"È un atto terroristico da parte della Serbia", dice il primo ministro Albin Kurti. Ma il paese vicino respinge le accuse
Un'esplosione ha danneggiato un canale che fornisce acqua alle due principali centrali elettriche a carbone del Kosovo. Lo ha detto il primo ministro Albin Kurti, incolpando un "attacco terroristico" da parte della vicina Serbia. Subito è arrivata la smentita da parte serba, che ha condannato fermamente l'episodio e ha respinto l'affermazione di Pristina.
"Tali azioni distruttive sono inaccettabili e minacciano la fragile stabilità che ci sforziamo di mantenere", ha dichiarato il ministro degli Esteri serbo, Marko Djuric, definendo l'accusa di Pristina sul coinvolgimento serbo "infondata" e una "deliberata deviazione".
Il primo ministro del Kosovo, Albin Kurtin, nel comunicare l'esplosione aveva incolpato dell'"attacco terroristico" la Serbia: "Questo è un attacco criminale e terroristico volto a danneggiare le nostre infrastrutture critiche... Crediamo che provenga da bande dirette dalla Serbia", ha detto Kurti in una conferenza stampa.
L'episodio
L'esplosione del canale, che fornisce acqua a due centrali elettriche a carbone per i loro sistemi di raffreddamento, è avvenuta nei pressi della città settentrionale di Zubin Potok. Secondo quanto riferito dal primo ministro se il danno non verrà riparato, una parte del Kosovo rischia di rimanere senza elettricità.
Le tensioni tra Kosovo e Serbia persistono dalla guerra tra le forze serbe e i kosovari alla fine degli anni '90. Il Kosovo ha dichiarato l'indipendenza nel 2008, una mossa che la Serbia si rifiuta di riconoscere, incoraggiando i serbi a rifiutare la loro lealtà a Pristina