Che cosa vuol dire per il Regno Unito Trump alla Casa Bianca

Alla vigilia dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, il premier laburista Keir Starmer è volato a Kiev. A sei mesi dall’inizio del suo mandato, la scelta dei tempi non può essere considerata una coincidenza. Non solo: Il viaggio è servito per siglare una partnership lunga un secolo tra Regno Unito e Ucraina. Il giorno seguente il leader britannico è volato a Varsavia, per incontrare l’omologo Donald Tusk. Entrambi gli incontri vanno letti in chiave antirussa, e come un tentativo di prepararsi a un possibile disimpegno della nuova amministrazione americana in questo quadrante del mondo. Il Regno Unito teme il vuoto che potrebbe lasciare l’America, e si prepara, come può, a colmarlo. Nessuna cancelleria al mondo è stata più coerente e solidale con Kiev come quella britannica, che vorrebbe l’Ucraina presto all’interno della Nato. E già questo è un punto sostanziale che divide Londra da Washington. Trump ha fatto chiaramente capire che, qualora si raggiungesse “accordo di pace nei primi 100 giorni della sua presidenza” - come ripetuto dal suo inviato speciale nella regione, Keith Kellogg - toccherebbe agli europei occuparsi del dopo. In occasione del viaggio a Kiev, Starmer ha aperto alla possibilità di utilizzo di militari britannici come forza di peacekeeping, qualora appunto si raggiungesse un’intesa. La questione della difesa europea dalle minacce russe e il futuro della Nato sono solo due dei diversi temi che impensieriscono in questo periodo Londra. Lontano dai microfoni, più di un parlamentare spiega: “La verità è che non sappiamo cosa aspettarci da Trump”. E, viene da aggiungere considerando quanto accaduto negli ultimi sei mesi, da Elon Musk. Starmer cerca di mostrare indifferenza, di sminuire gli attacchi quotidiani dell’uomo più ricco del mondo definendoli “puro rumore di fondo”. Sottolinea l’importanza della storica “relazione speciale” con Washington, ma non convince nessuno. Il timore è, anzi, che Londra possa finire sotto ricatto economico e commerciale. Piaccia o no ammetterlo, il Regno Unito sta pagando la scelta di uscire dall’Unione europea. I sostenitori del Leave erano convinti che il Paese da solo avrebbe stretto chissà quanti accordi commerciali nel mondo. In realtà, a cinque anni di distanza, questi restano molto pochi e soprattutto manca anche proprio quello con gli Stati Uniti. Ora, Trump che minaccia dazi contro chiunque potrebbe costringere il Regno Unito ad affrontare una scelta amletica. Il Paese potrebbe essere, cioè, costretto, a sottostare a un ricatto in pieno stile trumpiano: gli affari li fate o con noi o con l’Unione europea. Questa sarebbe per Starmer una grana gigantesca, considerando che aspira a un “reset” delle relazioni con Bruxelles e che si trova a fronteggiare parametri economico-finanziari tutt’altro che rassicuranti . Trump poi è persona che non dimentica. E certamente non ha dimenticato che, durante la campagna elettorale americana, colonnelli del partito laburista sono corsi a lavorare “a titolo personale e gratuito” per Kamala Harris. I sostenitori di The Donald sono stati Liz Truss, la premier con il più breve mandato della storia del Paese, e Nigel Farage. Quest’ultimo ora, per la prima volta, siede alla Camera dei Comuni ed è leader di un partito di estrema destra, Reform Uk, che è in costante ascesa nei sondaggi e che è in grado di attrarre consenso non solo tra l’elettorato conservatore, ma anche quello laburista. Un altro dossier che segna una distanza tra i due Paesi è sicuramente quello ambientale. Il governo laburista si sta seriamente impegnando per raggiungere la neutralità carbonica nei tempi stabiliti dagli accordi internazionali. Anzi, di più: punta a un ruolo di leadership universalmente riconosciuto. Trump è un negazionista convinto, e lo ha già dimostrato durante la sua prima amministrazione ritirandosi dalle intese raggiunte alla Cop di Parigi. Questo ultimo aspetto allontana il presidente americano anche dalla casa reale, massima espressione del soft power britannico, e dal sovrano, re Carlo III, in particolare. Trump ha sempre mostrato rispetto e una sorta di fascinazione per i Windsor . Trump ha anche sangue scozzese , ma è difficile immaginare due personalità più distanti di quelle del presidente americano e del sovrano inglese.

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