Guerra in Siria, esercito: “Abbiamo perso il controllo di Hama”

Mondo
©IPA/Fotogramma

Damasco ha confermato il ritiro dell'esercito, dopo le notizie dell'ingresso delle fazioni armate guidate da Hayat Tahrir al-Sham. Le forze fedeli a Bashar al-Assad, secondo un comunicato del ministero della Difesa diffuso dall'agenzia siriana Sana, sono state "dislocate fuori dalla città". Il capo di Hezbollah: "Siamo al fianco del presidente siriano"

ascolta articolo

In Siria continua l’avanzata dei ribelli sostenuti dalla Turchia. L'esercito siriano ha riconosciuto di aver perso il controllo della città strategica di Hama, nella Siria centrale. Si tratta della terza città della Siria e teatro quarant'anni fa del famigerato massacro di migliaia di persone compiuto dal regime dell'allora presidente Hafez Assad, padre dell'attuale presidente Bashar. "Nelle ultime ore gruppi terroristici sono riusciti a sfondare diversi fronti della città e ad entrarvi", ha affermato l'esercito in un comunicato. Damasco ha quindi confermato il ritiro dell'esercito, dopo le notizie dell'ingresso delle fazioni armate guidate da Hayat Tahrir al-Sham, gruppo armato sunnita radicale. Le forze fedeli a Bashar al-Assad, secondo un comunicato del ministero della Difesa diffuso dall'agenzia siriana Sana, sono state "dislocate fuori dalla città". La Siria afferma di aver abbattuto due droni "nemici" intercettati dalla difesa aerea sulla capitale siriana Damasco. Non ci sarebbero né vittime né danni (SEGUI TUTTI GLI AGGIORNAMENTI SULLA GUERRA IN MEDIORIENTE).

La rivendicazione

I combattenti jihadisti entrati a Hama affermano di aver "liberato centinaia di detenuti" dal carcere di questa città della Siria centrale. "Le nostre forze sono entrate nella prigione centrale di Hama e hanno liberato centinaia di prigionieri ingiustamente detenuti", ha rivendicato via Telegram Hassan Abdel Ghani, un comandante militare della coalizione di fazioni armate guidate da Hayat Tahrir al-Sham. Il leader dei ribelli di Hayat Tahrir al-Sham, Abu Mohammed al-Jolani, ha affermato che non ci sarà "nessuna vendetta" dopo che il suo gruppo jihadista ha preso la città siriana, teatro di un sanguinoso massacro da parte delle forze governative nel 1982. "Chiedo a Dio onnipotente che sia una conquista senza vendetta", ha detto Jolani in un messaggio video su Telegram, dopo aver annunciato che i combattenti erano entrati ad Hama "per ripulire la ferita che dura da 40 anni in Siria".

Il capo di Hezbollah: "Siamo al fianco di Damasco"

Il capo di Hezbollah Naim Qassem ha affermato che il gruppo libanese, alleato del presidente siriano Bashar al-Assad, sarà al fianco di Damasco mentre i ribelli guidati proseguono la loro offensiva. In un discorso televisivo, Qassem ha denunciato "gruppi terroristici" che "vogliono far cadere il regime in Siria", aggiungendo: "Non saranno in grado di raggiungere i loro obiettivi nonostante ciò che hanno fatto nei giorni scorsi, e noi come Hezbollah saremo al fianco della Siria per sventare gli obiettivi di questa aggressione il più possibile". Secondo Qassem, "l'aggressione in Siria è orchestrata dagli Stati Uniti e da Israele".

Approfondimento

Siria, Ong: "Ribelli jihadisti alle porte di Hama in Siria"

La situazione in Siria

Blackout delle comunicazioni nella provincia di Aleppo. A riferire dell'interruzione delle comunizioni è l'agenzia ufficiale siriana Sana che punta il dito contro gli "attacchi dei terroristi contro centraline dati nelle zone centrali e settentrionali" della regione. Pechino sollecita i cittadini cinesi che si trovano in Siria a lasciare il Paese "il prima possibile" per evitare "rischi estremamente elevati per la sicurezza". In un avviso dell'ambasciata cinese in Siria rilanciato dai media ufficiali del gigante asiatico si parla della "situazione tesa nel nordovest e della situazione sicurezza ulteriormente peggiorata" a livello generale con la raccomandazione "a sfruttare i voli commerciali ancora operativi" o a lasciare via terra il Paese, teatro da una settimana dell'offensiva lanciata dalle fazioni armate guidate da Hayat Tahrir al-Sham.

Guterres chiama Erdogan: "Urge accesso umanitario in Siria"

Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha detto di aver parlato con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan "per discutere degli ultimi sviluppi in Siria. Ho sottolineato l'urgente necessità di un immediato accesso umanitario a tutti i civili in difficoltà e di un ritorno al processo politico facilitato dalle Nazioni Unite per porre fine allo spargimento di sangue". "Decine di migliaia di civili sono a rischio in una regione già in fiamme. Stiamo assistendo ai frutti amari di un cronico fallimento collettivo dei precedenti accordi di de-escalation per produrre un autentico cessate il fuoco a livello nazionale o un serio processo politico per attuare le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza", ha concluso.

Ong: "Decine di migliaia in fuga da Homs"

Decine di migliaia di siriani sono fuggiti da Homs, temendo l'avanzata delle forze ribelli che hanno preso le città di Hama e Aleppo più a nord. Lo afferma l'Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh). Homs si trova a soli 40 chilometri (25 miglia) a sud di Hama, che i ribelli hanno catturato oggi. Secondo gli analisti, i combattenti guidati dal gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (Hts) potrebbero spingersi verso la città, un collegamento chiave tra Damasco e Hama. Rami Abdel Rahmane, direttore dell'Osdh, ha denunciato un "esodo di massa di siriani alawiti dai quartieri di Homs, decine di migliaia diretti verso la costa siriana".

Vedi anche

La guerra in Siria, dalle tensioni tra clan agli interessi geopolitici

Mondo: I più letti