Moldavia al voto per elezioni presidenziali e referendum su adesione a Ue: superato quorum

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Urne aperte nel Paese di 2,6 milioni di abitanti. Oltre alle cruciali presidenziali, con la leader in carica europeista Maia Sandu favorita, i moldavi sono chiamati a esprimersi per fissare nella Costituzione il percorso dello Stato verso l'Unione europea: ha votato il 37,2% degli aventi diritto, quindi sulla carta sarebbe stato raggiunto il quorum. In gioco il posizionamento geopolitico del Paese e il suo futuro. C’è però il timore di un'ingerenza russa nei due test elettorali chiave

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Urne aperte oggi in Moldavia sia per le elezioni presidenziali sia per il referendum sull'adesione all'Unione europea. Queste consultazioni sono la prova decisiva della svolta europeista dell'ex repubblica sovietica sotto la guida della presidente in carica europeista Maia Sandu, che sta cercando un secondo mandato nel Paese di 2,6 milioni di abitanti. Oltre alle cruciali presidenziali, quindi, i moldavi sono chiamati a esprimersi con referendum per fissare nella Costituzione il percorso della Moldavia verso l'Ue. In gioco il posizionamento geopolitico del Paese e il suo futuro. C’è però il timore di un'ingerenza russa nei due test elettorali chiave, nel mezzo della guerra nella vicina Ucraina (GLI AGGIORNAMENTI).

Moldavia al voto

Gli elettori della Moldavia hanno iniziato a votare questa mattina dalle 7 (le 6 in Italia) per le elezioni presidenziali e per il referendum sull'adesione all'Unione europea. I moldavi sono chiamati ad approvare in un voto altamente simbolico la modifica della Costituzione con l'indicazione dell'adesione all'Ue come obiettivo strategico. Si vota anche per le presidenziali: undici i candidati, favorita l'uscente Maia Sandu. Nel 2020 determinante per la sua elezione è stata l'alta affluenza dei tanti moldavi all'estero.

L'affluenza

A metà giornata l'affluenza al voto ha raggiunto sulla carta il quorum per la validità del referendum. Per essere valido, infatti, serve il voto di almeno un terzo degli aventi diritto: secondo i dati della Commissione elettorale, alle 15.30 ha già votato il 37,2% degli aventi diritto. Nelle elezioni parlamentari del 2021 alle 15.30 l'affluenza era al 33,2%, nelle presidenziali del 2020 alla stessa ora era al 33%.

I candidati e i sondaggi

La Repubblica moldava, situata tra Romania e Ucraina, vede quindi al potere l'area filo-occidentale guidata dalla presidente pro-europeista Sandu, eletta nel 2020 e in maggioranza assoluta in Parlamento dopo le elezioni del 2021. Sandu è ora la grande favorita. I principali sfidanti sono Alexandr Stoianoglo, ex procuratore sostenuto dal Partito Socialista (filorusso), e Renato Usatii, ex sindaco di una cittadina al nord del Paese, Balti. Se alle presidenziali nessuno degli undici candidati avrà più del 50%, il 3 novembre si terrà il ballottaggio. Un risultato inferiore al previsto (nei sondaggi Sandu è al 35,8%) potrebbe indebolire il partito di centrodestra della presidente alle Parlamentari del prossimo anno. Quanto al referendum per modificare la Costituzione in vista dell'adesione all'Ue, secondo un sondaggio Cbs-Axa il 55,1% dei moldavi è favorevole. Non è vincolante, ma perderlo minerebbe il prestigio di Sandu. L'opposizione ha criticato la consultazione come una trovata per rafforzarne la campagna elettorale e qualcuno dei candidati ha invitato a boicottarlo.

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Il timore di ingerenze russe

Come detto, sulle elezioni grava il timore di un'ingerenza russa. La polizia moldava, in una nota diffusa nel pomeriggio, ha fatto sapere di aver identificato 34 incidenti elettorali per compromettere l'esito delle elezioni: sette casi di fotografie alle schede, due di danneggiamenti delle schede, tre di corruzione degli elettori, tre di manifestazioni elettorali non autorizzate, due di trasporto organizzato degli elettori, un episodio di molte persone presenti in cabina elettorale e altri incidenti di diversi tipi, come la presenza di persone ubriache ai seggi o episodi di violenza. Nelle scorse settimane la polizia ha effettuato centinaia di arresti dopo aver scoperto un massiccio piano di compravendita di voti, avvertendo che fino a un quarto dei voti espressi potrebbe essere stato influenzato dal denaro russo. Secondo il capo della polizia, nel mese di settembre Mosca ha cercato di comprare il “no” al referendum sull'Ue di oltre 130mila elettori moldavi, grazie a Ilan Shor, oligarca moldavo filo-russo, fuggito dal Paese dopo il furto nel 2014 da tre banche moldave di un miliardo di dollari (il 12% del Pil). “Il nostro Paese è a un bivio... Un gruppo di ladri sta cercando di ingannare le persone, promettere loro denaro, fornire loro informazioni false", ha detto il primo ministro Dorin Recean, esortando i moldavi "a essere vigili". Sandu, che ha battuto un presidente in carica sostenuto da Mosca nel 2020, ha tagliato i legami con la Russia e ha chiesto l'adesione della Moldavia all'Ue in seguito all'invasione russa dell'Ucraina nel 2022. La presidente ha ripetutamente lanciato l'allarme sui tentativi russi di interferire nel voto: un'affermazione che Mosca ha respinto.

Il contesto politico

La presidente in carica, l'europeista Maia Sandu, è in testa nei sondaggi, ma lo scenario resta incerto non solo per le destabilizzanti interferenze russe ma anche per le continue tensioni sociali. Con la guerra in Ucraina, il Paese ha affrontato crisi a ripetizione legate al taglio di approvvigionamenti di gas russo, all'inflazione a due cifre (ma scesa al 5,2% a settembre), all'alto numero di rifugiati ucraini, oltre alle proteste dei filo-russi. Eterno tema di instabilità nell'area resta poi la Transnistria, regione secessionista di fatto in mano ai separatisti filo-russi ma non riconosciuta dai Paesi dell'Onu, per cui resta territorio moldavo. Per la Moldavia sono le elezioni più importanti dall'indipendenza nel 1991. Dopo una lunga oscillazione tra il posizionamento filo-russo e filo-occidentale, nella piccola repubblica (è poco più grande della Lombardia e ha 3,5 milioni di abitanti) con l'avvio della guerra è scattata anche un'accelerazione del percorso verso l'Europa. A tappe forzate, dopo aver accettato la candidatura all'Ue nel 2022, a giugno di quest'anno la Commissione europea ha aperto i negoziati di adesione. I risultati del voto potrebbero ora consolidare la traiettoria occidentale o lasciare la Moldavia in un limbo creando ulteriore instabilità nell'area.

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