La proposta per decidere se mettere sotto accusa il presidente è stata presentata a seguito del tentativo di Yoon, lo scorso 3 dicembre, di imporre la legge marziale. La votazione è prevista per sabato 7 dicembre alle 19 ora locale (le 11 in Italia). Nel frattempo, la polizia sudcoreana ha riferito che il presidente sudocoreano risulta attualmente indagato per insurrezione
È previsto per sabato 7 dicembre il voto sulla mozione di impeachment del presidente sudocreano Yoon Suk-yeol. La proposta per decidere se mettere sotto accusa il presidente è stata presentata a seguito del tentativo di Yoon, lo scorso 3 dicembre, di imporre la legge marziale, un insieme di norme che si applicano in un Paese nel caso in cui questo entri in guerra o per altre esigenze eccezionali di ordine pubblico. Si tratta di una sorta di ordinamento giuridico separato che sostituisce quello normalmente vigente. Il presidente sudcoreano aveva dichiarato di averla attivata per proteggere il Paese dalle "forze comuniste". Decisione che, però, è stata poco dopo bloccata dal Parlamento che, controllato dalle opposizioni, ha approvato all'unanimità lo stop. Il presidente Yoon è tornato sui suoi passi sotto la pressione di deputati e manifestanti.
La votazione per l'impeachment
Come riferisce la stampa sudcoreana, la votazione per decidere se mettere sotto accusa il presidente Yoon si terrà sabato alle 19 ora locale (le 11 in Italia). A ribadire l'appuntamento è stato anche il deputato dell'opposizione Jo Seoung-lae che ha confermato un voto più vicino al termine di scadenza delle 72 ore dalla presentazione dell'iniziativa, entro cui i deputati devono esprimersi per non farla decadere.
Polizia: “Il presidente Yoon indagato per insurrezione”
Nel frattempo, la polizia sudcoreana sta indagando sul presidente per presunta "insurrezione" a seguito alla sua dichiarazione di legge marziale. A renderlo noto è stato un alto ufficiale di polizia, secondo cui l'indagine è stata avviata dopo che l'opposizione ha presentato una denuncia contro Yoon e altre figure chiave coinvolte. Nel Paese, l'insurrezione è un crimine che trascende l'immunità presidenziale e può comportare la pena di morte. Come riporta l'agenzia di stampa Afp, Woo Jong-soo, capo del quartier generale investigativo nazionale dell'Agenzia nazionale di polizia, ha dichiarato ai legislatori che "il caso è stato assegnato".
Vedi anche
Corea del Sud, caos legge marziale: possibile voto su impeachment Yoon
Le dimissioni dell'ex ministro della Difesa di Seul
Intanto, il presidente Yoon ha accettato le dimissioni del ministro della Difesa Kim Yong-hyun. Secondo i media nazionali, la proposta sulla dichiarazione della legge marziale era stata avanzata al presidente proprio dal ministro Yong-hyun, che in seguito se ne era assunto la responsabilità rassegnando le dimissioni. Al suo posto, subentrerà Choi Byung-hyuk, un generale dell'esercito in pensione che presta servizio come ambasciatore in Arabia Saudita. Ora, a causa del suo ruolo nel tentativo di colpo di stato del presidente Yoon, l'ex ministro della Difesa di Seul non potrà neppure più viaggiare all'estero. Come riferisce l'agenzia di stampa Yonhap, "i procuratori del distretto centrale di Seul hanno imposto un divieto di viaggio all'ex ministro".
Viceministro Difesa: "L'ex ministro Yong-hyun ordinò l'ngresso delle truppe nel Parlamento"
Secondo quanto ha riferito il vice ministro della Difesa Kim Seon-ho, l'ex ministro Yong-hyun avrebbe ordinato alle truppe di entrare nell'Assemblea nazionale, il Parlamento di Seul, e di impedire ai deputati l'accesso al complesso dopo la dichiarazione della legge marziale. Seon-ho ha poi espresso "ancora una volta le più sentite scuse al popolo" per il caos creato dalla vicenda, sottolineando di aver appreso della dichiarazione della legge marziale tramite i notiziari. "Personalmente, mi sento devastato, molto triste e angosciato", ha aggiunto nel resoconto della Yonhap, precisando di essersi opposto "allo spiegamento di truppe per attuare la legge marziale". Tuttavia, in qualità di vice ministro della Difesa, "non sono riuscito a identificare cosa stesse per accadere e a prevenire gli eventi in anticipo. Riconosco pienamente la mia responsabilità per questo e mi assumerò le relative conseguenze", ha specificato. Poi ha ribadito di "non essere d'accordo" nella descrizione del Parlamento come "una tana di criminali", fatta da Yoon nell'annuncio televisivo. Alla domanda su chi abbia scritto il decreto di legge marziale, Kim ha risposto di "non poter confermare il nome", ma "di essere sicuro" che non era frutto del ministero della Difesa.
Il capo dell'esercito presenta le dimissioni
Dopo l'ex ministro della Difesa, anche il capo dell'esercito sudcoreano, generale Park An-su, ha dichiarato di aver presentato mercoledì le sue dimissioni all'ex ministro Yong-hyun. Park era stato nominato alla guida del Comando della legge marziale: un incarico durato in totale sei ore, fino alla revoca dello stato d'emergenza in scia alla bocciatura del Parlamento. Il generale, nell'audizione di emergenza al comitato parlamentare di Difesa, ha affermato di essere venuto a conoscenza della legge marziale guardando il discorso in tv di Yoon, nella tarda serata di martedì, ha riferito la Yonhap.