Introduzione
Anche la politica del nostro Paese guarda alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Il capo della Lega Matteo Salvini appoggia apertamente Donald Trump, mentre i suoi compagni di governo sono più cauti: la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il capo della Farnesina Antonio Tajani tengono una posizione più neutra rispetto al passato. Il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte non si schiera, mentre le altre voci dalla sinistra e dal centrosinistra non hanno dubbi: stanno con la candidata democratica Kamala Harris.
Quello che devi sapere
Quando Giorgia Meloni elogiava Donald Trump
- Nel 2020, quando ancora non era a Palazzo Chigi, Giorgia Meloni volò a Washington per partecipare al National Prayer Breakfast, evento che ogni anno, dal 1953, riunisce la politica e l’imprenditoria Usa, insieme a un gruppo di selezionati invitati dall’estero. Quell’anno, dopo il discorso dell’allora presidente Donald Trump, anche Meloni prese parola: elogiò il tycoon per la sua politica di "difesa dell’identità, dei confini, delle famiglie, della aziende e dei prodotti americani". Una "ricetta", diceva la futura presidente del Consiglio, che avrebbe voluto "portare in Italia". Poi si soffermava su tre parole pronunciate da Trump: "Dio, Patria, Famiglia". Meloni sottolineava come in Italia sarebbero suonate "quasi eversive", mentre a Washington "chi le pronuncia con orgoglio" in quel momento era alla guida del governo. Già prima di allora la leader di Fratelli d’Italia si era mostrata vicina a Trump, quando – era il 2018 – divideva il palco della convention di Atreju con l’ex consigliere di Trump, Steve Bannon (in foto). Lui elogiava Meloni (e Salvini), lei metteva in luce i loro punti in comune. Tra questi il fatto di essere "sovranisti" e "identitari".
Per approfondire:
Ft: "Meloni ha rafforzato legami con il mondo di Trump"
- Adesso che è al governo, Meloni non si sbilancia. Assicura che, qualunque sia l’esito del voto negli Usa, i rapporti tra Roma e Washington rimarranno "ottimi". Verso la fine dello scorso settembre, il Financial Times – in un articolo scritto dalla Capitale – sosteneva però che la premier stesse già "rafforzando i legami con il mondo di Trump" in vista delle presidenziali. Mentre "la maggior parte dei leader europei è preoccupata per la possibilità che Donald Trump torni alla Casa Bianca, a Roma c'è chi vede questo scenario come un vantaggio per una politica con legami di lunga data con Trump: Giorgia Meloni", riportava il quotidiano. Si citava anche il parlamentare Antonio Giordano, Fratelli d'Italia, e la sua partecipazione alla Convention nazionale repubblicana di quest'estate: per lui, scriveva Ft, Meloni sarebbe "l'interlocutore naturale" per Trump se "vuole capire come rapportarsi meglio con l'Europa"
I possibili elementi di rottura Meloni-Trump
- C’è però da dire che la situazione non è così lineare. Se è indubbio che Trump è politicamente più vicino a Meloni rispetto a Harris, alcune indiscrezioni parlano di un filo di "preoccupazione" ai piani alti dell'esecutivo: la premier è consapevole che gli equilibri geopolitici rischierebbero di mutare in caso di vittoria di Trump. A impensierire c’è innanzitutto la diversa posizione sul dossier Ucraina, con il candidato repubblicano che si è detto più volte contrario a proseguire con la politica dell’invio di aiuti a Kiev. Poi ci sono i suoi attacchi ai membri Nato che non hanno ancora raggiunto una spesa del 2% del loro Pil per il settore della difesa: tra i pochi del gruppo c’è anche l’Italia. A questo si aggiunge la promessa di Trump di imporre nuovi dazi sui prodotti europei
Salvini appoggia Donald Trump
- Restando tra i partiti di governo, Matteo Salvini si schiera invece apertamente dalla parte di Trump. Lo aveva già fatto per le elezioni del 2020: spesso si era fatto fotografare con mascherine da coronavirus con il nome di Trump stampato sopra (in foto). Il leader della Lega, intervistato da Affaritaliani.it, adesso si dice convinto che una sua vittoria "avvicinerebbe la pace sia in Ucraina che in Medio Oriente". Questo, aggiunge, "per me questo è un valore supremo". Partecipando negli scorsi giorni a un evento sul tema della mobilità organizzato da Il Giornale, Salvini ha poi detto che un’eventuale elezione di Trump "sarebbe assolutamente indice di un bellissimo autunno". Il voto di oggi, 5 novembre, per il vicepremier "sarà determinante per un certo tipo di storia del mondo, di futuro del mondo": una vittoria di Donald Trump e dei Repubblicani "sarebbe fondamentale e positiva per un ritorno all’equilibrio dell’intero occidente".
- Negli scorsi mesi, Salvini ha spesso preso le parti di Trump nell'ambito dei suoi processi giudiziari: "A molti italiani ricordano le vicende di Silvio Berlusconi, che per 30 anni alcuni ritengono perseguitato da un certo tipo di giustizia"
Posizione più neutra per Tajani
- Più simile alla posizione tenuta da Meloni è quella dell’altro vicepremier del governo, il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Spesso ha posto l’accento sul fatto che "i rapporti transatlantici vanno molto al di là delle questioni interne" e che l’Italia ha sempre collaborato con Washington, a prescindere dal colore politico dell’inquilino alla Casa Bianca: "Gli Usa sono gli Usa, abbiamo lavorato bene con Trump, Obama, Clinton, Biden, Bush, Regan". Tajani minimizza poi alcune dichiarazioni del tycoon, come quelle secondo cui si allontanerebbe dall’Alleanza atlantica: non ritiene che ci saranno "prese di distanza rispetto alla Nato" nel dopo elezioni Usa, perché "un conto è la campagna elettorale, un conto quello che sarà"
Conte non prende posizione
- Critico sia nei confronti di Donald Trump che di Kamala Harris è invece Giuseppe Conte, attaccato da alcune voci del campo largo del centrosinistra per non aver appoggiato la candidata dem. "L’identità progressista del M5s non può essere definita dalla candidatura di un altro Paese. Ho condannato Trump per Capitol Hill, e per altro, ma fatemi applaudire Harris quando imporrà una svolta sul conflitto russo ucraino, piuttosto che continuare a mandare armi, quando interverrà sul conflitto a Gaza. Non mi fate abbracciare una candidatura acriticamente", ha detto recentemente durante un dibattito con i leader del centrosinistra alla festa di Avs
Il Pd di Elly Schlein con Kamala Harris
- Tutto spostato verso Kamala Harris è il Pd, con la leader Elly Schlein che – pur precisando di non voler fare "scommesse" – ha parlato di "una forte speranza" che vinca la candidata dem. Più volte ha invece attaccato il suo avversario: "Ha detto cose gravissime, come l'idea di eliminare avversari politici o i repubblicani che vorrebbero votare per lei". Per Schlein, Trump è poi "l'impersonificazione di un modello sbagliato di sfruttamento del lavoro", ha detto ricordando quando utilizzò "tutto il suo peso per bloccare" la votazione sul salario minimo. A volte è stata anche più dura: ha definito l'ex presidente Usa come il rappresentante di "una società per pochi ricchi privilegiati e per uomini" e lo ha descritto come "una persona che non ha rispetto della democrazia, che spara balle a raffica"
Renzi: "Sto con Kamala ma non è stata la migliore vicepresidente"
- Anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi si è subito detto sostenitore di Kamala Harris, anche se "non è prevedibile" sapere come imposterebbe la sua presidenza, visto che, dopo esser stata per anni "un'ottima" procuratrice, "non è stata la miglior vicepresidente della storia, per molti motivi"
La posizione di Carlo Calenda
- Passando ad Azione, Carlo Calenda non è stato chiaro quanto altri leader politici, ma è piuttosto evidente come il suo appoggio vada a Kamala Harris. Quando Joe Biden si è ritirato dalla corsa presidenziale, sui social Calenda salutava la sua "grande presidenza" da "ogni prospettiva - economia, lavoro, salari, investimenti, politica estera"
Avs con Kamala Harris
- Alleanza Verdi e Sinistra, senza sorprese, sta con Kamala Harris: "Mi auguro che gli americani non votino per Trump, spero che non sia lui a prevalere", ha detto a Radio Popolare Nicola Fratoianni. Il suo non è però un endorsement acritico nei confronti della democratica: non gli è piaciuta, ad esempio, quando ha detto che sparerebbe a un ladro se entrasse in casa sua.
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in questa scheda
- Quando Giorgia Meloni elogiava Donald Trump
- Ft: "Meloni ha rafforzato legami con il mondo di Trump"
- I possibili elementi di rottura Meloni-Trump
- Salvini appoggia Donald Trump
- Posizione più neutra per Tajani
- Conte non prende posizione
- Il Pd di Elly Schlein con Kamala Harris
- Renzi: "Sto con Kamala ma non è stata la migliore vicepresidente"
- La posizione di Carlo Calenda
- Avs con Kamala Harris
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