La stretta della Francia sulla ciminalità minorile

“Una proposta di legge di una rara violenza”, l’aveva definita il quotidiano francese Libération lo scorso 27 gennaio . Eppure, per quanto divisa, l’Assemblea nazionale l’ha adottata a gran maggioranza. Forse perché, come ha lasciato intendere l’ex premier Gabriel Attal nel presentarla in Parlamento, il tempo di intervenire era maturo. Elias e Louise, i casi di cronaca recenti che hanno sconvolto la Francia Negli ultimi mesi la Francia ha portato avanti il triste conteggio delle violenze a opera di minorenni. Talvolta notizie di cronaca minori, altre volte storie capaci di sconvolgere l’opinione pubblica. Come l’omicidio della 12enne Louise nell’Essonne, uccisa a pugnalate l’8 febbraio da un 24enne - tale Owen L. - che ha ammesso di aver “voluto scaricare su qualcuno la propria rabbia per darsi una calmata” dopo una partita al videogioco Fortnite andata male. Un profilo problematico e segnalato fin da quando era minorenne per violenze anche all’interno del suo nucleo familiare. O ancora, l’omicidio a Parigi lo scorso 25 gennaio del 14enne Elisas, ucciso con un machete da un 16enne e un 17enne - entrambi con precedenti - che volevano rubargli il telefono. Due morti ingiuste, violente, insensate. Oggi i genitori di Elias accolgono con soddisfazione la proposta di legge contro la criminalità minorile approvata in Parlamento. In una lettera scritta insieme ad altri familiari di vittime di violenza, avevano chiesto al Governo di “smetterla di intervenire con misure puramente educative”, specialmente nei casi di recidiva. Ecco quindi che il testo approvato contiene misure più severe a livello carcerario e includono multe per i genitori responsabili di non avere esercitato l’autorità parentale per frenare i figli. Alle origini del dibattito sulla criminalità minorile Il dibattito parte da lontano. Parlando di “inselvaggiamento” e “de-civilizzazione” in corso, dopo i disordini nelle banlieue a giugno 2023, il Presidente Macron aveva parlato di “necessità di costringere i genitori ad esercitare un’autorità sui figli” e di “ribadire l’autorità dello Stato” per disincentivare i minorenni a compiere reati. Le sue parole avevano aperto un dibattito, con l’opposizione che lo accusava di prestare il fianco alla retorica della destra radicale di Marine Le Pen e alle campagne anti-immigrazione. Nel 2024 il Governo Attal - fresco di un periodo da ministro dell’Educazione in cui si era confrontato con l’aumento delle violenze nelle scuole, tra studenti o contro gli insegnanti - aveva preso in mano il dossier e lavorato a un disegno di legge contro la criminalità minorile. Tra le misure ipotizzate all’epoca, quella di privare i genitori dei minorenni autori di reati gravi o di atti vandalici dei sussidi pubblici. Un’ipotesi poi scartata. Cosa contiene il disegno di legge contro la criminalità minorile Da giugno 2024 il testo era rimasto bloccato a causa della duplice crisi di Governo. Oggi è pronto ad essere approvato del Senato, dopo i 125 voti a favore all’Assemblea nazionale. Il ddl estende la comparsa immediata davanti a un giudice anche per autori di reati gravi minori di 16 anni, senza possibilità di sconti se non per espressa e motivata volontà del tribunale. Inoltre i genitori potranno ricevere multe amministrative qualora non si presentassero alle udienze e alle audizioni. Misure che il ministero della Giustizia Gérard Darmanin spera di riuscire a rafforzare ulteriormente durante la lettura al Senato, dal 25 marzo, proponendo una giuria popolare estesa anche per i delitti commessi da minori, un coprifuoco serale e nei weekend per gli autori di reati e il rafforzamento del braccialetto elettronico. Le opinioni della politica “L’ingenuità uccide”, ha commentato Gabriel Attal, oggi tornato deputato, “un minorenne nel 2025 non è la stessa cosa di un minorenne nel 1945, ed è fondamentale oggi restaurare l’autorità dello Stato nei confronti dei minori che delinquono”. Una posizione non condivisa dall’ala sinistra dell’opposizione. “La prigione non risolve il problema della criminalità minorile, lo alimenta”, ha lamentato una deputata della France Insoumise in Parlamento, denunciando un testo di legge che “corteggia il Rassemblement National”. Il Governo però sembra avere i numeri per procedere, forte anche dell’appoggio proprio della destra più radicale.

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