Allerta per l’epidemia del batterio Klebsiella oxytoca, ma la ministra della Salute rassicura: “Focolaio sotto controllo”. Dai primi accertamenti, sembra che il contagio sia avvenuto per via endovenosa
È allerta in Messico per il batterio killer che avrebbe ucciso alcuni bambini. Otto dei 13 casi di bimbi deceduti nel cosiddetto Edomex - ovvero uno dei 31 stati che compongono il paese e che ha come capitale Toluca - sono stati causati dall'epidemia del batterio Klebsiella oxytoca. Lo ha confermato la ministra della Salute dello stato, Macarena Montoya Olvera, aggiungendo che quattro decessi sono ancora in fase di studio e per uno, invece, è stato escluso il batterio come causa della morte.
La ministra: "Focolaio sotto controllo"
Montoya Olvera ha assicurato che il focolaio di infezione del sangue causata dal batterio Klebsiella oxytoca nei quattro ospedali dell'entità dove sono stati rilevati una ventina di casi "è sotto controllo", confermando che ad essere state coinvolte sono tre unità mediche del settore pubblico e di una del settore privato, costantemente monitorate. Tutte le vittime erano pazienti pediatrici, in una fascia di età compresa tra 0 e 14 anni.
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L'ipotesi di un contagio avvenuto per via endovenosa
Intanto i primi riscontri dell'investigazione aperta dal ministero della Sanità del Messico suggeriscono un contagio avvenuto per via endovenosa attraverso il somministro di nutrizione parenterale. Nel mirino degli investigatori della Direzione nazionale epidemiologica del Messico è finita infatti l'azienda Safe, che produce il preparato sospettato di aver causato il contagio. Secondo quanto riferisce la testata 'El Universal' le aurtorità hanno preventivamente sospeso il somministro di tutti i suoi prodotti elaborati dopo il 21 novembre di quest'anno.