Mozambico, il bilancio di due mesi di crisi politica e umanitaria

Da due mesi il Mozambico vive una crisi politica, istituzionale e umanitaria di proporzioni sempre più grandi. Dalle elezioni del 9 ottobre, vinte dal candidato del FRELIMO Daniel Chapo, e dalle successive proteste del più forte candidato di opposizione, Venâncio Mondlane, che dal suo rifugio in Sudafrica guida attraverso i social i suoi sostenitori nel tentativo di rovesciare a colpi di manifestazioni quello che definisce un “regime”. Oltre 250 morti Manifestazioni duramente represse dal governo del presidente uscente Filipe Jacinto Nyussi, come testimonia il report della ONG locale Plataforma DECIDE. Secondo l'ultimo aggiornamento, i morti sono saliti a 278: 176 contati solo nell'ultima fase, la cosiddetta Turbo V-8, iniziata il 23 dicembre, data della pronuncia con cui il Consiglio Costituzionale ha sancito la vittoria di Chapo pur rivendendo al ribasso le percentuali e riconoscendo di fatto almeno in parte le irregolarità già denunciate dagli osservatori indipendenti. I dati totali presentano alcune discrepanze rispetto a quelli per provincia o per fase, ma restituiscono in ogni caso un quadro complessivo decisamente preoccupante, confermando le difficoltà nel tenere un registro preciso delle vittime. Se si consulta il dossier aggiornato al 21 dicembre, più completo e dettagliato, le morti totali risultavano infatti già 131, 115 delle quali per colpi d'arma da fuoco sparati dalle forze dell’ordine; 16 le persone morte in altri modi: investite, pestate, per intossicazione da gas lacrimogeno. Alla stessa data, DECIDE segnalava 12 vittime minori d'età, quattro donne e nove agenti delle forze di difesa e sicurezza che hanno perso la vita. Più di 2000 feriti Nei primi 66 giorni di manifestazione si contano anche 11 persone scomparse distribuite tra Maputo, Inhambane, Sofala e Nampula e 4201 arresti illegali legati alle manifestazioni. DECIDE segnala che oltre Il 95% delle persone arrestate sono state successivamente rilasciate grazie all’intervento dell’Ordine degli Avvocati del Mozambico o di altre organizzazioni che forniscono patrocinio e assistenza legale. Al 21 dicembre, i feriti totali erano già 2000, 345 dei quali colpiti da proiettili. Un dato, quest'ultimo, aggiornato a 586 negli ultimi sei giorni. Per via delle difficili condizioni in cui versano gli ospedali e il sistema sanitario, molti di questi hanno dovuto ricevere soccorso domiciliare da parte dell’Ordine degli Infermieri del Mozambico. La città di Maputo è la più colpita La protesta si è finora articolata in cinque fasi, con l'ultima iniziata dopo la pronuncia del Consiglio Costituzionale. La tendenza mostra come le tensioni non accennino a placarsi. La quinta fase, cominciata il 23 dicembre, è quella che ha registrato il più alto numero di arresti e vittime e feriti segnalati attraverso la linea di denuncia istituita dalla Piattaforma DECIDE. L’area più colpita è senza dubbio quella di Maputo città e provincia. Persone uccise nel proprio cortile Tra le vittime, il report di DECIDE segnala un agricoltore ucciso nel cortile di casa sua; un giovane colpito da un proiettile alla testa mentre era con gli amici; un ragazzo morto in ospedale dopo essere stato centrato da due colpi 10 minuti dopo essere uscito di casa per raggiungere una manifestazione; un 18enne centrato da 7 spari fuori da casa sua perché sbatteva delle pentole in segno di protesta; un 42enne ucciso da due proiettili vaganti mentre tornava a casa dal lavoro. La preoccupazione delle istituzioni internazionali Sono dati allarmanti, ulteriormente aggravati dagli ultimi sviluppi, che hanno portato le istituzioni e organizzazioni internazionali a esprimere tutta la loro preoccupazione. L'Unione Europea, esprimendo preoccupazione per le violenze e chiedendo a tutte le parti in causa uno sforzo per evitare azioni che inaspriscano ulteriormente la tensione, ha ribadito che i suoi osservatori hanno notato irregolarità nel processo di voto e confermato la sua disponibilità ad aiutare il Paese nella riforma del suo processo elettorale, invitando il presidente eletto a dialogare con le opposizioni. Moussa Faki Mahamat, presidente dell’Unione Africana, ha espresso rammarico per il peggioramento della situazione dopo l’ufficializzazione dell’esito del voto da parte del Consiglio Costituzionale, e ha invitato le forze di sicurezza del Paese a esercitare "moderazione" nell'uso della forza, invocando contemporaneamente una soluzione pacifica alla crisi da parte del governo e delle altre parti in causa. Un appello analogo è stato rivolto da parte del segretario generale dell’ONU António Guterres. La posizione della SADC La SADC , si è espressa ufficialmente solo dopo la pronuncia del Consiglio Costituzionale, chiedendo all’opposizione di fermare le proteste attraverso una dichiarazione firmata dal presidente dello Zimbabwe Emmerson Mnangagwa, attualmente a capo della SADC. Anche il Sudafrica auspica l’apertura di un dialogo per riappacificare il Paese. In questa situazione di violenza, incertezza e miseria, oltre 2000 cittadini mozambicani sarebbero scappati per rifugiarsi in Malawi, secondo quanto riferito dalle autorità dello Stato confinante col Mozambico. Una mediazione complessa Un primo tentativo di mediazione è naufragato quando il FRELIMO si è rifiutato di garantire a Mondlane l’immunità, insistendo perché l’incontro avvenisse di persona e non da remoto e non rispondendo alla richiesta del candidato sconfitto che fossero cancellate tutte le accuse a suo carico. Ora il Paese è allo stremo, e nella diretta del 30 dicembre, Mondlane ha annunciato due giorni di "tregua" per il 31 e 1 gennaio, chiedendo ai mozambicani di unirsi e cantare l'inno nazionale tra le 23:45 e la mezzanotte, per rimandare poi al 2 gennaio l'annuncio delle misure previste per la fase "ponta de lança" che arriverà fino al 15 gennaio, quando Mondlane ha promesso di prestare giuramento come presidente di una repubblica di Mozambico che, nelle sue intenzioni, dovrebbe cambiare costituzione e bandiera, rimuovendo il fucile dal vessillo della nazione, in nome di una pace che, al momento, appare come una chimera.

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