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Turchia, è morto Fethullah Gulen: il predicatore ritenuto l'autore del golpe del 2016

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©Ansa

Nato nel 1941, Gulen era - secondo Ankara - la mente del tentato golpe contro il presidente Erdogan del 15 luglio 2016. Il predicatore turco fu anche il fondatore della confraternita Hizmet, riconosciuta poi dalla giustizia turca come gruppo terroristico e rinominata “Feto”. "La lotta contro questa organizzazione non si limita al leader di Feto, ma continuerà contro tutti i suoi elementi e le sue estensioni", ha detto il ministro della Giustizia turco, Yilmaz Tunc

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Il predicatore islamico turco Fethullah Gulen è morto. Era lui, secondo Ankara, la mente del tentato golpe contro il presidente Recep Tayyip Erdogan del 15 luglio 2016. Fondatore della confraternita Hizmet, riconosciuta poi dalla giustizia turca come gruppo terroristico e rinominata “Feto”, Gulen aveva migliaia di seguaci. Inizialmente alleato di Erdogan, nel 2012 entrò in conflitto con il presidente turco, che lo accusò di avere architettato il tentato colpo di Stato. Il predicatore è morto in Pennsylvania, dove viveva dal 1999 dopo essersi trasferito negli Usa. “Anche le nostre fonti di intelligence confermano la morte del leader dell'organizzazione Feto", ha detto il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, come riporta Anadolu. "La lotta contro questa organizzazione (Feto), che rappresenta un problema di sicurezza nazionale per il nostro Paese, non si limita al leader di Feto, ma continuerà contro tutti i suoi elementi e le sue estensioni", ha affermato il ministro della Giustizia turco, Yilmaz Tunc.

La morte di Fethullah Gulen

Secondo il ministro Fidan, la morte del predicatore islamico turco "non renderà la Turchia indulgente" nei confronti dei seguaci del suo movimento. Per questo, dopo la notizia, Ankara ha invitato tutti i suoi sostenitori ad "abbandonare questa strada pericolosa e smettere di lavorare contro il proprio Stato e il proprio popolo". "Questa organizzazione è stata una rara fonte di minaccia nella storia della nostra nazione. Con il pretesto di valori sacri, ha aggiunto ai suoi ranghi migliaia di giovani e li ha trasformati in una macchina che tradisce la propria patria, il proprio popolo e i propri valori sacri", ha detto il capo della Diplomazia di Ankara, in riferimento al movimento 'Hizmet' (Servizio, in turco) del predicatore islamico, che in passato contava milioni di sostenitori. Mpovimento che, in seguito, è stato messo al bando dalla Giustizia turca, che lo ha definito un'organizzazione terroristica, denominandolo 'Feto'. Dopo il tentato golpe del 2016 circa 3mila seguaci sono stati condannati all'ergastolo e sono state intraprese azioni legali contro centinaia di migliaia di persone per presunti legami con la sua confraternita. "Il nostro Stato e la nostra nazione continueranno a combattere contro Feto come con tutti i tipi di gruppi terroristici", ha aggiunto Fidan.

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Chi era Fethullah Gulen

Nato a Erzurum nel nord-est della Turchia nel 1941, Fethullah Gulen inizia a predicare come imam a Edirne e poi a Izimir fino al 1971, prima di essere arrestato con l'accusa di svolgere “attività religiose clandestine”. Da quel momento, i militari turchi ne seguiranno ogni singolo movimento. Dopo il golpe turco del 1980 si ritira – almeno ufficiamente – dall'attività di imam e, nel 1999, si trasferisce, in esilio volontario, negli Stati Uniti. Conosciuto come il “Soros turco”, Gulen fonda una delle prime università non statali a Istanbul e dà vita anche a una rete di istituzioni scolastiche. Elabora poi una dottrina per avvicinare l'Islam alla modernità e all'Occidente, coniugando un equilibrato conservatorismo religioso con tecnologia e bioetica. Il "movimento Gulen", spesso acclamato come esempio di Islam moderato che nel tempo ha assunto forti connotazioni anti-arabe, anti-iraniane, anti-curde e filo-occidentali, controllava agenzie di intermediazione, televisioni, testate editoriali, associazioni, fondazioni, scuole, università e banche. L'organizzazione di Gulen diventa negli anni, per la Turchia, una "struttura parallela", un apparato sovversivo infiltrato in media, politica, magistratura, università, polizia, amministrazione pubblica ed esercito: un cancro da debellare e combattere alla pari di Isis e Pkk.

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