Hegseth sotto torchio al Senato, ma è ancora in partita per il Pentagono

Peter Hegseth è stato messo sotto torchio nella giornata di martedì dal Senate Armed Services Committee, l’organo di Capitol Hill chiamato a interrogare sulla sua conformità al ruolo l’aspirante Segretario alla Difesa della seconda amministrazione Trump. Dagli affondi sulla sua presunta inadeguatezza al ruolo, al dibattito sulla sua condotta personale e sulle sue dichiarazioni sul la presenza delle donne nelle forze armate Usa, l’ex ufficiale dell’Esercito e commentatore di Fox News scelto dal presidente eletto per guidare il Pentagono ha dovuto subire il fuoco di fila dei senatori del Partito Democratico. Ciononostante, l’impressione è che Hegseth, uno dei più contestati e divisivi tra i candidati della nuova amministrazione, sia uscito dall’audizione tutt’altro che sconfitto nella corsa per l’incarico. Non solo infatti nessun senatore repubblicano si è espresso pubblicamente contro di lui, ma anche Joni Ernst, repubblicana dell'Iowa, veterana della riserva dell'esercito e della Guardia nazionale, che nelle scorse settimane aveva messo in dubbio il suo appoggio al candidato, si è espressa favorevolmente alla sua nomina. Cattiva condotta e misoginia, le accuse a Hegseth L’ex commentatore conservatore, veterano dell’Afghanistan e dell’Iraq, che Trump vuole proiettare dalla Fox al Pentagono per blindare la fedeltà delle forze armate nei suoi confronti ha dovuto difendersi da accuse personali e dubbi professionali. Hegseth ha dovuto rispondere a diverse domande circa la sua passata dipendenza da alcool, la sua infedeltà coniugale e un’accusa di molestie sessuali poste da quei senatori democratici che intendevano evidenziare la sua presunta incompatibilità col ruolo per cui è stato indicato. La senatrice Mazie Hirono, democratica delle Hawaii, ha interrogato Hegseth in merito all'indagine che lo ha visto coinvolto per presunte molestie del 2017 dopo la denuncia di una donna con cui il 44enne ex militare aveva passato una notte in un hotel di Monterrey, in California, e che avrebbe poi cercato di aggredire sessualmente. L’aspirante capo del Pentagono si è difeso respingendo le accuse: la Cnn ricorda che un recente report della polizia di Monterrey “espone le narrazioni contrastanti su quanto accaduto nel 2017, tra cui resoconti contrastanti su quanto fossero ubriachi Hegseth e la donna e descrizioni di filmati di videosorveglianza che mostrano alcuni dei loro movimenti quella notte”. Hegseth, nota la Cnn, “non è stato accusato di alcun crimine in relazione all'accusa e “il suo avvocato ha riconosciuto che Hegseth ha poi stipulato un accordo di conciliazione con la sua accusatrice che includeva un pagamento monetario non divulgato e una clausola di riservatezza”. Tim Kaine, senatore dell’Indiana, ha incalzato il candidato segretario alla Difesa sul fatto che questa vicenda testimoniasse una sua infedeltà coniugale. Kaine, unendo la presunta cattiva condotta di Hegseth a diverse sue dichiarazioni sul ruolo delle donne nelle forze armate, su cui in passato ha ironizzato, ha cercato di dimostrare l’inconsistenza della fibra morale necessaria per guidare la Difesa Usa. Su questo tema era molto attesa la domanda di Ernst, che però come ha sottolineato il New York Times “è stata amichevole verso Hegseth”. La politica dell’Iowa, che di recente ha subito le critiche del movimento Maga per la sua volontà di indagare la credibilità di Hegseth, lo ha “incoraggiato a ripetere le promesse che ha detto di averle fatto in privato sulla nomina di un ufficiale superiore per rafforzare il suo lavoro passato per prevenire le aggressioni sessuali e gli stupri nell'esercito” e lo ha invitato a compiere un audit nel Pentagono per capire la dimensione del fenomeno delle molestie nelle forze armate, nota il New York Times. Hegseth non è adatto a guidare il Pentagono? Hegseth è stato messo sotto pressione circa la sua assenza di ruoli operativi e di leadership politica, ritenuta dai suoi critici un ostacolo insormontabile per affidare a un novizio della politica il compito di supervisionare i tre milioni di dipendenti del Dipartimento della Difesa e il budget di 849 miliardi di dollari del Pentagono. Il senatore Mark Kelly dell’Arizona ha definito “inadeguato al ruolo” il candidato, sottolineando che la sua conferma avrebbe “messo a rischio” la credibilità delle forze armate americane. Hegseth ha ribadito alcune delle posizioni più controverse espresse in passato, ad esempio ribadendo che spesso i militari Usa accusati di crimini di guerra sono vittime della “cattiva condotta da parte dell'accusa", ma ha rifiutato di dirsi favorevole a pratiche lesive dei diritti umani come l’utilizzo della tortura negli interrogatori. Nelle scorse settimane erano emerse altre critiche politiche alla possibile gestione Hegseth del Pentagono, come la sua idea sul fatto che l'assistenza sanitaria dei veterani debba essere fornita solo a coloro che hanno riportato ferite in combattimento e non a tutti incondizionatamente. Il Center for American Progress ha fatto notare invece che nei prossimi anni chi guiderà il Pentagono dovrà “affrontare la rapida evoluzione della guerra e dei sistemi, dalle armi ipersoniche all'intelligenza artificiale, e allineare le capacità militari americane con i suoi obiettivi strategici” e gestire le risorse in modo oculato dopo che un report del 2021 “ha rilevato che il 40 percento dei principali programmi di armamento ha superato le stime dei costi di almeno il 25 percento, sprecando miliardi di dollari dei contribuenti”. Per il Cap Hegseth non ha “alcuna delle competenze necessarie” a un compito tanto arduo. Una prova per Trump Nonostante tutto, Hegseth ha visto l’unico rischio di “fuoco amico” in campo repubblicano rientrare e tutti i senatori del Grand Old Party nel comitato sulle forze armate dimostrare fiducia nei suoi confronti. In quest’ottica, la giornata di lunedì 20 gennaio sarà decisiva. Poco dopo l’inaugurazione della seconda presidenza Trump, il Senato al completo dovrà votare per la conferma di Hegseth. I repubblicani hanno 53 seggi contro i 47 democratici e l’ex conduttore della Fox può permettersi tre defezioni. Far passare il suo candidato più identitario e anti-sistema al Pentagono sarebbe una vittoria per Trump non solo contro i dem ma anche nei confronti di chi, specie tra i conservatori più tradizionali, intende contendere la sua leadership in seno al Grand Old Party ponendo dei paletti all’ingresso in forze degli esponenti del movimento Maga nelle istituzioni. Con Hegseth lo farebbero direttamente dalla porta principale, al vertice delle forze armate simbolo dell’influenza americana nel mondo. Un esempio di una “trumpizzazione” degli Usa che l’audizione di Hegseth ha dimostrato essere già realtà.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Hegseth sotto torchio al Senato, ma è ancora in partita per il Pentagono