L'Estonia in campo per difendere i cavi sottomarini dalla Russia

Nel Mar Baltico è allerta massima per le forze della Nato dopo che l’Estonia ha deciso l’avvio di una pattuglia marittima per controllare il cavo elettrico sottomarino Estlink1, connettore che unisce il Paese baltico alla Finlandia, in risposta a possibili sabotaggi russi. Dopo che un altro cavo, Estlink 2, è stato danneggiato poco prima di Natale da una petroliera russa, la Eagle S, l’Estonia ha sospettato che dietro il presunto errore umano con cui l’ancora del vascello di Mosca ha danneggiato l’infrastruttura energetica sottomarina ci fosse una deliberata volontà di sabotaggio. Di conseguenza, mentre la Nato alzava l’allarme per la minaccia alle infrastrutture sotto i mari Tallinn ha inviato la motovedetta Raju a supervisionare la sicurezza del cavo Estlink1 L'Unione Europea, al contempo, si è mossa per denunciare quello che ritiene essere "l'ultimo di una serie di presunti attacchi alle infrastrutture critiche". L’ex premier estone, l’Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Comune Kaja Kallas, ha denunciato le attività di una presunta “flotta ombra russa” che "minaccia la sicurezza e l'ambiente, finanziando al contempo il bilancio bellico di Mosca” trasportando il petrolio esportato dal Paese di Vladimir Putin in violazione alle sanzioni. Tallinn si muove per difendere i cavi Tallinn si è mossa per prevenire futuri incidenti, e il ministro della Difesa estone Hanno Pevkur ha dichiarato di aspettarsi un sostegno finlandese all’operazione. Una pattuglia navale di Helsinki, del resto, ha fermato e posto sotto sequestro nel Paese la Eagle S, e il governo del Paese scandinavo indaga. In Finlandia anche il presidente della Repubblica Alexander Stubb ha sospettato che ci possa esser stata una correlazione tra il danneggiamento di Estlink2 e altri due casi avvenuti nelle scorse settimane che hanno riguardato un cavo portante energia elettrica tra Finlandia e Germania e due cavi di telecomunicazione sottomarini nel Baltico, il BCS East-West Interlink e il C-Lion1, danneggiati il 18 novembre dalla nave cargo cinese Yi Peng 3. Dietro tutte queste manovre i Paesi Nato nel Baltico, mare che dall’invasione russa dell’Ucraina è diventato un lago atlantico con l’ingresso nell’alleanza di Svezia e Finlandia, sospettano che ci possa essere la mano dell’intelligence di Mosca. Nel novero delle cosiddette minacce ibride, ovvero quel tipo di manovre con impatto securitario e strategico non direttamente riconducibili a operazioni militari di tipo classico, negli ultimi anni le manovre russe volte a colpire le infrastrutture sottomarine sono state indicate dalla Nato come una sfida concreta. il segretario generale aggiunto per l'innovazione ibrida e informatica, il canadese James Appathurai, l'ha definita a novembre "la minaccia più concreta per la nostra sicurezza" sottolineando che "i russi stanno portando avanti un programma che hanno da decenni. Si chiama Russian Undersea Research Program, che è un eufemismo per una struttura paramilitare, molto ben finanziata, che sta mappando tutti i nostri cavi e le nostre condutture energetiche". L'importanza strategica del dominio sottomarino Dato che sotto i mari passano buona parte dei flussi dati, delle comunicazioni informative, dell’energia scambiati tramite infrastrutture strategiche nel mondo contemporaneo, l’idea di un’importanza geopolitica dei fondali marittimi è certamente da tenere in considerazione. Da tempo, in particolare, la Nato spinge per estendere all’underwater la sicurezza collettiva dell’Alleanza già strutturata nei domini di competizione geopolitica e militare convenzionali e in quelli di nuova generazione . Dall’Estonia alla Finlandia, molti Paesi membri dell’Alleanza si sentono in prima linea nel contrasto all’assertività russa tanto per la prossimità geografica al Paese euroasiatico quanto per la loro esposizione non solo territoriale, ma anche marittima. Per Tallinn, in particolare, la sfida delle minacce ibride è concreta: già nel 2007, fu proprio l’Estonia a subire un grande cyberattacco russo in un periodo di acuta conflittualità politica con Mosca, una mossa che svelò l’importanza delle nuove armi informatiche nel quadro della competizione geopolitica del XXI secolo. Oggi l’attenzione è rivolta sotto i mari dove il braccio di ferro tra l’Occidente e la Russia è concreto e senza esclusione di colpi, come testimoniato dalla trasformazione del Baltico in un campo di battaglia ombra dal danneggiamento del gasdotto Nord Stream nel settembre 2022 a oggi.

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