Morte Sinwar, chi sarà adesso il nuovo leader di Hamas? I possibili successori

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Introduzione

L'uccisione del leader del movimento militante islamico per mano di Israele, a poco più di un anno dall’attentato del 7 ottobre 2023, apre una fase di incertezza per l'organizzazione, che potrebbe decidere di affidarsi a un triumvirato in attesa di capire come muoversi soprattutto nel conflitto con gli israeliani.

 

Tra i nomi che circolano il primo è quello di Muhammad Sinwar, fratello del leader e considerato un “falco”; poi c’è quello di Khalil al Hayya, visto come figura con la quale è possibile instaurare un dialogo; e infine quello di Khaled Meshaal, colui che ha diretto l’ufficio politico di Hamas dal 1996 al 2017. Possibile poi che emergano anche nomi di secondo piano, come quello di Fathi Hamad o di Mousa Abu Marzouk, visto come moderato ma con una grande capacità di trattare con attori internazionali.

Quello che devi sapere

Il futuro di Hamas dopo la morte di Sinwar

  • Sono in tanti a chiedersi cosa ne sarà di Hamas dopo la morte di Yahya Sinwar, ucciso a Gaza da Israele dopo più di un anno dall'attacco del 7 ottobre del 2023. Ma come già successo per Hezbollah in Libano, il vertice del movimento islamico palestinese potrebbe rimanere, almeno per il momento, vacante, con una sorta di triumvirato pro tempore in attesa delle prossime fasi del conflitto con Israele.

 

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I possibili successori

  • Con la quasi certezza dell'uccisione l'estate scorsa di Muhammad Deif, i tre nomi che circolano insistentemente come possibili successori di Sinwar provengono da correnti di Hamas diverse e, per certi aspetti, contrapposte: anche per questo alcune fonti statunitensi sostengono come l'intelligence Usa abbia su di loro opinioni molto diverse 

Muhammad Sinwar

  • Il primo è Muhammad Sinwar, 49 anni, fratello minore del defunto leader e considerato un altro oltranzista che si opporrebbe sia a un eventuale accordo con Israele e gli Stati Uniti per un cessate il fuoco sia a una riconciliazione con Fatah. Sinwar jr, più volte nel mirino dello Stato ebraico, è stato a lungo considerato il braccio destro del fratello tanto da ricevere l'incarico nel corso degli anni di coordinare i lavori per la costruzione della fitta rete di tunnel e bunker sotto la Striscia

L’opinione degli Stati Uniti

  • La sua scelta viene vista in modo negativo dagli Stati Uniti. “I negoziati sono completamente fottuti", spiega una delle fonti secondo il quale Muhammad è visto come un falco come il fratello, che era disposto secondo gli Usa a sacrificare la vita dei palestinesi per imporre la sua visione

Khalil al Hayya

  • Storia diversa, invece, per Khalil al Hayya, 63 anni, una delle figure più influenti rimaste in vita nell'ufficio politico di Hamas a Gaza. Di stanza in Qatar, è stato coinvolto nei negoziati per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Gli osservatori lo ritengono una persona con cui è possibile instaurare un dialogo ed è una figura maggiornemnte ben vista rispetto ad altre sia dagli Usa che dagli alleati di Israele nella regione. Originario della Striscia, Hayya era salito di grado nel gennaio scorso quando a Beirut era stato ucciso da Israele Saleh Arouri, vicepresidente del politburo del movimento

Khalil al Hayya

Khaled Meshaal

  • C'è poi l'intramontabile Khaled Meshaal, 68 anni, originario della Cisgiordania e da anni rifugiatosi in Qatar. Meshaal, che aveva preceduto Haniyeh alla guida dell'ufficio politico di Hamas dal 1996 al 2017, non sembra però avere l'influenza e l'autorità di un tempo sui quadri operativi di Hamas e sui dirigenti rimasti a Gaza

Khaled Meshaal

L’outsider: Fathi Hamad

  • Occhio, però, anche all’outsider. Dietro a Meshaal, in Qatar, c'è una figura che potrebbe emergere in futuro: Fathi Hamad, ex membro della "sicurezza nazionale", considerato più oltranzista e anti-Fatah

Nizar Awdallah

  • Da non dimenticare, poi, come ci siano figure di secondo piano ben note agli addetti ai lavori ma che finora non hanno mai svolto incarichi apicali. Tra questi c'è Nizar Awdallah, 67 anni, ex vicesegretario di Hamas, originario di Gaza, e famoso per essere arrivato secondo, dietro a Sinwar, alle elezioni primarie del movimento nel 2021. Awdallah è ricordato perché svolse un ruolo chiave nei negoziati con Israele per lo scambio, nel 2011, tra Gilad Shalit e più di mille prigionieri palestinesi

Mousa Abu Marzouk

  • Nome più conosciuto è sicuramente quello di Mousa Abu Marzouk: originario di Rafah, nella Striscia, il 73enne dirigente palestinese ha passato lunghi anni negli Stati Uniti e in carcere. È stato indicato di recente come il portavoce del politburo di Hamas e ha gestito a lungo, dietro a Haniyeh, gli affari interni del partito. Oggi fa la spola tra Doha e Il Cairo. E sebbene il suo potere sia diminuito negli ultimi anni, la sua lunga esperienza e la capacità di negoziare con attori internazionali potrebbero renderlo una figura chiave. Tuttavia, dentro Hamas Marzouk viene visto come moderato e questo potrebbe frenare la sua ascesa presso gli ambienti più estremisti

Mousa Abu Marzouk

La pista turca: Abada Bilal

  • Attenzione, poi, anche alla cosiddetta "pista turca", in riferimento a figure di Hamas da anni basate in Turchia e che potrebbero emergere ora collegandosi alla leadership del movimento in Cisgiordania: tra questi ci sono Abada Bilal, da anni a Istanbul, e Zaher Jabarin, tra i principali finanziatori dell’attacco del 7 ottobre. Una soluzione che non dispiacerebbe nemmeno al presidente turco Tayyip Recep Erdogan, che non ha mai nascosto le sue mire di influenza sulla lucrosa e prestigiosa gestione degli affari religiosi e politici attorno alla Spianata delle Moschee.

 

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