I due, secondo quanto affermato dal servizio stampa della magistratura della regione di Kursk, sono accusati di essere “entrati illegalmente in Russia dall'Ucraina per girare un servizio televisivo sulla situazione ucraina”. Già nelle scorse settimane erano stati inseriti nell’elenco dei ricercati, portando il ministro degli Esteri Antonio Tajani a convocare alla Farnesina l’ambasciatore russo in Italia
Il servizio stampa della magistratura della regione di Kursk, in Russia, ha riferito che “il tribunale distrettuale Leninsky di Kursk ha accolto la mozione dell'ufficio regionale del servizio di frontiera russo di emettere un mandato di arresto per i giornalisti italiani Simone Traini e Stefania Battistini entrati illegalmente in Russia dall'Ucraina per girare un servizio televisivo sulla situazione ucraina". Lo riporta Interfax. I due giornalisti sono fuori dalla Russia. Nelle scorse settimane il ministero degli Interni russo aveva inserito i due inviati Rai nell’elenco delle persone ricercate, portando il ministro degli Esteri Antonio Tajani a convocare alla Farnesina l’ambasciatore russo in Italia.
L’accusa contro Battistini e Traini
Secondo quanto riportato da Interfax, per il servizio stampa della magistratura “il cameraman televisivo Simone Traini e la giornalista Stefania Battistini, insieme ad alcune persone non identificate, sono entrati nella Federazione Russa dal territorio ucraino con l'intento di filmare un servizio televisivo sull'invasione del distretto di Sudzha nella regione di Kursk da parte di unità armate ucraine con l'ausilio di carri armati, artiglieria e mezzi leggeri, veicoli blindati il 6 agosto 2024”. Inoltre "Traini e Battistini, dopo aver oltrepassato illegalmente il confine russo, si sono recati a Sudzha, nella regione di Kursk, con un veicolo da trasporto di unità armate ucraine. I due giornalisti italiani inseriti nelle liste dei ricercati" della Russia, sono accusati di aver oltrepassato il confine di stato russo. Il giudice ha ordinato la custodia cautelare per loro, ha continuato la nota: "Saranno posti in custodia il giorno in cui verranno arrestati in territorio russo o estradati in Russia, prima di un eventuale processo. La decisione del tribunale non è ancora entrata in vigore e può essere impugnata”.
Il caso degli inviati Rai
Il caso, come detto, era esploso nell’agosto di quest’anno quando i servizi russi dell'Fsb avevano aperto un procedimento penale contro la giornalista della Rai Stefania Battistini e l'operatore Simone Traini. I due sono accusati di essere entrati illegalmente in Russia per girare un servizio televisivo sulla “situazione ucraina”. Quando era stata diffusa la notizia che i due erano ricercati da Mosca, la Rai aveva fatto sapere come si trattasse di "un atto di violazione della libertà d'informazione". Per l’azienda "hanno svolto in modo esemplare e obiettivo il proprio lavoro di testimoni degli eventi”. Solidarietà era stata espressa anche dalla presidente della commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia, secondo cui "inserire un giornalista nell'elenco dei ricercati perché ha svolto il proprio lavoro, come fatto dalla Russia, è assurdo ed inaccettabile”.