La Commissione europea ha presentato una richiesta formale di avvio di consultazione alla World Trade Organization, contro le tariffe imposte da Pechino sulle importazioni di brandy “made in Eu”. I dazi sono considerati “non in linea” con le norme stabilite dal Wto e, secondo la Commissione Ue, la Cina “non ha dimostrato che vi sia alcuna minaccia di danno per la sua industria del brandy”, ha detto l'esecutivo comunitario
Ha inizio una “guerra dei dazi” tra Ue e Cina. La Commissione europea ha presentato una richiesta formale di avvio di consultazione alla World Trade Organization (Wto), contro le tariffe imposte dalla Cina sulle importazioni di brandy “made in Eu”. I dazi provvisori di Pechino sono considerati “non in linea” con le norme stabilite dal Wto e, secondo la Commissione Ue, la Cina “non ha dimostrato che vi sia alcuna minaccia di danno per la sua industria del brandy”, ha detto l'esecutivo comunitario. "Riteniamo che queste misure siano infondate e siamo determinati a difendere l'industria dell'Ue dall'abuso degli strumenti di difesa commerciale", ha poi dichiarato il portavoce della Commissione Ue, Olof Gill.
I dazi cinesi sul brandy europeo
I nuovi dazi "temporanei" della Cina, che rappresenta un importante produttore del distillato, sull'import di brandy dall'Ue, in vigore dall'11 ottobre, colpiscono principalmente i produttori francesi, tra cui i quattro maggiori di cognac al mondo: Hennessy, Martell, Courvoisier e Remy Martin. Il ministero del Commercio di Pechino ha reso note, oltre alla lista dei brand coinvolti, anche le aliquote: il 39% su Hennessy, il 38,1% su Remy Martin, il 30,6% su Martell e il 34,8% su Courvosier (Campari). Tutti gli altri produttori sono destinatari di dazi al 34,8%. L'annuncio di Pechino arriva dopo la decisione dell’Ue di imporre dazi sulle auto elettriche cinesi.
La richiesta di consultazione
“Richiedendo consultazioni con la Cina in merito alle misure anti-dumping provvisorie sul brandy dell’Ue, la Commissione rispetta il suo impegno a proteggere la nostra industria da accuse infondate e dall’abuso di misure di difesa commerciale”, ha detto Valdis Dombrovskis, commissario per il Commercio. Ora Pechino ha a disposizione 10 giorni di tempo per rispondere alla richiesta europea. Nel caso in cui non si raggiungesse una soluzione, potrebbe essere richiesto un panel del Wto per decidere sulla questione.