L'informatico, considerato il referente italiano di Elon Musk, ha commentato così la vicenda che nelle ultime ore ha visto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella replicare alle parole del miliardario sudafricano su giustizia e migranti: "Le sue parole sono frutto di un pensiero onesto, certo non voleva ledere la sovranità del nostro Paese o entrare in dinamiche interne. Non è suo interesse”
“Musk ha parlato da imprenditore e da privato cittadino e non da esponente di un’amministrazione che entrerà in carica tra qualche mese. Le sue parole sono frutto di un pensiero onesto, certo non voleva ledere la sovranità del nostro Paese o entrare in dinamiche interne. Non è suo interesse”. Commenta così, Andrea Stroppa, la vicenda che nelle ultime ore ha visto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella replicare alle parole del miliardario sudafricano su giustizia e migranti. Informatico, classe 1994, Stroppa è considerato il referente italiano di Elon Musk. Intervenuto ai nostri microfoni durante la trasmissione Start ha sottolineato che “Musk non è certo uno che si fa intimidire. È una persona che ha avuto diversi problemi con l’attuale amministrazione di Biden proprio per le sue opinioni sul presidente in carica. Ne hanno risentito anche le sue aziende ma certo non si è fatto spaventare”.
Il ruolo di Starlink
"E' vero che il presidente Mattarella anche in passato ha parlato di oligarchi del digitale e tanti hanno pensato a Musk", ha detto ancora Stroppa, ma l'atteggiamento del Ceo di X non sarebbe quello di un “tiranno”. “Ricordo che nel 2023, immediatamente dopo l’alluvione in Emilia Romagna, Musk (pur non avendo alcun contatto allora con il nostro esecutivo) fece partire un team di esperti di Starlink per riattivare i sistemi informatici compromessi di ospedali e pronto intervento. Lo fece di propria iniziativa perché si considera un amico del nostro Paese così come ha fatto nelle ore immediatamente seguenti l’attacco russo in Ucraina”. Quanto al funzionamento di Starlink e ai suoi poteri, Stroppa ha sottolineato come sia considerato negli Stati Uniti “un asset strategico del governo americano che si attiva e si disattiva in accordo con il governo. Musk e nessun altro dei suoi collaboratori può decidere in modo autonomo di staccarlo. Il contrario è idiozia che racconta chi non conosce come funziona”.
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Musk e le elezioni americane
Chiamato poi a commentare l’importanza strategia di Musk nell’elezione di Donald Trump a 47esimo Presidente degli Stati Uniti, Stroppa ha detto che, paradossalmente, il tycoon era tra i due candidati il "meno adatto agli interessi economici del patron di Tesla" considerata la sua avversione per le auto elettriche e il fatto che, nel programma elettorale repubblicano, figura l’introduzione di dazi sulle auto importate dal Messico (dove Musk sta costruendo uno stabilimento). La campagna di Kamala Harris, poi, aveva il doppio della disponibilità economica di quella di Donlad Trump. Tanti i miliardari schierati a favore della candidata democratica; da Bill Gates a Michael Bloomberg fino ancora a George Soros. Di Musk si è sicuramente parlato di più forse perché è quello più esposto giacchè "comunica in modo trasparente".
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Indagini in corso
Quanto, poi, all'indagine che lo riguarda con l'accusa di concorso in corruzione (per aver ricevuto da un militare della Marina un documento interno della Farnesina), Stroppa ha risposto: "La giustizia deve fare il suo corso. Io sono indagato ed è anche un'opportunità per potersi difendere. Va sempre rispettato il magistrato e bisogna aspettare gli accertamenti dei fatti. Ben venga l'indagine, è pesante a livello personale ma è giusto, cosi funziona in un paese democratico".