Controllo dell'Artico e minerali, perché Trump vuole la Groenlandia

Donald Trump punta la Groenlandia: nella sua conferenza stampa di ieri, dalla residenza di Mar-a-Lago il presidente eletto degli Stati Uniti è tornato a rivendicare la necessità di portare l’isola artica di proprietà della Danimarca sotto controllo di Washington, riproponendo una presa di posizione che Trump ha più volte espresso. Già nel 2019, durante il suo primo mandato, si era offerto di comprare la Groenlandia dalla Danimarca. Da dicembre in avanti, dopo la vittoria alle presidenziali, Trump è tornato a rivendicare il dossier con forza, paventando addirittura sanzioni economiche contro Copenaghen se il governo socialdemocratico di Mette Frederiksen non consentirà di aprire trattative per la cessione dell’isola dopo il 20 gennaio, giorno del suo insediamento. Trump ha dichiarato che assieme al Canale di Panama la Groenlandia serve agli Usa per difendersi da eventuali minacce straniere, in primis quella cinese, e riaffermare la supremazia economica a stelle e striscia a livello globale. In una riproposizione moderna della dottrina Monroe, che impegna gli Usa a respingere ogni tentativo di ingerenza nel continente nordamericano, Trump intende usare l’estensione della sovranità americana a territori come la Groenlandia per prevenire l’installazione di attori ostili nella regione e, al contempo, per permettere agli Usa di avere una proiezione artica, sfidando la Cina e la Russia in una regione critica per la competizione economica e le rotte commerciali globali, e per di più ricchissima di risorse. Il braccio di ferro tra Trump e la Danimarca Ironia della sorte, le rivendicazioni del presidente eletto sono rivolte verso un Paese che negli anni si è rivelato uno dei più stretti alleati degli Stati Uniti. Le forze armate danesi infatti hanno sostenuto le operazioni Usa in diversi teatri di guerra, inviando contingenti in Afghanistan e Iraq a inizio Anni Duemila e partecipando alle campagne in Libia del 2011 e in Siria e Iraq contro lo Stato Islamico a partire dal 2014. La Danimarca ha inoltre sempre consentito il dispiegamento di forze armate Usa in Groenlandia. Molto meno massiccia dell’epoca della Guerra Fredda, quando l’isola era usata per monitorare il Nord Atlantico e i possibili movimenti sospetti della flotta sovietica, la presenza militare di Washington si è recentemente ammodernata con la trasformazione della storica base aeronautica di Thule, la più settentrionale tra quelle controllate dal Pentagono, nella Pituffik Space Base, assegnata alle Space Forces nell'aprile 2023. Ad aprile le autorità di Nuuk hanno pubblicato un documento politico che predica la vicinanza al campo europeo e atlantico per mostrarsi al di sopra di ogni sospetto. Di conseguenza, oggi, l’ipotesi di una perdita della Groenlandia da parte degli Usa e della Nato appare molto più remota oggi rispetto ai tempi del primo mandato di Trump, quando si temeva che la possibile corsa del territorio semiautonomo verso l’indipendenza rischiasse di far installare attori come la Cina a pochi passi dagli Stati Uniti. La Danimarca, finora, ha respinto al mittente le pretese di Trump, ma si è ben guardata dal sottovalutarle. Frederiksen ha annunciato l’aumento delle spese militari per la difesa dell’isola, come a mostrare bandiera e a rivendicare l’impegno di Copenaghen per la sicurezza della regione artica, mentre Re Federico X ha annunciato una modifica dello stemma nazionale in cui appaiono più evidenti l’orso polare simbolo della Groenlandia e l’ariete rappresentante le Isole Faroe, come a rivendicare l’inscindibilità dei due territori atlantici dal Paese europeo. La Groenlandia, una miniera di materiali strategici L’assertività di Trump, in ogni caso, non sembra motivata solo dalla volontà geopolitica di mettere sotto controllo un’area tanto strategica per le rotte marittime e la sicurezza nazionale Usa. Il New York Times ipotizza che dietro le rivendicazioni del presidente eletto ci sia un interesse per i vasti depositi di minerali strategici della Groenlandia, fondamentali per le industrie e la competizione economica e tecnologica con i Paesi rivali di Washington. In particolare, “lo scioglimento dei ghiacci potrebbe consentire la perforazione per il petrolio e l'estrazione di minerali come rame, litio, nichel e cobalto”. E del resto, già nel 2023, ricorda il New York Times, “il governo danese ha pubblicato un rapporto che descriveva in dettaglio il potenziale della Groenlandia come un ricco deposito di minerali preziosi”, sottolineando che l'isola artica ha "condizioni favorevoli per le formazioni di deposizione di minerali, compresi molti dei minerali critici" per l’industria moderna. Il primo ministro della Groenlandia, Mute Egede, ha dichiarato che la sua terra "non è in vendita" ma al contempo in questa fase turbolenta ha rivendicato che il suo Paese, privo di sovranità su questioni estere e di difesa ma a cui la Danimarca concede ampi margini di autogoverno sulle scelte interne, dovrebbe iniziare a considerare di compiere passi nella direzione dell’indipendenza. La Groenlandia intanto pensa all'indipendenza? “Egede, che guida la Groenlandia dal 2021 e proviene dal partito indipendentista Comunità del Popolo , ha affermato che le relazioni della Danimarca con la Groenlandia non hanno creato piena uguaglianza e che l'isola merita di rappresentarsi sulla scena mondiale”, nota Politico.eu. Una presa di posizione, la sua, che lascia pensare all’ipotesi della convocazione di un referendum indipendentista nei prossimi anni, in cui il futuro dell’isola più grande del mondo sarà sempre più incerto. Ad accelerare questo processo, indubbiamente, la rivendicazione dell’obiettivo dell’espansionismo territoriale da parte di Trump. Una pratica politica che si riteneva appartenente al passato, e che Washington ha duramente contrastato quando a rivendicarla sono potenze ostili come la Russia, ha creato scompiglio quando il presidente eletto è arrivato a reclamare il territorio governato da un Paese alleato. E se il dossier Groenlandia resterà caldo, le conseguenze saranno imprevedibili anche sul fronte dei rapporti interni al campo euroatlantico.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Controllo dell'Artico e minerali, perché Trump vuole la Groenlandia