseo e il presidente Emmanuel Macron - che li aveva convocati per un summit di crisi - senza trovare una linea comune, a cominciare proprio dall'ipotetico invio di truppe di pace in Ucraina auspicato dall'ospite
Accordo solo sui principi generali
- Dopo più di tre ore i capi dei governi di Francia, Italia, Germania, Spagna, Gran Bretagna, Danimarca, Polonia e Olanda - alla presenza dei vertici Ue e della Nato - si sono trovati solo sui principi generali, ovvero sulla necessità di condividere le scelte con gli Stati Uniti, l'esigenza di garantire una pace giusta e di proteggere l'Ucraina. Macron ha addirittura fatto precedere la riunione da un gesto eloquente, una telefonata di una ventina di minuti con Donald Trump, un segnale di mano tesa e di volontà di collaborazione. Ma non è bastato
La Germania è contraria
- Il primo ad uscire dalla riunione è stato il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ribadendo la necessità che Europa e Stati Uniti agiscano "sempre insieme" per la sicurezza di tutti. Scholz ha insistito in particolare sull'aumento del "finanziamento" dello sforzo europeo per la sicurezza, accettando di andare oltre le regole di bilancio di solito invalicabili per la Germania. Il cancelliere è il capofila di quelli contrari all'invio di truppe, almeno per il momento. "Credo - ha detto - che sia del tutto prematuro parlarne ora. Anzi sono anche un po' irritato per questo dibattito. Voglio dirlo chiaramente: qui si discute sulla testa degli ucraini di trattative di pace che ancora non hanno avuto luogo, alle quale gli ucraini non hanno detto di sì e non si sono nemmeno seduti al tavolo"
Polonia, sostegno organizzativo: "Non inviamo soldati"
- Neanche la Polonia invierà le sue truppe in Ucraina, e continuerà a sostenere il suo vicino contro la Russia. Lo aveva affermato Donald Tusk poco prima di volare per Parigi. "La Polonia sosterrà l'Ucraina come ha fatto finora: a livello organizzativo, in base alle nostre capacità finanziarie, umanitarie e militari. Non abbiamo in programma di inviare soldati polacchi nel territorio ucraino"
Regno Unito a favore
- Il primo ministro britannico Keir Starmer ha invece fatto sapere di essere pronto a inviare truppe nel Paese guidato da Zelensky, qualora fosse necessario per garantire la sicurezza della Gran Bretagna e dell'Europa. Il Regno Unito sta svolgendo un ruolo di primo piano nel supportare Kiev nella guerra contro la Russia, il che "significa anche essere pronti e disposti a contribuire alle garanzie di sicurezza per l'Ucraina inviando le nostre truppe sul campo se necessario", ha scritto Starmer sul Daily Telegraph. Giovedì sarà alla Casa Bianca
Svezia: "Non escludiamo nulla"
- La ministra degli Esteri svedese Maria Malmer Stenergard ha affermato di "non escludere" l'invio di peacekeeper in Ucraina. "Dobbiamo prima negoziare una pace giusta e sostenibile che rispetti il diritto internazionale. Quando avremo una pace del genere, dovrà essere mantenuta e per questo il nostro governo non esclude nulla", ha detto alla radio pubblica Sveriges Radio. La Svezia, insieme ai Paesi Baltici, non ha partecipato alla riunione di Parigi
Macron puntava a una "forza di rassicurazione"
- Stando ad alcuni funzionari informati sui preparativi per l’incontro nella capitale francese, il capo dell'Eliseo aveva abbozzato l'ipotesi della creazione di una "forza di rassicurazione" da posizionare non su una futura linea di cessate il fuoco in Ucraina, ma "al di qua". L'assenza, preventivata da Parigi, di un documento finale di questa riunione, sempre definita "informale" proprio per evitare spaccature irreparabili, rende impossibile capire quali siano stati i temi "esclusi" dai disaccordi, e quelli sui quali invece si potrebbe lavorare ad un'intesa. "L'Ucraina merita la pace attraverso una posizione di forza. Una pace rispettosa della sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale, con forti garanzie di sicurezza. L'Europa si fa carico di tutta la sua parte di assistenza militare all'Ucraina", sono state le parole di Ursula von der Leyen dopo aver lasciato l'Eliseo
Per approfondire: Vertice europeo su Ucraina. Scholz: "No diktat a Kiev". Meloni frena su invio truppe
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