Cybersicurezza in Europa, il primo rapporto Ue lancia l'allarme

Nonostante la guerra tradizionale resti purtroppo drammaticamente attuale e assai ben visibile, c’è un altro fronte, meno visibile ma non meno pacifico, in cui si consuma quotidianamente più di un conflitto, ed è quello digitale. Per la prima volta Enisa, l’Agenzia Ue per la cybersecurity ha redatto un documento che fa il punto sulla situazione a livello comunitario. E le cose non sono tranquillizzanti. Nonostante i grandi sforzi in termini regolamentari fatti negli ultimi anni dalla Commissione europea, il Vecchio continente continua a rimanere vulnerabile agli attacchi, che sono in aumento. L'analisi condotta da Enisa che ha dato vita al report si basa su varie fonti, tra cui l'indice di sicurezza informatica Ue, la serie di report NIS Investment oltre a un'ampia consultazione tra la Commissione e i 27 Stati membri. Gli attacchi La valutazione del rischio condotta ha rivelato un livello di minaccia informatica “sostanziale” per l’Ue. Il principale tipo di attacco utilizzato dai criminali informatici è di tipo denial of service , quelle azioni che paralizzano un sito web tramite un immenso numero di accessi allo stesso. L’alternativa principale agli attacchi DoS è rappresentata dal cosiddetto ransomware , attacchi in cui software maligni vengono introdotti in computer e server, sequestrandoli ai loro legittimi amministratori e richiedendo un riscatto, spesso in criptovaluta, per liberarli. Questi due tipi di attacchi, insieme rappresentano i due terzi del totale a cui è stata soggetta la Ue nei 12 mesi che vanno da metà 2023 a metà 2024. A seguire le sottrazioni di dati, che rappresenta poco meno di un quinto del totale e il social engineering , o ingegneria sociale, che riguarda più da vicino gli utenti generici perché è quello tramite cui i criminali informatici cercano di ottenere informazioni su account personali tramite frodi perpetrate via email o messaggistica istantanea. Attacchi mirati direttamente agli utenti, che invece di DoS e ransomware sono vittime indirette. Le prede preferite Il settore più colpito è la Pubblica Amministrazione, destinataria di un quinto di tutti gli attacchi perpetrati. E questa, benché non inattesa, è una pessima notizia dal momento che la Pa è necessariamente in possesso dei dati di tutti i cittadini. Anche il settore dei trasporti e quello bancario sono prede preferenziali, seguite a stretto giro dal settore dei servizi , dall’infrastruttura digitale e dal pubblico generico . Tra i vari settori, quelli che hanno una maggiore maturità nella cybersecurity sono quelli considerati più critici per i cittadini: il settore energetico, quello delle telecomunicazioni e il bancario/finanziario. La maturità equivale a una grande consapevolezza dei rischi e delle vulnerabilità e al coinvolgimento del top management nelle decisioni che riguardano la sicurezza informatica. Sono questi i settori che al momento rappresentano il modello da seguire. La normativa Ue Come detto, la Commissione europea si è prodigata negli ultimi anni per garantire un ecosistema in grado di proteggere le aziende e i cittadini della Ue dagli attacchi informatici, riconoscendo la cybersecurity come un ambito fondamentale per la sicurezza del continente e lavorando per l’innalzamento degli standard di protezione e l’omogeneità tra i vari Paesi. Restano, però, ancora alcune disparità tra i vari Stati membri, con l’Italia che insieme a Francia, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Danimarca, Repubblica Ceca, Estonia a Lussemburgo, è tra le nazioni maggiormente ottemperanti delle disposizioni Enisa. Restano, come evidenziano i risultati, ancora molti passi da fare per raggiungere gli obiettivi di sicurezza informatica. I dati del report si fermano all’estate 2024, mentre a ottobre è scaduto il termine per l’adozione dell’ultima normativa Ue in tema di cybersecurity, la direttiva NIS2 che impone ad aziende e Pubblica amministrazione nuovi adempimenti più stringenti. La speranza è che la sua adozione in tutta l’Unione migliori lo stato delle cose. Anche perché il futuro non è roseo, come riconosce il Report, con l’intelligenza artificiale e il quantum computing che aumenteranno esponenzialmente la pericolosità degli attacchi nel prossimo futuro.

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